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Particolare tenuità del fatto: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Sebbene il giudice d’appello debba valutare d’ufficio tale causa, il ricorso in Cassazione è stato respinto perché formulato in modo generico, senza specificare perché il fatto dovesse considerarsi di lieve entità. La Corte ha sottolineato che un’impugnazione deve essere specifica e non basarsi su doglianze astratte per essere ammissibile.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: l’importanza di un ricorso specifico

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la proporzionalità della risposta sanzionatoria. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ci ricorda che per invocarla con successo, soprattutto in sede di legittimità, è necessario formulare un ricorso specifico e non generico. Analizziamo insieme questo interessante caso.

I Fatti di Causa

Un individuo veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, gli venivano trovati 2,14 grammi di hashish e 12,4 grammi di marijuana, suddivisi in diciassette dosi. La pena inflitta, tenuto conto della scelta del rito abbreviato, era di sei mesi di reclusione e 1.200 euro di multa, con sospensione condizionale.

L’Appello e la Rilevabilità della Causa di Non Punibilità

La difesa proponeva ricorso per Cassazione lamentando che la Corte d’Appello avesse erroneamente dichiarato inammissibile la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p., avanzata solo durante la discussione finale. Secondo il ricorrente, la giurisprudenza di legittimità consolidata stabilisce che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto può e deve essere rilevata dal giudice anche d’ufficio, in ogni stato e grado del processo, qualora ne sussistano i presupposti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, pur concordando con il principio giuridico richiamato dalla difesa, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’attenta distinzione tra la rilevabilità d’ufficio della questione da parte del giudice di merito e i requisiti di specificità richiesti per un valido ricorso in Cassazione.

Le Motivazioni: Il Principio della Rilevabilità d’Ufficio del Giudice

La Corte ha ribadito un orientamento giurisprudenziale pacifico: il giudice d’appello ha l’obbligo di valutare la sussistenza della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto anche di sua iniziativa (d’ufficio). Questo obbligo sussiste a maggior ragione se la richiesta viene formulata, seppur per la prima volta, nelle conclusioni del giudizio di appello. Su questo punto, quindi, la Corte d’Appello aveva effettivamente errato nel non considerare la richiesta nel merito.

Le Motivazioni: L’Inammissibilità del Ricorso per Genericità

Nonostante l’errore del giudice di secondo grado, la Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile per un altro motivo: la sua intrinseca genericità. L’atto di ricorso si limitava a menzionare la “quantità e qualità dello stupefacente rinvenuto” e lo “stato di incensuratezza dell’imputato all’epoca dei fatti”, senza spiegare perché, nel complesso, il fatto dovesse essere considerato di particolare tenuità. La Corte ha ricordato che un ricorso basato su doglianze generiche e astratte non è ammissibile, poiché non consente alla Corte di Cassazione di esercitare il proprio controllo di legittimità. Un ricorso valido presuppone motivi specifici che attacchino puntualmente le ragioni della decisione impugnata.

Conclusioni

La sentenza in esame offre una lezione cruciale: se da un lato il giudice di merito ha il dovere di considerare d’ufficio la particolare tenuità del fatto, dall’altro la difesa ha l’onere di articolare un’impugnazione specifica e dettagliata. Non è sufficiente invocare genericamente un istituto giuridico; è necessario argomentare in modo puntuale, sulla base degli atti processuali, le ragioni per cui esso dovrebbe trovare applicazione nel caso concreto. La genericità dei motivi, come dimostra questo caso, preclude la possibilità di una revisione in sede di legittimità e conduce inesorabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto può essere valutata dal giudice d’appello anche se non richiesta nei motivi di gravame?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il giudice d’appello ha il dovere di valutare d’ufficio la sussistenza della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis cod. pen., anche se la richiesta viene avanzata per la prima volta solo durante la discussione finale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile nonostante il principio sulla rilevabilità d’ufficio fosse corretto?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era generico. La difesa si è limitata a fare un riferimento astratto alla quantità di stupefacente e allo stato di incensuratezza, senza articolare una critica specifica e motivata contro la sentenza impugnata, spiegando perché il fatto dovesse essere considerato di lieve entità nel suo complesso.

Cosa rende un ricorso alla Corte di Cassazione ‘generico’ e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico quando si basa su doglianze astratte e non specifiche. Per essere ammissibile, deve contenere motivazioni precise che si confrontino direttamente con la sentenza impugnata, indicando in modo chiaro e puntuale le violazioni di legge o i vizi di motivazione riscontrati, impedendo così che l’impugnazione sia una mera ripetizione di argomenti già esposti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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