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Particolare tenuità del fatto: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. L’imputato chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma la Suprema Corte ha stabilito che la valutazione dei requisiti spetta al giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se la motivazione della sentenza impugnata è coerente e logica.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Limiti e Inammissibilità in Cassazione

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, ma il suo ambito di applicazione è soggetto a precisi limiti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce perché un ricorso basato su tale istituto possa essere dichiarato inammissibile, ribadendo la distinzione fondamentale tra il giudizio di merito e quello di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso in esame ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Napoli. Un automobilista era stato riconosciuto colpevole del reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’articolo 186, comma 2, lettera c) del Codice della Strada. La pena inflitta era di sei mesi di arresto e 1.200,00 euro di ammenda.

Il Ricorso in Cassazione e la Particolare Tenuità del Fatto

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: il vizio di motivazione della sentenza d’appello riguardo al mancato riconoscimento della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, nel caso specifico sussistevano tutti i presupposti per l’applicazione di tale beneficio.

L’articolo 131-bis c.p. richiede la coesistenza di due condizioni fondamentali:
1. La particolare tenuità dell’offesa: valutata sulla base delle modalità della condotta e dell’esiguità del danno o del pericolo.
2. La non abitualità del comportamento: l’autore del reato non deve essere un delinquente abituale, professionale o per tendenza.

La difesa sosteneva che il giudice d’appello non avesse adeguatamente ponderato questi elementi.

La Decisione della Suprema Corte: l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: la Suprema Corte è un giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che il suo compito non è rivalutare i fatti e le prove del processo, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano fornito una motivazione logica e non contraddittoria.

Nel caso specifico, la richiesta dell’imputato si traduceva, di fatto, in una sollecitazione a riesaminare gli elementi già valutati dalla Corte d’Appello. Questo tipo di richiesta esula dalle competenze della Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha osservato che la Corte d’Appello aveva correttamente esaminato tutti gli indici rilevanti per decidere sull’applicabilità dell’articolo 131-bis c.p. La sentenza impugnata aveva fornito una motivazione adeguata per negare la particolare tenuità del fatto, basandosi sui criteri direttivi dell’art. 133 del codice penale. Poiché la motivazione del giudice di merito era presente e immune da vizi logici, non vi era spazio per un intervento della Corte di Cassazione. Il ricorso è stato quindi considerato proposto per un motivo non deducibile in sede di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione dei fatti compiuta dai giudici di primo e secondo grado. Per avere successo, il ricorso deve evidenziare un errore di diritto o un vizio logico manifesto nella motivazione della sentenza impugnata. In materia di particolare tenuità del fatto, se il giudice di merito ha esplicitato le ragioni per cui ritiene non sussistenti i requisiti di legge (esiguità dell’offesa e non abitualità), il suo giudizio è, di regola, insindacabile in sede di legittimità. Di conseguenza, la dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la pronuncia, la norma richiede la compresenza di due condizioni: la particolare tenuità dell’offesa, valutata in base alle modalità della condotta e all’esiguità del danno o del pericolo, e la non abitualità del comportamento del reo.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché proponeva un motivo non consentito in sede di legittimità. L’imputato chiedeva alla Suprema Corte una nuova valutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito, compito che esula dalle funzioni della Cassazione, la quale si limita a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma, in questo caso fissata in 3.000,00 euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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