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Particolare tenuità del fatto: quando è inammissibile

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la valutazione dei requisiti per tale beneficio (tenuità dell’offesa e non abitualità del comportamento) spetta al giudice di merito. Se la motivazione del giudice è corretta e priva di vizi logici, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti e sostituire la propria valutazione.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Limiti al Ricorso in Cassazione

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, permettendo di escludere la punibilità per reati di minima gravità. Tuttavia, la sua applicazione è subordinata a una precisa valutazione da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti entro cui è possibile contestare in sede di legittimità il diniego di tale beneficio, specialmente in casi come la guida in stato di ebbrezza.

I Fatti del Caso

Un imputato veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale che in secondo grado dalla Corte di Appello alla pena di due mesi di arresto e 600,00 euro di ammenda per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186, comma 2, lett. b) del Codice della Strada.

L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: il vizio di motivazione della sentenza d’appello in merito al mancato riconoscimento della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che nel suo caso ne ricorressero tutti i presupposti.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono riesaminare i fatti, ma ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze impugnate.

I Criteri di Valutazione per il Giudice di Merito

Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché la valutazione circa la sussistenza della particolare tenuità del fatto è un’indagine che spetta al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Questi deve verificare la presenza congiunta di due requisiti fondamentali:

1. La particolare tenuità dell’offesa: valutata sulla base delle modalità della condotta e dell’esiguità del danno o del pericolo cagionato, secondo i criteri direttivi dell’art. 133 c.p.
2. La non abitualità del comportamento: il reato non deve essere espressione di una tendenza a delinquere.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano correttamente evidenziato gli elementi che impedivano di qualificare il fatto come di particolare tenuità. Di conseguenza, la Corte di Cassazione non ha potuto far altro che prendere atto della correttezza di tale valutazione, senza poterla rimettere in discussione.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito che l’apprezzamento dei presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. costituisce un giudizio di fatto, demandato in via esclusiva al giudice di merito. Il ricorso in Cassazione su questo punto è ammissibile solo se la motivazione della sentenza impugnata risulta manifestamente illogica, contraddittoria o basata su una violazione di legge, ma non per contestare semplicemente la conclusione a cui il giudice è pervenuto. Poiché nel caso di specie la sentenza d’appello aveva fornito una motivazione adeguata per negare il beneficio, il ricorso non superava il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni

Questa pronuncia conferma un orientamento consolidato: le strategie difensive basate sulla richiesta della particolare tenuità del fatto devono essere supportate da solidi argomenti già nei primi gradi di giudizio. Tentare di ottenere in Cassazione una rivalutazione degli elementi fattuali che i giudici di merito hanno già esaminato e motivato si rivela una strada quasi sempre preclusa. La decisione sottolinea l’importanza di un’accurata motivazione da parte dei giudici di merito e, per la difesa, la necessità di concentrare le proprie argomentazioni fattuali nelle sedi appropriate, piuttosto che sperare in una revisione in sede di legittimità.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione del giudice di merito sulla particolare tenuità del fatto?
Sì, ma solo se la motivazione del giudice è manifestamente illogica, contraddittoria o viola la legge. La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti e sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito se questa è correttamente argomentata.

Quali sono i requisiti per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La legge richiede due condizioni che devono sussistere contemporaneamente: la particolare tenuità dell’offesa (valutata in base alle modalità della condotta e all’esiguità del danno o del pericolo) e la non abitualità del comportamento del reo.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (nel caso di specie, 3.000,00 euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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