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Particolare tenuità del fatto: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte conferma che il diniego del beneficio può essere motivato anche implicitamente, qualora la valutazione complessiva della condotta, come la violazione di una misura di prevenzione, ne escluda la minima offensività.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Diniego Legittimo anche con Motivazione Implicita

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per la deflazione del sistema penale, escludendo la punibilità per reati di minima entità. Tuttavia, la sua applicazione è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Num. 30859/2025) chiarisce un aspetto cruciale: il diniego di tale beneficio non richiede sempre una motivazione esplicita e dedicata, potendo essere implicitamente desunto dalla qualificazione complessiva della condotta.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di un individuo, sottoposto a una misura di prevenzione, avverso la sentenza della Corte di Appello di Napoli. Quest’ultima aveva confermato la sua responsabilità penale per aver violato le prescrizioni imposte, negando l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il ricorrente sosteneva che la sua trasgressione – un ritardo di sole due ore nel presentarsi alla Polizia Giudiziaria – fosse un evento meramente episodico e, pertanto, di lieve entità. La Corte di Appello, invece, aveva ritenuto la condotta espressiva di un concreto coefficiente di offensività e di una sostanziale ‘insensibilità’ dell’imputato al rispetto delle regole impostegli.

La Decisione della Cassazione sul Particolare Tenuità del Fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Il punto centrale dell’ordinanza risiede nel principio della ‘motivazione implicita’. Gli Ermellini hanno ribadito che, sebbene il giudice debba fornire un’adeguata motivazione per le sue decisioni, l’onere motivazionale relativo al diniego della particolare tenuità del fatto può considerarsi soddisfatto anche in assenza di considerazioni specifiche.

Se il giudice, nella sua valutazione complessiva, qualifica la condotta dell’agente in termini tali da escluderne la particolare tenuità (ad esempio, evidenziandone l’offensività o l’insensibilità alle prescrizioni), questa valutazione è sufficiente a giustificare il mancato riconoscimento del beneficio, anche senza una sezione della sentenza dedicata espressamente all’art. 131-bis c.p.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su consolidati principi della giurisprudenza di legittimità. Viene richiamato l’insegnamento delle Sezioni Unite (sentenza Tushaj, n. 13681/2016), secondo cui la valutazione sulla tenuità del fatto è un’operazione complessa che deve tenere conto di tutti i parametri dell’art. 133, comma 1, del codice penale: modalità della condotta, grado di colpevolezza ed entità del danno o del pericolo.

Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva correttamente evidenziato le ‘ragioni ostative’ all’applicazione del beneficio, collegandole al ‘concreto coefficiente di offensività della condotta’. Secondo la Cassazione, le argomentazioni del ricorrente, focalizzate sulla presunta episodicità del fatto, non erano altro che un tentativo di ottenere una nuova e diversa valutazione delle emergenze istruttorie, un’attività preclusa al giudice di legittimità. Il ricorso è stato quindi giudicato fragile e non in grado di scalfire la coerenza logica della sentenza impugnata. La decisione si allinea a precedenti pronunce (es. Tempera, n. 24780/2017; Scopazzo, n. 48317/2016) che ammettono la sufficienza di una motivazione implicita nel negare il beneficio della particolare tenuità.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica: l’esito di una richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. dipende interamente dalla valutazione del giudice di merito sulle specifiche circostanze del caso concreto. Un ricorso in Cassazione che si limiti a contestare tale valutazione, senza evidenziare vizi logici o violazioni di legge, è destinato all’inammissibilità. La decisione rafforza il principio secondo cui la qualificazione complessiva del fatto come ‘non tenue’, anche se non esplicitata in una sezione ad hoc della sentenza, è sufficiente a sostenere il diniego della causa di non punibilità, rendendo la strategia difensiva basata su mere rivalutazioni fattuali del tutto inefficace davanti alla Suprema Corte.

È sempre necessaria una motivazione esplicita per negare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No, non sempre. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’onere motivazionale si considera soddisfatto anche quando il giudice, pur senza dedicare considerazioni specifiche, qualifica la condotta in modo tale da escludere implicitamente che il fatto possa essere ritenuto particolarmente tenue.

Quali criteri deve usare il giudice per valutare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, utilizzando come parametri i criteri previsti dall’art. 133, comma 1, del codice penale: le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si limita a chiedere una diversa valutazione dei fatti?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare nel merito le prove e le circostanze di fatto già valutate dai giudici dei gradi inferiori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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