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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per false attestazioni a un pubblico ufficiale. La richiesta di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta, poiché la condotta non era occasionale e aveva concretamente rallentato il procedimento giudiziario, dimostrando una gravità ostativa al beneficio.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: no al beneficio se la condotta rallenta la giustizia

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per la deflazione del sistema penale, evitando la punizione per fatti-reato di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione complessa da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito che anche un reato apparentemente minore può essere escluso da questo beneficio se le sue conseguenze, come il rallentamento dell’azione processuale, ne dimostrano una gravità tutt’altro che trascurabile.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di una donna per il reato di false attestazioni a un pubblico ufficiale, previsto dall’art. 495 del codice penale. La sentenza di condanna era stata confermata dalla Corte d’Appello. L’imputata ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, le caratteristiche della condotta e la sua minima offensività avrebbero dovuto condurre a un proscioglimento ai sensi dell’art. 131-bis c.p.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, sottolineando come i giudici di merito avessero fornito una motivazione completa, logica e priva di vizi giuridici nel negare l’applicazione del beneficio. La Corte ha ribadito che il giudizio sulla tenuità del fatto richiede un’analisi congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, in linea con i principi stabiliti dalle Sezioni Unite.

Le Motivazioni: L’impatto sulla Giustizia come Indice di Gravità

Il cuore della decisione risiede nell’analisi degli elementi che ostacolano il riconoscimento della particolare tenuità del fatto. La Corte di Cassazione ha evidenziato due aspetti cruciali che, nel caso di specie, hanno giustificato l’esclusione del beneficio:

1. La non occasionalità della condotta: I giudici hanno ritenuto che il comportamento dell’imputata non fosse un episodio isolato e trascurabile.
2. La gravità dell’offesa: Questo punto è stato approfondito in modo specifico. La Corte ha dato particolare rilievo alle conseguenze pratiche della condotta illecita. Le false attestazioni avevano infatti causato un significativo rallentamento dell’azione processuale, costringendo l’autorità giudiziaria a effettuare ulteriori due tentativi di notificazione degli atti. Questa conseguenza, lungi dall’essere tenue, ha rappresentato un ostacolo concreto al corretto e celere funzionamento della giustizia.

La Cassazione ha quindi stabilito che, nella valutazione complessiva richiesta dall’art. 131-bis, che richiama i parametri dell’art. 133 c.p. (modalità della condotta, grado di colpevolezza, entità del danno o del pericolo), anche l’impatto negativo sul procedimento giudiziario è un indice rilevante della gravità del fatto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: la valutazione della particolare tenuità del fatto non si limita a un’analisi astratta del reato, ma deve tenere conto degli effetti concreti che la condotta ha prodotto. Un comportamento che, pur non causando un danno patrimoniale ingente, intralcia il servizio della giustizia, non può essere considerato di minima offensività. La decisione rafforza il principio secondo cui la collaborazione con l’autorità giudiziaria e il rispetto delle procedure sono valori tutelati dall’ordinamento, e la loro lesione, anche indiretta, costituisce un fattore di gravità che può precludere l’accesso a benefici come la non punibilità per tenuità del fatto.

Quando può essere esclusa l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
Può essere esclusa quando, da una valutazione complessiva del caso, emergono indici di gravità come la non occasionalità della condotta e le sue conseguenze concrete, anche se non patrimoniali.

Rallentare un procedimento giudiziario può impedire il riconoscimento della particolare tenuità del fatto?
Sì, secondo questa ordinanza, il fatto che la condotta dell’imputato abbia causato un rallentamento dell’azione processuale è un elemento di rilievo che dimostra una gravità tale da ostacolare l’applicazione del beneficio.

Quali elementi valuta il giudice per decidere sulla particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso, tenendo conto, ai sensi dell’art. 133 del codice penale, delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza e dell’entità del danno o del pericolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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