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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero condannato per rientro illegale in Italia. I giudici hanno escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sottolineando che la gravità intrinseca della condotta, considerata non episodica, è un parametro sufficiente per negare il beneficio, anche a prescindere dalla nozione tecnica di ‘abitualità’ del reato.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: la Gravità della Condotta Esclude il Beneficio

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale di deflazione processuale, evitando la sanzione penale per fatti di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini di questo beneficio, sottolineando come la gravità intrinseca di una condotta possa essere sufficiente a escluderlo, anche a prescindere da una valutazione sulla abitualità del comportamento del reo.

I Fatti del Caso: Rientro Illegale e Condanna

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un cittadino straniero condannato in primo e secondo grado alla pena di sei mesi di reclusione. Il reato contestato era quello di aver fatto ritorno illegalmente nel territorio nazionale dopo essere stato oggetto di un provvedimento di rimpatrio. La Corte d’Appello di Catania aveva confermato la sentenza di condanna del Tribunale, rigettando le richieste della difesa.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della particolare tenuità del fatto

Contro la decisione d’appello, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, articolando due principali motivi. Il primo, e più rilevante, riguardava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo il ricorrente, i giudici di merito avrebbero errato nel non riconoscere la minima offensività della sua condotta. Il secondo motivo verteva sul mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto comportare una riduzione della pena.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni della difesa infondate e meramente riproduttive di censure già esaminate e respinte correttamente nei gradi di merito. L’analisi della Corte offre importanti spunti interpretativi sull’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

La Gravità Intrinseca del Fatto come Parametro Decisivo

Il punto centrale della decisione riguarda i criteri per escludere la particolare tenuità del fatto. La Corte territoriale aveva negato il beneficio in ragione della “natura non episodica della grave condotta” del soggetto. La Cassazione convalida questo approccio, ma ne precisa la portata. Spiega, infatti, che per negare l’istituto è sufficiente che manchi anche solo uno dei presupposti richiesti dalla norma (minima offensività e non abitualità).

Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto decisiva la valutazione sulla gravità intrinseca del fatto. La Corte sottolinea che l’esclusione del beneficio non deriva tanto da una nozione tecnica di “abitualità” legata ai precedenti penali, quanto dalla “ricorrenza del dirimente parametro della entità del fatto”. In altre parole, la condotta di rientrare illegalmente nel Paese, dopo un provvedimento di espulsione, è stata considerata di per sé grave e non tenue, delineando una “intima connotazione di non particolare tenuità”.

Il Rigetto delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha osservato che la sentenza impugnata aveva correttamente motivato il diniego delle circostanze attenuanti generiche, evidenziando come non fossero rinvenibili elementi positivi a favore del ricorrente. Al contrario, pesava a suo sfavore la condizione di soggetto “pluripregiudicato”. Di fronte a tale motivazione, logica e coerente, la difesa si era limitata a insistere genericamente sulla necessità di concedere le attenuanti, senza contrapporre argomenti specifici.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale nell’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto: la valutazione del giudice deve essere completa e riguardare tutti i parametri indicati dalla legge. La decisione chiarisce che la gravità oggettiva e la connotazione stessa del reato possono costituire un ostacolo insuperabile al riconoscimento del beneficio, indipendentemente dall’analisi formale dei precedenti penali dell’imputato. La natura non episodica e la serietà intrinseca della condotta sono elementi che, se adeguatamente motivati, giustificano pienamente l’esclusione dell’istituto, confermando che la non punibilità non è una concessione automatica ma il risultato di un’attenta ponderazione di tutti gli aspetti del caso concreto.

Quando può essere esclusa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Può essere esclusa quando manca anche solo uno dei presupposti richiesti dall’art. 131-bis del codice penale, come la minima offensività del danno o la non abitualità del comportamento. La Corte ha ritenuto sufficiente l’assenza di uno solo di questi elementi.

La gravità intrinseca di un reato è sufficiente a negare la particolare tenuità del fatto?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’entità e la gravità intrinseca del fatto costituiscono un parametro decisivo. Se la condotta, per sua natura, non può essere considerata di particolare tenuità, ciò è sufficiente per escludere il beneficio, come nel caso del rientro illegale nel territorio nazionale.

Perché sono state negate le circostanze attenuanti generiche?
Sono state negate perché, secondo la Corte d’Appello, non erano presenti elementi positivi a favore del ricorrente. Al contrario, la sua condizione di soggetto con molteplici precedenti penali (pluripregiudicato) ha giocato a suo sfavore, e la difesa non ha fornito argomentazioni specifiche per contrastare questa valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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