LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per porto di oggetto atto a offendere. La difesa chiedeva l’assoluzione per particolare tenuità del fatto, ma la Corte ha confermato la decisione del Tribunale, sottolineando che i precedenti penali dell’imputato e le modalità dell’azione impedivano l’applicazione di tale istituto, distinguendolo dalla semplice ‘lieve entità’ del reato, rilevante solo per la determinazione della pena.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando i Precedenti Penali Contano?

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la punibilità di reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 22497/2024, offre un’importante chiave di lettura sui criteri che ne escludono l’operatività, in particolare il peso dei precedenti penali e la distinzione con la ‘lieve entità’ del reato.

I Fatti del Caso: Il Porto di un Oggetto Atto a Offendere

Il caso trae origine dalla condanna inflitta dal Tribunale di Cagliari a un individuo per il reato previsto dall’art. 4 della legge n. 110/1975. L’imputato era stato trovato in possesso, fuori dalla propria abitazione e senza un giustificato motivo, di un tondino di ferro lungo 21 cm, munito di un laccio. Il Tribunale, pur riconoscendo la ‘lieve entità’ del fatto, aveva condannato l’uomo al pagamento di una ammenda di 1.000,00 euro.

Il Ricorso in Cassazione e la Particolare Tenuità del Fatto

La difesa ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un vizio di motivazione. Secondo il ricorrente, il Tribunale avrebbe dovuto assolvere l’imputato applicando la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La tesi difensiva si basava sull’idea che il giudice di merito avesse negato il beneficio senza fornire una motivazione adeguata e congrua, limitandosi a ritenere insussistenti i requisiti oggettivi e soggettivi previsti dalla norma.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La decisione si fonda su principi giuridici consolidati e chiarisce aspetti cruciali dell’istituto in esame.

Distinzione tra Lieve Entità e Particolare Tenuità

Il punto centrale della motivazione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra due concetti spesso confusi: la ‘lieve entità’ del fatto, valutata ai sensi dell’art. 133 c.p., e la particolare tenuità del fatto di cui all’art. 131-bis c.p.

* La lieve entità è un criterio che il giudice utilizza per commisurare la pena, consentendogli di irrogare una sanzione più mite all’interno della cornice edittale.
* La particolare tenuità del fatto, invece, è una causa di non punibilità. Se riconosciuta, esclude completamente la condanna, portando a un proscioglimento.

Il fatto che il Tribunale abbia riconosciuto la ‘lieve entità’ per mitigare la pena non implica automaticamente che dovesse anche riconoscere la ‘particolare tenuità’ per assolvere l’imputato.

Il Ruolo dei Precedenti Penali e delle Modalità dell’Azione

La Corte ha sottolineato che il Tribunale ha correttamente escluso l’applicazione dell’art. 131-bis fornendo una motivazione adeguata. La decisione si basava su due elementi chiave:

1. I precedenti penali dell’imputato: La presenza di un passato criminale è un elemento soggettivo che può indicare una certa inclinazione a delinquere, rendendo il comportamento non del tutto occasionale.
2. Le modalità del fatto: Le circostanze concrete dell’azione, come la natura dell’oggetto portato illegalmente, contribuiscono a definire il grado di offensività.

Secondo la Cassazione, la valutazione combinata di questi elementi ha permesso al Tribunale di concludere, in modo logico e coerente, che il fatto non fosse di ‘particolare tenuità’ tale da giustificare la non punibilità.

Le Conclusioni della Sentenza

In conclusione, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, compito esclusivo del giudice di merito, ma di verificare la correttezza logico-giuridica della motivazione. In questo caso, la motivazione del Tribunale è stata ritenuta immune da vizi, in quanto ha adeguatamente spiegato perché, nonostante la lieve entità del reato, i precedenti dell’imputato e le modalità concrete dell’azione ostacolassero l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La sentenza rafforza l’idea che l’art. 131-bis c.p. non sia un’esimente automatica, ma il risultato di un bilanciamento attento di tutti gli indici di gravità del reato, sia oggettivi che soggettivi.

Avere precedenti penali impedisce sempre l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
Non automaticamente, ma secondo la sentenza, i precedenti penali sono un elemento fondamentale che il giudice valuta, insieme alle modalità del fatto, per escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., poiché possono indicare che il comportamento non è occasionale.

Qual è la differenza tra ‘lieve entità’ e ‘particolare tenuità del fatto’?
La ‘lieve entità’ del fatto, valutata secondo l’art. 133 c.p., serve al giudice per determinare l’entità della pena, potendola diminuire. La ‘particolare tenuità del fatto’, prevista dall’art. 131-bis c.p., è invece una causa di non punibilità che, se riconosciuta, porta al proscioglimento e quindi evita la condanna.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non ha il potere di revisionare gli elementi materiali e fattuali del caso. Il suo controllo è limitato alla verifica della corretta applicazione della legge e della logicità della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito delle prove.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati