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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per aver destinato al commercio carni trattate con sostanze illecite. La Corte esclude l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sottolineando che la pluralità di sostanze inibenti e il concreto pericolo per la salute pubblica prevalgono sul modesto guadagno economico previsto dalla vendita.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: non basta un basso profitto per escludere il reato

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta una causa di non punibilità per i reati considerati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione complessa di tutte le circostanze del caso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio in un caso di adulterazione di carni destinate al consumo, chiarendo che il pericolo per la salute pubblica prevale su considerazioni di modesto guadagno economico.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna di un imprenditore da parte del Tribunale per aver destinato al commercio un animale macellato le cui carni contenevano una pluralità di sostanze inibenti, in violazione delle normative sulla sicurezza alimentare. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su tre motivi principali, tra cui la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

I Motivi del Ricorso e la loro Infondatezza

Il ricorrente ha tentato di smontare l’impianto accusatorio attraverso tre argomentazioni, tutte respinte dalla Suprema Corte:

1. Carenza di interesse economico: La difesa ha sostenuto che il guadagno previsto dalla vendita delle carni, stimato in appena 300-400 euro, dimostrava l’estraneità dell’imputato. La Corte ha ritenuto il motivo inammissibile, sottolineando che la difesa stessa aveva dato per pacifica la destinazione commerciale del prodotto.
2. Mancata assunzione di una prova decisiva: Era stata richiesta una perizia genetica per accertare un presunto errore nella trascrizione dei dati relativi alla parentela tra due animali. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile perché la richiesta aveva un carattere meramente esplorativo e, inoltre, una perizia simile già effettuata in sede civile non aveva escluso il legame di parentela, rendendo inutile un ulteriore accertamento.
3. Violazione dell’art. 131-bis c.p.: Il cuore del ricorso risiedeva nella richiesta di riconoscere la particolare tenuità del fatto. La difesa riteneva che l’offesa fosse minima, ma la Corte ha confermato la decisione del Tribunale, che aveva escluso tale qualificazione.

Le motivazioni: perché la particolare tenuità del fatto è stata esclusa

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione del giudice di merito. La motivazione centrale risiede nella corretta valutazione degli elementi che escludono la particolare tenuità del fatto in contesti di reati alimentari. Il Tribunale, infatti, aveva argomentato la sua decisione sulla base di circostanze concrete e oggettive:

* Pluralità di sostanze illecite: La presenza di diverse sostanze inibenti sulla bovina destinata al consumo è stata considerata un fattore di gravità.
* Superamento dei limiti di legge: L’entità del superamento dei valori minimi imposti dalla normativa ha indicato un’offesa non trascurabile.
* Concreto pericolo per la salute: Il rapido tempo di deplezione di tali sostanze aumentava il rischio che carni adulterate potessero raggiungere il mercato e i consumatori, acuendo il pericolo per la salute pubblica.

La Suprema Corte ha richiamato il principio consolidato secondo cui il giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie. Ai sensi dell’art. 133 del codice penale, si devono considerare le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo. In questo caso, il pericolo concreto per un bene giuridico fondamentale come la salute pubblica è stato ritenuto preponderante rispetto al potenziale e modesto guadagno economico.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione: nei reati che mettono a rischio la salute pubblica, come quelli legati alla sicurezza alimentare, l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è soggetta a un esame estremamente rigoroso. Il basso profitto derivante dall’illecito non è di per sé sufficiente a qualificare il fatto come tenue. Elementi come la natura e la quantità delle sostanze illecite e il reale pericolo per i consumatori diventano i veri criteri dirimenti per il giudice, che è chiamato a tutelare interessi collettivi di primaria importanza.

Un basso guadagno economico da un reato è sufficiente per ottenere l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No. Secondo la Corte, un basso guadagno non è di per sé sufficiente, specialmente se il reato crea un concreto pericolo per beni giuridici fondamentali come la salute pubblica. La valutazione deve essere complessa e considerare tutte le circostanze del caso.

Perché la Corte ha rifiutato la richiesta di una nuova perizia genetica?
La richiesta è stata respinta per due ragioni: primo, era considerata ‘meramente esplorativa’, in quanto non basata su elementi concreti che indicassero un errore; secondo, una perizia simile era già stata acquisita agli atti da un procedimento civile e non aveva escluso la parentela tra gli animali, rendendo un nuovo esame inutile.

Quali elementi ha considerato il Tribunale per escludere la particolare tenuità del fatto nel caso di carni adulterate?
Il Tribunale ha basato la sua decisione su tre elementi principali: la pluralità di sostanze inibenti riscontrate nell’animale, l’entità del superamento dei valori minimi imposti dalla legge e il rapido tempo di assorbimento di tali sostanze, che aumentava il pericolo di immissione di carni pericolose sul mercato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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