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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione illegale di armi. L’imputato chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha stabilito che la valutazione del giudice di merito, che aveva escluso il beneficio basandosi sulla sola gravità della condotta e sulla potenziale offensività delle armi, era sufficientemente motivata e non sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la gravità della condotta è decisiva

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per deflazionare il sistema giudiziario, evitando la sanzione penale per fatti di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 11525/2024) chiarisce i limiti del sindacato di legittimità sulla decisione del giudice di merito di escludere tale beneficio, soprattutto quando la valutazione si fonda sulla gravità della condotta.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo, emessa dal Tribunale e confermata in Appello, per i reati di detenzione illegale di armi e munizioni. La pena inflitta era di 7 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa, con il beneficio della sospensione condizionale. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ritenendo che le circostanze del caso lo consentissero.

La Decisione della Corte sulla particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, il motivo di ricorso non era altro che una semplice riproposizione di argomenti già esaminati e respinti congruamente dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: per escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., è sufficiente che il giudice di merito fornisca una motivazione adeguata sull’assenza di anche uno solo dei presupposti richiesti dalla norma, specialmente se si tratta di un elemento considerato decisivo.

Le Motivazioni

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva negato il beneficio in ragione della gravità della condotta dell’imputato. Tale gravità era stata desunta dalla ‘potenzialità offensiva delle armi e munizioni illegalmente detenute’. La Cassazione ha ritenuto questa motivazione pienamente adeguata e logica. La valutazione sulla gravità del fatto rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Se questo potere è esercitato in modo congruo e coerente, la decisione non può essere messa in discussione in sede di legittimità. La Suprema Corte non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice che ha esaminato direttamente i fatti. Inoltre, non è necessario che il giudice analizzi dettagliatamente tutti i parametri indicati dall’art. 133 c.p. (relativi alla gravità del reato e alla capacità a delinquere del reo) se un singolo elemento, come l’offensività concreta della condotta, è già di per sé sufficiente a escludere la particolare tenuità.

Le Conclusioni

La decisione riafferma che il giudizio sulla particolare tenuità del fatto è strettamente legato all’apprezzamento dei fatti, un compito che spetta ai giudici di primo e secondo grado. La Corte di Cassazione interviene solo per controllare la logicità e la correttezza giuridica della motivazione, non per riesaminare il merito della vicenda. La potenziale offensività delle armi illegalmente detenute costituisce un elemento di gravità tale da giustificare, con motivazione adeguata, l’esclusione del beneficio. La declaratoria di inammissibilità ha comportato, per il ricorrente, la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende, a causa della colpa nell’aver promosso un ricorso privo di fondamento.

Perché è stato negato il beneficio della particolare tenuità del fatto in questo caso?
La Corte d’Appello ha negato il beneficio a causa della gravità della condotta dell’imputato, desunta specificamente dalla potenziale offensività delle armi e delle munizioni che deteneva illegalmente. Questa motivazione è stata ritenuta sufficiente dalla Cassazione.

Il giudice deve analizzare tutti i parametri dell’art. 133 c.p. per escludere la particolare tenuità del fatto?
No. Secondo la Corte, la motivazione del giudice è adeguata anche se si concentra sull’assenza di un solo presupposto decisivo, come la gravità del fatto, senza dover esaminare necessariamente tutti i parametri elencati nell’art. 133 del codice penale.

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, inoltre, al versamento di una somma di denaro, ritenuta equa, a favore della cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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