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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. È stata negata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa dell’alto tasso alcolemico, della gravità del fatto e dei precedenti penali dell’imputato.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: perché la Cassazione la nega per guida in stato di ebbrezza

L’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, consentendo di escludere la punibilità per reati di modesta entità. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione complessa da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 4531/2024, offre chiarimenti cruciali sui limiti di questo beneficio, specialmente in relazione al reato di guida in stato di ebbrezza.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un automobilista condannato sia in primo grado che in appello per il reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. La condanna, emessa a seguito di un giudizio abbreviato, consisteva in due mesi di arresto e ottocento euro di ammenda.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando un unico motivo: la violazione di legge per il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, le circostanze del reato avrebbero dovuto condurre il giudice a ritenerlo non punibile.

La Valutazione del Giudice sulla Particolare Tenuità del Fatto

Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato dalla Corte di Cassazione. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale: la valutazione sulla tenuità del fatto richiede un’analisi complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta.

Questa valutazione si basa sui criteri indicati dall’articolo 133 del codice penale, che includono:
* Le modalità della condotta.
* Il grado di colpevolezza.
* L’entità del danno o del pericolo cagionato.

La Corte ha sottolineato che tale giudizio rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito. Di conseguenza, la Corte di Cassazione può sindacare questa decisione solo in casi eccezionali, ovvero quando la motivazione è completamente assente o manifestamente illogica.

Le Motivazioni della Cassazione

Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente per negare il beneficio. I giudici di merito avevano considerato diversi elementi negativi che, nel loro insieme, escludevano la possibilità di considerare il fatto come di particolare tenuità.

Gli elementi decisivi sono stati:

L’elevato tasso alcolemico

Il tasso alcolemico riscontrato nelle due prove effettuate era significativamente alto, indicando un’offensività della condotta non trascurabile e un pericolo concreto per la sicurezza stradale.

La Gravità del Fatto e i Precedenti Penali

Oltre al dato alcolemico, i giudici hanno considerato la gravità complessiva del fatto. A pesare in modo significativo sono stati anche i plurimi precedenti penali dell’imputato, che delineano un profilo di non occasionalità della condotta illecita.

L’assenza di resipiscenza

Infine, è stata evidenziata la totale assenza di segni di ravvedimento o pentimento da parte dell’imputato. Questo elemento, unito agli altri, ha convinto i giudici che la condotta non potesse essere qualificata come un episodio isolato e di minima importanza.

La Corte ha concluso che tutte queste circostanze rientrano pienamente nei parametri di valutazione previsti dall’art. 133 c.p. e giustificano ampiamente la decisione di non applicare l’art. 131-bis c.p. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.

Conclusioni

L’ordinanza in commento conferma che la particolare tenuità del fatto non è un beneficio accessibile a chiunque commetta un reato di lieve entità. La valutazione del giudice deve essere complessiva e tenere conto non solo della natura del reato, ma anche della condotta dell’imputato, della sua personalità (desunta dai precedenti) e del grado di pericolo creato. Per la guida in stato di ebbrezza, un tasso alcolemico elevato, unito a precedenti penali specifici o a una generale proclività a delinquere, costituisce un ostacolo quasi insormontabile all’applicazione di questa causa di non punibilità.

Quando può essere esclusa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Può essere esclusa quando, nonostante il reato preveda una pena lieve, la valutazione complessiva del giudice evidenzia elementi di gravità. Nel caso specifico, sono stati decisivi l’elevato tasso alcolemico, i plurimi precedenti penali dell’imputato e l’assenza di segni di ravvedimento.

Quali elementi considera il giudice per decidere sulla particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, basandosi sui criteri dell’art. 133 del codice penale, quali le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo.

È possibile contestare in Cassazione la decisione del giudice sulla tenuità del fatto?
Sì, ma solo entro limiti ristretti. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della decisione del giudice di merito è mancante o manifestamente illogica, poiché la valutazione rientra nel potere discrezionale del giudice che ha esaminato i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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