LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per un reato di lieve entità in materia di stupefacenti. La decisione conferma il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e delle attenuanti generiche, basandosi su elementi negativi come i precedenti penali specifici, la quantità di principio attivo, il comportamento oppositivo all’arresto e una pregressa cessione di droga. La Corte sottolinea l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutare complessivamente la condotta e la personalità dell’imputato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando i Precedenti la Escludono?

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’articolo 131 bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la proporzionalità della sanzione penale. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione complessa del giudice. Con l’ordinanza n. 4510/2024, la Corte di Cassazione ribadisce che elementi come i precedenti penali specifici e un’elevata offensività della condotta possono giustificare l’esclusione di tale beneficio, anche per reati considerati di lieve entità.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per un reato di lieve entità legato agli stupefacenti, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. La pena inflitta era di quattro mesi di reclusione e ottocento euro di multa. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello, sollevando due questioni principali:

1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.).
2. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche.

L’imputato sosteneva che la sua condotta dovesse essere considerata di minima gravità, meritando così l’applicazione del beneficio della non punibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione dei giudici di merito. Secondo la Cassazione, la Corte d’Appello ha correttamente motivato le ragioni per cui non potevano essere concessi né il beneficio della tenuità del fatto né le attenuanti generiche, basandosi su una valutazione complessiva e logica degli elementi a disposizione.

Le Motivazioni della Decisione

La pronuncia si sofferma analiticamente sui due motivi di ricorso, fornendo chiarimenti importanti sui criteri di valutazione del giudice.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

La Corte ha ricordato che la valutazione sulla tenuità del fatto è un giudizio complesso che rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito. Tale valutazione deve tenere conto di tutti gli indicatori previsti dall’art. 133 del codice penale, come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo.

Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto decisivi alcuni elementi negativi:

* L’elevata quantità di principio attivo della sostanza stupefacente ceduta.
* Il comportamento oppositivo tenuto dall’imputato nei confronti degli agenti di Polizia Giudiziaria al momento dell’arresto.
* La pregressa cessione di stupefacenti, come dichiarato dall’acquirente.
* I precedenti penali specifici a carico dell’imputato.

Questi fattori, considerati nel loro insieme, delineano un quadro di offensività non trascurabile e una personalità non meritevole del beneficio, rendendo la motivazione della Corte d’Appello immune da censure di illogicità.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche per quanto riguarda il secondo motivo, la Cassazione ha ritenuto corretta la decisione impugnata. Il giudice, nel concedere o negare le attenuanti generiche, non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma può concentrarsi su quelli ritenuti prevalenti.

La Corte d’Appello ha negato le attenuanti sulla base di:

* La non trascurabile offensività della condotta.
* L’atteggiamento poco collaborativo dell’imputato.
* La pendenza di altri procedimenti per reati analoghi.

Secondo la Suprema Corte, anche un solo elemento negativo legato alla personalità del colpevole o alla gravità del reato può essere sufficiente a giustificare il diniego del beneficio.

Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto e sulla concessione delle attenuanti generiche non può limitarsi a un’analisi astratta del reato, ma richiede un esame approfondito della fattispecie concreta. La presenza di precedenti penali, un comportamento non collaborativo e un’offensività non minima della condotta sono indicatori che il giudice di merito può legittimamente porre a fondamento della sua decisione per escludere tali benefici. La decisione, pertanto, non è sindacabile in sede di legittimità se sorretta da una motivazione logica, coerente e priva di vizi evidenti.

Quando può essere esclusa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Può essere esclusa quando il giudice, valutando complessivamente la condotta ai sensi dell’art. 133 c.p., rileva elementi di gravità come l’elevata offensività (es. alta quantità di principio attivo), il comportamento dell’imputato (es. resistenza all’arresto) e la sua personalità (es. precedenti penali specifici).

Un solo elemento negativo è sufficiente per negare le circostanze attenuanti generiche?
Sì, secondo la giurisprudenza costante richiamata dalla Corte, il giudice può negare le attenuanti generiche basandosi anche su un solo elemento ritenuto prevalente, come la personalità del colpevole o la gravità del reato, senza dover analizzare tutti gli altri fattori.

Quali elementi ha considerato la Corte per valutare la gravità della condotta ai fini della non punibilità?
La Corte ha considerato quattro elementi decisivi: 1) l’elevata quantità di principio attivo della droga ceduta; 2) il comportamento oppositivo dell’imputato durante l’arresto; 3) una precedente cessione di stupefacenti emersa dalle dichiarazioni dell’acquirente; 4) i precedenti penali specifici dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati