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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per violenza privata e frode commerciale. La richiesta di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta, poiché i giudici di merito avevano correttamente valutato la gravità e la reiterazione della condotta, elementi ostativi al riconoscimento del beneficio.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: La Cassazione Chiarisce i Limiti

L’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, escludendo la punibilità per reati considerati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione discrezionale del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre spunti cruciali per comprendere i confini di questa causa di non punibilità, specialmente quando la condotta, sebbene non gravissima, presenta profili di serialità e un danno non trascurabile.

I Fatti di Causa: Violenza Privata e Frode Commerciale

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale e confermata dalla Corte d’Appello nei confronti di un imputato per i reati di violenza privata (art. 610 c.p.) e frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.). Inizialmente, l’accusa per il primo reato era di estorsione aggravata, poi riqualificata dai giudici di merito in violenza privata. I fatti, commessi in un periodo prossimo all’agosto 2017, erano stati ritenuti avvinti dal vincolo della continuazione.

Il Ricorso e la richiesta di particolare tenuità del fatto

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basandosi su un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione al mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto.
Secondo il ricorrente, la condotta di violenza privata si era limitata a una minaccia verbale, senza alcuna violenza fisica, mentre il danno patrimoniale derivante dalla frode era di modesta entità. Inoltre, la difesa sosteneva che la continuazione tra i due reati non fosse, di per sé, un ostacolo all’applicazione dell’art. 131-bis c.p., data anche l’episodicità complessiva del comportamento.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La Corte ha sottolineato come il motivo di ricorso fosse non solo aspecifico, ma anche una mera riproposizione di argomentazioni già presentate e respinte in modo adeguato dalla Corte d’Appello.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito. Tale giudizio si basa sui criteri direttivi dell’art. 133 c.p. (gravità del reato, desunta dalla natura, specie, mezzi, oggetto, tempo, luogo e ogni altra modalità dell’azione; dalla gravità del danno o del pericolo cagionato alla persona offesa dal reato; dalla intensità del dolo o dal grado della colpa). Di conseguenza, la decisione del giudice di merito può essere censurata in sede di legittimità solo in caso di mancanza totale di motivazione o di manifesta illogicità della stessa.
Nel caso specifico, i giudici d’appello avevano escluso l’applicabilità dell’art. 131-bis con una motivazione logica e coerente. Avevano infatti evidenziato elementi ostativi quali la gravità della condotta, la sua reiterazione e la non esiguità delle conseguenze dannose. Questi fattori, complessivamente considerati, rendevano l’offesa al bene giuridico protetto non così tenue da giustificare la non punibilità.

Le conclusioni

L’ordinanza conferma che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto è un’analisi complessa che non si esaurisce nella sola considerazione dell’entità del danno o nell’assenza di violenza fisica. Elementi come la reiterazione della condotta, anche se circoscritta a un breve arco temporale, e la gravità complessiva del comportamento illecito sono decisivi. La decisione del giudice di merito, se adeguatamente motivata e priva di vizi logici, è insindacabile in Cassazione. Questo principio rafforza la discrezionalità del giudice di primo e secondo grado nel bilanciare le esigenze di deflazione processuale con la necessità di non lasciare impunite condotte che, pur non essendo di estrema gravità, superano la soglia della minima offensività.

La continuazione tra due reati impedisce di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No, la sentenza chiarisce che la continuazione tra due reati non impedisce di per sé il riconoscimento della causa di esclusione della punibilità. Tuttavia, rappresenta un elemento che il giudice deve considerare nella valutazione complessiva della gravità del fatto.

Quando un ricorso per cassazione sulla particolare tenuità del fatto viene ritenuto inammissibile?
Un ricorso viene ritenuto inammissibile quando è aspecifico o si limita a riproporre le stesse argomentazioni già adeguatamente valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza evidenziare una mancanza o una manifesta illogicità nella motivazione della sentenza impugnata.

Quali elementi ha considerato la Corte per escludere la particolare tenuità del fatto in questo caso?
La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali hanno escluso il beneficio sulla base della gravità della condotta, della sua reiterazione e della non esiguità delle conseguenze dannose derivate dai reati commessi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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