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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per false dichiarazioni a un pubblico ufficiale. La Corte ha escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), sottolineando l’intenzionalità della condotta, volta a eludere sanzioni amministrative, e il fatto che la verità è emersa solo dopo indagini della polizia giudiziaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: no se si mente alla Polizia per evitare multe

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale, è spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 34460/2025) offre un importante chiarimento sui limiti di questo istituto, specialmente quando la condotta illecita è caratterizzata da un’intenzione specifica e ingannevole. Vediamo nel dettaglio il caso e le ragioni della decisione dei giudici supremi.

I fatti del caso

Il procedimento nasce dal ricorso di un individuo condannato sia in primo grado che in appello per il reato di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, previsto dall’art. 495 del codice penale. L’imputato, nel corso di un controllo, aveva fornito generalità non veritiere agli agenti di polizia. La sua reale identità era stata scoperta solo in un secondo momento, grazie ad accertamenti specifici condotti dalla polizia giudiziaria.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. A suo avviso, il reato commesso avrebbe dovuto essere considerato di minima gravità, tale da non meritare una sanzione penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato. I giudici hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, ritenendo corretta e logicamente coerente la motivazione che escludeva la tenuità del fatto. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni: perché è esclusa la particolare tenuità del fatto?

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui i giudici hanno negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La valutazione sulla tenuità del fatto, spiegano, non è automatica ma richiede un’analisi complessa e congiunta di tutti gli elementi della fattispecie concreta. In base all’art. 133 del codice penale, si devono considerare le modalità della condotta e il grado di colpevolezza.

Nel caso specifico, sono stati evidenziati due elementi decisivi:

1. L’inganno verso la Polizia Giudiziaria: Le false generalità non sono state un errore o una leggerezza. Hanno effettivamente ingannato gli agenti operanti, che sono riusciti a scoprire la verità solo a seguito di specifiche attività di indagine. Questo elemento dimostra una gravità della condotta che va oltre la semplice dichiarazione mendace.
2. Il dolo spiccato: La motivazione principale dietro la menzogna era quella di sottrarsi all’applicazione di sanzioni amministrative. Questo rivela un’intenzione (dolo) particolarmente intensa e finalizzata a eludere le conseguenze del proprio comportamento. Non si è trattato di un gesto impulsivo, ma di una scelta calcolata per ottenere un vantaggio illecito.

La Corte ha ribadito il principio, già affermato dalle Sezioni Unite, secondo cui il giudizio sulla tenuità del fatto deve tenere conto di tutte le peculiarità del caso, incluse le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo creato.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un salvacondotto per ogni reato di modesta entità. Quando la condotta è caratterizzata da un’intenzionalità specifica e ingannevole, come mentire deliberatamente alle forze dell’ordine per evitare sanzioni, il grado di colpevolezza assume un peso tale da escludere il beneficio. La decisione sottolinea l’importanza di una valutazione completa del caso concreto, che vada oltre la mera entità formale del reato e analizzi a fondo l’atteggiamento psicologico dell’autore e le conseguenze pratiche della sua azione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato perché la motivazione della corte d’appello, che aveva escluso la tenuità del fatto, è stata giudicata corretta, priva di contraddizioni logiche e in linea con i principi di diritto.

Quali elementi hanno portato ad escludere la particolare tenuità del fatto?
Due elementi principali: primo, le reali generalità dell’imputato sono state scoperte solo dopo specifici accertamenti della polizia giudiziaria, che era stata ingannata; secondo, il dolo era spiccato, in quanto la menzogna era finalizzata a sottrarsi all’applicazione di sanzioni amministrative.

Quali criteri generali si usano per valutare la particolare tenuità del fatto?
La valutazione richiede un’analisi complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, considerando, ai sensi dell’art. 133 del codice penale, le modalità della condotta, il grado di colpevolezza che ne emerge e l’entità del danno o del pericolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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