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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per evasione. La richiesta di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta a causa dei numerosi e gravi precedenti penali del ricorrente, che indicavano una persistente inclinazione a delinquere, rendendo irrilevante la lieve entità del singolo reato.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Non Basta un Reato Lieve se ci Sono Precedenti Gravi

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, volto a escludere la punibilità per reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione complessiva della condotta e della personalità dell’autore del reato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la presenza di un curriculum criminale significativo può precludere l’accesso a questo beneficio, anche a fronte di un reato di per sé non grave.

I Fatti del Caso

Un soggetto, già condannato per il reato di evasione, vedeva confermata la sua condanna in secondo grado dalla Corte d’Appello. Contro tale sentenza, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo: la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La difesa non contestava la materialità del reato commesso, ma sosteneva che la sua modesta entità avrebbe dovuto portare al proscioglimento.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che il motivo presentato fosse meramente riproduttivo di censure già adeguatamente esaminate e respinte con argomentazioni corrette dal giudice di merito. La Corte ha quindi confermato integralmente la decisione impugnata, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Il fulcro della decisione risiede nelle motivazioni con cui i giudici di merito, e di conseguenza la Cassazione, hanno negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha evidenziato come il diniego fosse stato motivato in maniera logica, coerente e puntuale, basandosi su una valutazione che non si è limitata al singolo episodio di evasione.

I fattori considerati sono stati:
1. La gravità dell’illecito: il reato di evasione, anche se non violento, lede l’autorità delle decisioni giudiziarie.
2. Le modalità dell’allontanamento: le circostanze specifiche della condotta.
3. L’intensità del dolo: la piena consapevolezza e volontà di trasgredire al provvedimento restrittivo.

L’elemento decisivo, tuttavia, è stato un altro: il numero ragguardevole delle precedenti condanne, anche gravi. Questo dato è stato interpretato come un indicatore inequivocabile della “persistente inclinazione a delinquere” del ricorrente. La legge, infatti, stabilisce che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non può essere applicata a chi è un delinquente abituale, professionale o per tendenza. La storia criminale dell’imputato ha dimostrato che il reato di evasione non era un episodio isolato e occasionale, ma si inseriva in un contesto di sistematica violazione della legge, incompatibile con il profilo di un soggetto meritevole del beneficio.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: la valutazione per la particolare tenuità del fatto non è atomistica, ma olistica. Il giudice non deve guardare solo al reato oggetto del processo, isolandolo dal contesto, ma deve considerare la condotta complessiva e la personalità dell’imputato. Un passato criminale denso e significativo funge da elemento ostativo, poiché la finalità dell’art. 131-bis è quella di non punire fatti marginali commessi da soggetti non socialmente pericolosi. Un individuo con numerosi precedenti, anche gravi, manifesta una pericolosità sociale che rende inappropriata l’applicazione di una norma pensata per condotte del tutto occasionali e di minimo allarme sociale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché considerato meramente riproduttivo di censure già esaminate e correttamente respinte dalla corte precedente, senza presentare nuovi o validi argomenti di diritto.

Quali elementi sono stati considerati per escludere la particolare tenuità del fatto?
Sono stati considerati la gravità dell’illecito, le modalità dell’allontanamento, la particolare intensità dell’intenzione criminale (dolo) e, in modo decisivo, il numero considerevole di precedenti condanne, anche gravi, a carico del ricorrente.

Perché i precedenti penali sono così importanti in questo caso?
I precedenti penali sono stati decisivi perché hanno rivelato una “persistente inclinazione a delinquere” del soggetto. Questa condizione è legalmente incompatibile con la concessione del beneficio della particolare tenuità del fatto, che è riservato a comportamenti occasionali e non a chi dimostra un’abitudine a commettere reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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