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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la sentenza che negava l’applicazione della particolare tenuità del fatto. La decisione si basa sulla pervicacia della condotta dell’imputato, protratta anche dopo un sequestro, e sull’ampiezza dell’occupazione illecita, elementi che escludono il beneficio.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando la Condotta Ostinata Esclude il Beneficio

L’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, consentendo di non punire reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Sez. 7, n. 156/2024) ha ribadito quali sono i limiti di questo beneficio, chiarendo che la valutazione del giudice deve estendersi non solo al danno cagionato, ma anche alle modalità della condotta dell’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La corte di merito aveva negato il riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. L’imputato, ritenendo ingiusta tale esclusione, ha adito la Corte di Cassazione, contestando la decisione e sostenendo la sussistenza dei presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Gli Ermellini hanno ritenuto il motivo di ricorso manifestamente infondato, confermando in toto la decisione del giudice di merito. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata esente da vizi logici e basata su corretti argomenti giuridici, rendendo così superfluo un ulteriore esame nel merito.

Le Motivazioni: la particolare tenuità del fatto di fronte a una condotta pervicace

Il cuore della decisione risiede nelle ragioni che hanno portato i giudici a escludere il beneficio della particolare tenuità del fatto. La Cassazione ha validato l’analisi della Corte d’Appello, che aveva evidenziato due elementi cruciali:

1. La pervicacia della condotta: L’imputato aveva dimostrato un’ostinazione nel suo comportamento illecito. La sua azione non è stata un episodio isolato e occasionale, ma si è protratta nel tempo, persistendo persino dopo l’intervento dell’autorità attraverso un sequestro amministrativo. Questo atteggiamento di sfida e insistenza è stato considerato incompatibile con la ‘tenuità’ richiesta dalla norma.

2. L’ampiezza dell’occupazione: Oltre alle modalità della condotta, è stata valutata anche l’entità oggettiva del fatto. Il giudice di merito ha sottolineato l’ampiezza dell’occupazione, un fattore che indica un’offesa non trascurabile al bene giuridico tutelato. Un’offesa di portata significativa, infatti, non può essere considerata ‘particolarmente tenue’.

La Corte ha quindi concluso che la motivazione del giudice di secondo grado era solida, logica e scevra da vizi, giustificando pienamente l’esclusione dell’esimente. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. Ribadisce che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto è un giudizio complesso che non si limita a una mera quantificazione del danno. Il giudice deve analizzare la condotta dell’agente nella sua interezza, inclusi gli aspetti soggettivi come l’insistenza e la caparbietà nel commettere il reato. La ‘pervicacia’ diventa così un indice chiaro di una volontà criminosa non occasionale, che impedisce l’accesso al beneficio. In pratica, chi persevera in un illecito, ignorando anche i provvedimenti dell’autorità, difficilmente potrà sperare nella non punibilità, anche se il reato contestato è di modesta entità.

La particolare tenuità del fatto può essere negata se il comportamento illecito continua nel tempo?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la “pervicacia della condotta”, ovvero la sua ostinata prosecuzione anche dopo un sequestro amministrativo, è un motivo valido per escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

L’entità dell’offesa, come l’ampiezza di un’occupazione, è rilevante per la concessione della particolare tenuità del fatto?
Sì, il provvedimento evidenzia che, oltre alla condotta, anche “l’ampiezza dell’occupazione” è un criterio utilizzato dal giudice per valutare la gravità del fatto e giustificare il mancato riconoscimento della causa di non punibilità.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo quanto stabilito in questa ordinanza, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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