LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per cessione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non può essere applicata a causa di due precedenti specifici, che configurano un comportamento abituale e ostacolano il riconoscimento del beneficio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce i limiti

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la proporzionalità della sanzione penale, evitando di punire condotte che, pur costituendo reato, risultano di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e incontra precisi limiti, come ribadito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame offre un’analisi chiara su quando i precedenti penali specifici possano configurare un “comportamento abituale”, ostativo al riconoscimento di questo beneficio.

I Fatti di Causa

Un soggetto veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di cessione di sostanze stupefacenti, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, a una pena di 6 mesi di reclusione e 1.200 euro di multa. La difesa decideva di ricorrere in Cassazione, lamentando un vizio di motivazione da parte della Corte d’Appello. Il motivo del ricorso si concentrava sul mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo il ricorrente, i giudici di merito avevano erroneamente considerato ostativi due precedenti specifici, sebbene risalenti nel tempo, negando così un beneficio che, a suo avviso, sarebbe stato applicabile.

La particolare tenuità del fatto e il comportamento abituale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici supremi hanno sottolineato come la sentenza impugnata avesse correttamente escluso la sussistenza dei presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La motivazione dei giudici di merito era solida: i due precedenti specifici per reati legati agli stupefacenti non consentivano di considerare la cessione di 217 mg di cocaina pura come un fatto di particolare tenuità.

La Corte ha richiamato consolidati principi giurisprudenziali, inclusa una pronuncia delle Sezioni Unite, secondo cui il comportamento dell’autore è da considerarsi “abituale” quando, oltre al reato per cui si procede, ha commesso almeno altri due illeciti. Questa abitualità costituisce un presupposto ostativo alla configurabilità della causa di non punibilità. La norma stessa, al terzo comma dell’art. 131-bis, chiarisce che il beneficio non si applica se l’imputato ha commesso più reati della stessa indole.

L’importanza della valutazione complessiva

Un altro punto cruciale evidenziato dalla Corte è che la legge impone una valutazione del “fatto” nella sua dimensione “plurima”. Ciò significa che, in presenza di più violazioni della stessa indole, perde di rilevanza l’eventuale tenuità dei singoli episodi. L’analisi deve essere complessiva, considerando la condotta del reo nel suo insieme per valutare la sua propensione a commettere reati. In questo contesto, i due precedenti specifici non potevano essere ignorati, in quanto indicativi di una non occasionalità del comportamento illecito.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano su una rigorosa interpretazione dell’art. 131-bis c.p. e della giurisprudenza di legittimità. La decisione di negare la particolare tenuità del fatto non è stata arbitraria, ma basata su elementi oggettivi: la presenza di due precedenti condanne per reati della stessa indole. Questi elementi, secondo la Corte, sono sufficienti a configurare quel “comportamento abituale” che la legge indica come causa ostativa. La Corte ha ribadito che la finalità dell’istituto non è quella di offrire una generale impunità per i reati minori, ma di escludere la sanzione solo per fatti genuinamente sporadici e minimi, commessi da soggetti che non mostrano una tendenza a delinquere. La valutazione del giudice, pertanto, non può limitarsi al singolo episodio, ma deve estendersi alla condotta complessiva dell’imputato.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un orientamento consolidato: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un beneficio accessibile a chiunque commetta un reato di lieve entità. La valutazione del giudice deve tener conto della personalità dell’autore, desunta anche dai suoi precedenti penali. La presenza di più condanne per reati della stessa indole è un indicatore forte di un “comportamento abituale” che preclude l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Questa pronuncia serve da monito: la valutazione sulla tenuità del fatto non è atomistica, ma olistica, e considera l’intera storia criminale del soggetto per stabilire se la sua condotta sia stata meramente occasionale o, al contrario, l’espressione di una più radicata inclinazione a violare la legge penale.

Quando è esclusa l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
L’applicazione è esclusa, tra le altre ipotesi, quando il comportamento dell’autore del reato è considerato abituale. Secondo la sentenza, questo si verifica quando l’imputato ha commesso, oltre al reato in esame, almeno altri due illeciti, specialmente se della stessa indole.

Due precedenti penali specifici sono sufficienti per negare la particolare tenuità del fatto?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la presenza di due precedenti specifici (in questo caso, per reati legati agli stupefacenti) è un elemento che impedisce di ritenere la condotta di particolare tenuità, in quanto configura un comportamento abituale e una tendenza a commettere reati della stessa indole.

Come viene valutato il “fatto” ai fini dell’art. 131-bis in presenza di più reati?
La valutazione non si concentra sulla tenuità dei singoli episodi, ma considera il “fatto” nella sua dimensione “plurima”. La normativa richiede una valutazione complessiva della condotta, in cui la ripetizione di reati della stessa indole assume un peso decisivo, indicando una non occasionalità del comportamento illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati