LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due individui condannati per coltivazione di sostanze stupefacenti. La Corte ha confermato la decisione di merito che escludeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ritenendo che il disvalore oggettivo della condotta, basato sulla quantità prodotta non destinata a uso personale, rendesse la condanna legittima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando Non Si Applica alla Coltivazione di Stupefacenti

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, escludendo la punibilità per reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di tale istituto in materia di coltivazione di sostanze stupefacenti, confermando che la quantità prodotta è un elemento decisivo per valutarne la gravità.

I Fatti del Caso: La Coltivazione e il Ricorso in Cassazione

Il caso in esame riguarda due soggetti condannati dalla Corte di Appello per la coltivazione di sostanze stupefacenti. Avverso tale sentenza, gli imputati hanno proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’errata valutazione delle prove e sostenendo che la loro condotta dovesse rientrare nell’ambito della non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Secondo la difesa, la coltivazione era destinata all’uso esclusivamente personale, e pertanto il fatto avrebbe dovuto essere considerato di lieve entità. La questione centrale sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, stabilire se la valutazione operata dai giudici di merito fosse immune da vizi logici e giuridici.

L’Analisi della Corte: Perché la particolare tenuità del fatto è stata esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, ritenendo la decisione della Corte d’Appello del tutto corretta e adeguatamente motivata. I giudici di legittimità hanno sottolineato come la sentenza impugnata fosse il risultato di un’analisi completa e approfondita delle risultanze processuali, senza presentare profili di irrazionalità, contraddittorietà o manifesta illogicità.

Il punto cruciale della decisione riguarda proprio l’esclusione della particolare tenuità del fatto. La Corte ha evidenziato che, a fronte delle analisi tossicologiche sulla sostanza sequestrata, non era sostenibile l’ipotesi che la coltivazione fosse finalizzata all’esclusivo uso personale. La quantità di principio attivo ricavabile era tale da superare la soglia della modesta offensività, configurando un pericolo per la salute pubblica che non poteva essere considerato tenue.

Il Disvalore Oggettivo della Condotta

La Cassazione ha ribadito che per applicare l’art. 131-bis c.p. è necessario valutare il ‘disvalore oggettivo’ della condotta. In questo caso, la Corte d’Appello aveva correttamente apprezzato tale elemento, considerando la quantità della sostanza prodotta come un indicatore della gravità del reato. Questa valutazione, immune da incongruenze logiche e coerente con le prove raccolte, ha reso la decisione inattaccabile in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi consolidati. In primo luogo, il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito. La Cassazione non rivaluta i fatti, ma si limita a controllare che la decisione del giudice precedente sia fondata su un percorso argomentativo logico e giuridicamente corretto. Nel caso di specie, la sentenza d’appello aveva chiaramente spiegato, alle pagine 4 e 5, perché la tesi dell’uso personale fosse insostenibile.

In secondo luogo, la Corte ha confermato che l’esclusione della causa di non punibilità era stata validamente motivata alla luce del ‘rilevato disvalore oggettivo della condotta accertata’. Questo dimostra che la mera coltivazione, anche se ‘domestica’, non gode di un’automatica presunzione di tenuità. Il giudice deve sempre compiere una valutazione concreta basata sulle specifiche circostanze, in particolare sulla quantità e qualità della sostanza coltivata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. Anzitutto, riafferma che la qualificazione di un fatto come ‘particolarmente tenue’ non dipende solo dalla natura del reato, ma da un’analisi complessiva della sua concreta offensività. Per i reati in materia di stupefacenti, la quantità prodotta o detenuta rimane un criterio fondamentale.

Inoltre, la decisione chiarisce che il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato per contestare l’apprezzamento dei fatti compiuto dal giudice di merito, a meno che non emergano vizi macroscopici come la manifesta illogicità. In assenza di tali vizi, la valutazione operata nei gradi precedenti diventa definitiva. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati non solo alla conferma della pena, ma anche al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende, a testimonianza della manifesta infondatezza del loro ricorso.

La coltivazione di sostanze stupefacenti può essere considerata un fatto di particolare tenuità?
Non automaticamente. Secondo questa ordinanza, se il disvalore oggettivo della condotta è rilevante (ad esempio, per la quantità prodotta che non può essere considerata per uso esclusivamente personale), la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto può essere esclusa.

Cosa valuta la Corte di Cassazione in un ricorso di questo tipo?
La Corte di Cassazione non riesamina i fatti, ma valuta la correttezza giuridica della sentenza impugnata. In questo caso, ha verificato che le motivazioni della Corte d’Appello fossero logiche, coerenti con le prove e non contraddittorie, confermando la legittimità della decisione.

Quali sono le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la conferma della condanna decisa nei gradi precedenti. Inoltre, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro ciascuno alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati