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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per il porto di un coltello. La difesa invocava la non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, ritenendo la condotta non episodica e il fatto intrinsecamente non tenue, escludendo così l’applicabilità del beneficio.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la condotta non episodica esclude il beneficio

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede un’attenta valutazione da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questo beneficio, specialmente quando la condotta dell’imputato non appare meramente occasionale. Analizziamo insieme la decisione per comprendere meglio i criteri applicativi.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale di Firenze, successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato previsto dalla legge sulle armi (L. 110/1975), per aver portato fuori dalla propria abitazione, senza un giustificato motivo, un coltello di tipo multiuso, considerato strumento da punta e da taglio e quindi potenzialmente offensivo.

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa proponeva ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di legge in relazione alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Il Ricorso e la valutazione della particolare tenuità del fatto

Il nucleo del ricorso si concentrava sull’articolo 131-bis del codice penale. Secondo la difesa, i giudici di merito avrebbero errato nel non riconoscere che il fatto contestato fosse di minima gravità, e quindi meritevole della non punibilità. La doglianza si basava sull’idea che il semplice porto di un coltello di quel tipo, in assenza di altri elementi, dovesse rientrare nell’ambito applicativo della norma.

La Suprema Corte, tuttavia, ha ritenuto il ricorso inammissibile, giudicando le argomentazioni difensive come una semplice riproposizione di critiche già esaminate e correttamente respinte nei precedenti gradi di giudizio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha chiarito che, per escludere l’applicazione della particolare tenuità del fatto, è sufficiente che il giudice motivi in modo adeguato l’assenza anche di uno solo dei presupposti richiesti dalla legge. In questo specifico caso, la Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto di non poter concedere il beneficio a causa della “natura non episodica della condotta tenuta dal soggetto”.

I giudici di legittimità hanno ulteriormente precisato che la gravità del fatto, che ne esclude la particolare tenuità, può essere desunta anche da parametri dirimenti come l’entità stessa del fatto. Tale valutazione, se congruente, logica e priva di contraddizioni, diventa incensurabile in sede di Cassazione.

In sostanza, la Corte ha stabilito che la valutazione della condotta come “non episodica” costituisce un elemento decisivo e sufficiente per negare il beneficio. Questa motivazione, considerata adeguata, ha reso il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La decisione riafferma un principio fondamentale: l’istituto della particolare tenuità del fatto non è una scorciatoia per l’impunità. La sua concessione è subordinata a una valutazione completa che include non solo la materialità del fatto, ma anche la condotta complessiva del reo. Una condotta che appare non meramente occasionale o che rivela una certa propensione a commettere illeciti può essere un ostacolo insormontabile per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché considerato una semplice reiterazione di critiche già adeguatamente valutate e respinte dal giudice di merito, senza presentare nuovi profili di illegittimità.

Qual è il motivo principale per cui è stata esclusa la particolare tenuità del fatto?
La causa di non punibilità è stata esclusa principalmente a causa della natura non episodica della condotta tenuta dal soggetto, un elemento ritenuto decisivo e sufficiente per negare il beneficio.

È sufficiente la mancanza di un solo presupposto per negare l’applicazione dell’art. 131-bis cod. pen.?
Sì, secondo la Corte è da ritenersi adeguata la motivazione che dia conto dell’assenza di uno soltanto dei presupposti richiesti dall’art. 131-bis cod. pen. per escludere la causa di non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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