LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un cittadino straniero per soggiorno illegale, rigettando il ricorso basato sulla richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto. La Corte ha ritenuto legittima la decisione del giudice di merito di escludere tale beneficio, valorizzando elementi come la lunga durata della permanenza illegale, i precedenti penali specifici e i reiterati ordini di espulsione. La sentenza chiarisce i parametri per la valutazione complessiva della condotta ai fini dell’applicazione dell’istituto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la condotta non è più ‘lieve’?

L’istituto della particolare tenuità del fatto rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, consentendo di escludere la punibilità per reati di minima offensività. Ma quali sono i confini di questa valutazione? Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre chiarimenti fondamentali, specialmente in relazione ai reati permanenti come il soggiorno illegale dello straniero nel territorio nazionale.

Il caso in esame riguarda un cittadino straniero condannato per essersi trattenuto in Italia oltre il termine fissato dall’ordine del Questore. La difesa aveva chiesto l’applicazione della causa di non procedibilità, ma i giudici di merito l’avevano negata. La Cassazione, nel confermare la decisione, ha delineato i criteri che giustificano l’esclusione di questo beneficio.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale è complessa. Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace di Ascoli Piceno per la violazione dell’art. 14, comma 5-quater, D.Lgs. 286/1998, ovvero per non aver ottemperato a un ordine di allontanamento. La sentenza veniva impugnata più volte davanti alla Corte di Cassazione, la quale in due occasioni annullava con rinvio la decisione proprio per un difetto di motivazione sulla mancata valutazione della richiesta di particolare tenuità del fatto.

Nell’ultimo giudizio di rinvio, il Giudice di Pace condannava nuovamente l’imputato a una pena pecuniaria (aumentandola rispetto alle precedenti sentenze), escludendo ancora una volta la tenuità del fatto. Contro questa decisione, la difesa proponeva un nuovo ricorso per cassazione, lamentando una motivazione apparente e illogica.

La Valutazione della Particolare Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per escludere la particolare tenuità del fatto, il giudice deve compiere un giudizio sintetico basato su tutti gli indici normativi. Questi includono l’esiguità del danno o del pericolo, l’occasionalità della condotta e il grado di colpevolezza.

È importante sottolineare che tale valutazione si applica anche ai reati di pericolo astratto o presunto, come quello di ingresso e soggiorno illegale. Anche in questi casi, il principio di offensività impone di verificare in concreto se l’offesa al bene giuridico protetto sia minima.

I Criteri che Escludono la Tenuità

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione del Giudice di Pace fosse adeguata e non illogica. Il giudice aveva correttamente valorizzato una serie di elementi concreti per negare il beneficio:

1. Durata della Permanenza Illegale: L’imputato era stato rintracciato ben due anni e cinque mesi dopo la scadenza del termine per lasciare il Paese. Una permanenza così prolungata è stata considerata un indice di una significativa e persistente lesione del bene giuridico tutelato.
2. Precedenti Penali Specifici: L’esistenza di precedenti condanne per reati della stessa natura dimostra una tendenza a violare la legge e contrasta con il requisito dell’occasionalità della condotta.
3. Reiterati Decreti di Espulsione: L’imputato era stato destinatario di ben due decreti di espulsione, a riprova di una deliberata volontà di disattendere i provvedimenti dell’autorità amministrativa.
4. Assenza di Esigenze Comprovate: Non erano emerse valide ragioni familiari, di lavoro o di studio che potessero in qualche modo giustificare la permanenza sul territorio nazionale.

Secondo la Cassazione, questo insieme di elementi delinea un quadro fattuale che va oltre la soglia della particolare tenuità del fatto, giustificando pienamente la decisione del giudice di merito.

La Questione della ‘Reformatio in Peius’

Un aspetto interessante toccato dalla sentenza riguarda l’aumento della pena inflitta dal giudice del rinvio (da 10.000 a 15.000 euro di multa). La Corte ha osservato che, sebbene la pena fosse stata aumentata, non ricorrevano i presupposti per una violazione del divieto di reformatio in peius. Poiché la pena inflitta non era di per sé illegale (né per specie, né per quantità) e non era stato presentato uno specifico motivo di ricorso su questo punto, la Corte non poteva intervenire d’ufficio.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendo infondate le censure della difesa. Il ragionamento del Giudice del rinvio è stato giudicato conforme ai principi di diritto e al mandato ricevuto dalle precedenti sentenze rescindenti. La motivazione, seppur sintetica, non era né apparente né illogica, in quanto ancorata a elementi concreti e specifici che, nel loro complesso, dipingevano una condotta tutt’altro che tenue. La Corte ha ribadito che il giudizio sulla tenuità del fatto deve essere globale e concreto, non limitato a una valutazione astratta della fattispecie di reato.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non è un automatismo, ma un giudizio discrezionale del giudice che deve essere ancorato a elementi fattuali precisi. In materia di immigrazione, la durata della condotta illecita, i precedenti specifici e la reiterata inosservanza degli ordini dell’autorità sono fattori decisivi che possono legittimamente portare a escludere il beneficio, anche quando il reato è di per sé punito con pene non elevate. La decisione serve da monito sul fatto che la persistenza e la consapevolezza nella violazione della legge sono elementi che pesano significativamente sulla valutazione della gravità complessiva del reato.

È possibile applicare la causa di non procedibilità per particolare tenuità del fatto al reato di soggiorno illegale?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che l’istituto della particolare tenuità del fatto è applicabile anche ai reati di pericolo astratto o presunto, come quello di ingresso e soggiorno illegale. Tuttavia, la sua applicazione dipende da una valutazione concreta di tutte le circostanze del caso.

Quali elementi possono portare un giudice a escludere la particolare tenuità del fatto in un caso di soggiorno illegale?
Un giudice può escludere il beneficio basandosi su un giudizio complessivo che tenga conto di elementi come: la durata consistente della permanenza illegale sul territorio nazionale, l’esistenza di precedenti penali specifici, l’emissione di plurimi decreti di espulsione e l’assenza di comprovate esigenze familiari, di lavoro o di studio.

Se un giudice in sede di rinvio applica una pena più grave, viola sempre il divieto di ‘reformatio in peius’?
Non necessariamente. Secondo la sentenza, se la pena irrogata non è illegale per specie o quantità e l’imputato non ha presentato uno specifico motivo di ricorso su questo punto, la Corte di Cassazione non può rilevare d’ufficio la violazione del divieto. La questione deve essere sollevata esplicitamente dalla parte interessata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati