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Particolare tenuità del fatto: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione conferma la condanna per danneggiamento e minaccia, rigettando il ricorso di un’imputata. La Corte ha escluso l’applicazione della particolare tenuità del fatto a causa della reiterazione della condotta e dei precedenti penali, e ha negato le attenuanti generiche per assenza di elementi favorevoli.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: La Cassazione Chiarisce i Limiti di Applicazione

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per la deflazione del sistema penale, escludendo la punibilità per reati considerati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui criteri che ne escludono l’operatività, in particolare in relazione all’abitualità del comportamento e alla valutazione del danno.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una donna condannata in primo e secondo grado per i reati di danneggiamento e minaccia ai danni di un’altra persona. Nello specifico, l’imputata aveva danneggiato l’autovettura della parte offesa. La Corte di Appello di L’Aquila aveva confermato la sentenza di condanna del Tribunale di Pescara a sette mesi di reclusione. Contro questa decisione, l’imputata ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a diversi motivi di impugnazione.

I Motivi del Ricorso e l’Applicazione della Particolare Tenuità del Fatto

La difesa ha articolato il ricorso su due principali argomentazioni:

1. Errata valutazione della responsabilità penale e mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p.: Secondo la ricorrente, la condanna si basava esclusivamente sulle dichiarazioni della persona offesa, senza considerare i pregressi dissapori tra le parti. Inoltre, si lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, che i giudici di merito avevano negato basandosi su precedenti penali ritenuti irrilevanti.
2. Mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti: La difesa sosteneva che i giudici non avessero concesso né le attenuanti generiche, né quella specifica per il danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), affermando che il veicolo era già logoro e il danno di valore “infinitesimale”.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo in parte aspecifico e in parte infondato. Le motivazioni della Corte forniscono una guida chiara sui limiti applicativi degli istituti invocati dalla difesa.

In primo luogo, i giudici hanno ribadito che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La valutazione delle prove, come le dichiarazioni della persona offesa, è di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado, e la loro ricostruzione, se logica e coerente, non è sindacabile in sede di legittimità.

Sul punto cruciale della particolare tenuità del fatto, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di appello. L’applicazione dell’art. 131-bis c.p. è esclusa non solo in base ai precedenti penali specifici, ma anche quando emerge una “reiterazione della condotta illecita”. In questo caso, i precedenti dell’imputata e la natura del comportamento tenuto nei confronti della vittima indicavano una non occasionalità della condotta, requisito essenziale per poter beneficiare della non punibilità.

Infine, la Corte ha respinto anche le doglianze relative alle circostanze attenuanti. Per quanto riguarda le attenuanti generiche, i giudici hanno ricordato il consolidato orientamento secondo cui, per negarle, è sufficiente motivare in base all’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato. Riguardo all’attenuante del danno di lieve entità, la Corte ha sottolineato che i danni concretamente accertati (rottura di specchietti, cofano e ammaccature multiple) non potevano essere considerati di “particolare tenuità”, rendendo irrilevante lo stato pregresso del veicolo. I danni erano stati ritenuti incompatibili con l’invocata attenuante, con una motivazione giudicata esente da illogicità.

Conclusioni

La sentenza in esame riafferma principi giuridici di notevole importanza pratica. In primo luogo, consolida l’interpretazione restrittiva dei requisiti per l’applicazione della particolare tenuità del fatto, sottolineando come l’abitualità del comportamento, desumibile anche da precedenti penali e dalla ripetizione di condotte illecite, sia un ostacolo insormontabile. In secondo luogo, chiarisce che la valutazione del danno ai fini dell’attenuante di cui all’art. 62 n. 4 c.p. deve basarsi sull’entità oggettiva della lesione patrimoniale causata, non sul valore residuo del bene danneggiato. Questa pronuncia serve da monito: la lieve entità di un reato deve essere valutata in tutti i suoi aspetti, oggettivi e soggettivi, e non può essere invocata per giustificare condotte reiterate o per sminuire danni patrimoniali significativi.

Quando non si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la sentenza, la sua applicazione è esclusa quando il comportamento dell’agente è abituale. L’abitualità può essere desunta dalla presenza di precedenti penali e dalla reiterazione della condotta illecita, anche ai danni della stessa persona offesa.

Perché i giudici possono negare le circostanze attenuanti generiche?
I giudici possono negare la concessione delle attenuanti generiche motivando semplicemente sulla base dell’assenza di elementi di segno positivo a favore dell’imputato che possano giustificare una mitigazione della pena.

Un danno a un’auto già vecchia può essere considerato di ‘particolare tenuità’?
No, non necessariamente. La valutazione non si basa sul valore residuo del bene, ma sull’entità concreta del danno provocato. Nel caso di specie, la rottura di specchietti retrovisori, del cofano e numerose ammaccature sono stati ritenuti danni significativi e non compatibili con l’attenuante della particolare tenuità del danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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