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Particolare tenuità del fatto: no senza contraddittorio

La Corte di Cassazione annulla un’assoluzione per particolare tenuità del fatto emessa da un GIP su richiesta di decreto penale di condanna. La Suprema Corte stabilisce che questa causa di non punibilità non può essere applicata senza un regolare contraddittorio, poiché implica un accertamento di colpevolezza e ha effetti pregiudizievoli per l’imputato. Il caso viene rinviato al giudice delle indagini preliminari.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione ribadisce il no all’applicazione senza contraddittorio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 37685/2025, affronta un tema cruciale della procedura penale: i poteri del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di fronte a una richiesta di decreto penale di condanna. Il cuore della questione ruota attorno all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale. La Suprema Corte ha stabilito un principio fondamentale: questa decisione non può essere presa de plano, cioè senza instaurare un pieno e corretto contraddittorio tra le parti.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un procedimento per un reato edilizio. Il Pubblico Ministero, ritenendo provata la responsabilità di un cittadino, aveva richiesto al GIP l’emissione di un decreto penale di condanna. Il GIP, tuttavia, ha preso una strada diversa: anziché condannare l’imputato, ha emesso una sentenza di proscioglimento immediato ai sensi dell’art. 129 c.p.p., ritenendo che il reato contestato fosse di particolare tenuità del fatto.

L’imputato, anziché accogliere con favore il proscioglimento, ha proposto ricorso per Cassazione. La difesa ha sostenuto che l’assoluzione per tenuità del fatto, pur non essendo una condanna, presuppone un accertamento della commissione del reato e produce effetti pregiudizievoli, come l’iscrizione nel casellario giudiziale. Pertanto, una tale decisione non può essere presa senza dare all’imputato la possibilità di difendersi in un vero processo, dove avrebbe potuto dimostrare la sua completa innocenza. Nel caso specifico, l’imputato intendeva provare l’esistenza di un’autorizzazione risalente nel tempo per le opere contestate.

La Procedura e la regola della particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza del GIP. I giudici hanno chiarito che, sebbene in linea generale una sentenza di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. possa essere emessa anche per la particolare tenuità del fatto, ciò è precluso nella fase delle indagini preliminari in assenza di contraddittorio. La procedura corretta, in questi casi, prevederebbe che il GIP restituisca gli atti al Pubblico Ministero, affinché valuti la possibilità di richiedere l’archiviazione del procedimento proprio per la tenuità del fatto.

L’importanza del contraddittorio

La Suprema Corte ha sottolineato che l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. non è una mera formalità. Essa implica un’analisi approfondita che comprende:
1. L’accertamento della sussistenza del fatto-reato.
2. La sua illiceità penale.
3. La sua attribuibilità all’imputato.

Questi elementi, che di fatto costituiscono un giudizio di colpevolezza, non possono essere affermati senza garantire il diritto di difesa. Il contraddittorio è essenziale perché l’imputato potrebbe avere interesse a un’assoluzione piena (perché il fatto non sussiste o non costituisce reato), piuttosto che a un proscioglimento per tenuità, che lascia una macchia sulla sua fedina penale e può avere conseguenze in sede civile.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio, già espresso dalle Sezioni Unite, che l’istituto della particolare tenuità del fatto richiede un confronto dialettico tra accusa, difesa e, se presente, persona offesa. Una decisione presa in solitudine dal giudice, senza aver sentito le parti, integra una nullità di ordine generale per violazione del diritto di difesa. Nel caso esaminato, l’interesse dell’imputato a un processo era concreto e attuale, poiché egli aveva allegato prove specifiche (un titolo autorizzativo datato) che avrebbero potuto portare a un esito processuale a lui più favorevole, ovvero un’assoluzione nel merito.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza una garanzia fondamentale del nostro sistema processuale: nessuna decisione che implichi un accertamento di responsabilità, anche se non sfocia in una condanna formale, può essere presa senza un pieno contraddittorio. Il GIP, di fronte a una richiesta di condanna e alla potenziale applicabilità della tenuità del fatto, non ha il potere di prosciogliere autonomamente l’imputato. Deve invece innescare un meccanismo procedurale che consenta a tutte le parti di esprimere le proprie posizioni, restituendo gli atti al PM per le sue valutazioni. Questa pronuncia tutela il diritto dell’imputato a difendersi e a cercare un’assoluzione piena, evitando gli effetti pregiudizievoli di una sentenza che, pur non punendo, certifica la commissione di un reato.

Può il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) assolvere un imputato per particolare tenuità del fatto se il PM ha chiesto un decreto penale di condanna?
No, secondo la Corte di Cassazione, il GIP non può emettere una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto in assenza di contraddittorio. Deve invece restituire gli atti al Pubblico Ministero affinché valuti la richiesta di archiviazione.

Perché l’applicazione della particolare tenuità del fatto richiede il contraddittorio tra le parti?
Perché l’istituto, pur escludendo la punibilità, presuppone un accertamento della sussistenza del reato, della sua illiceità e della sua attribuibilità all’imputato. Tali accertamenti possono avere effetti pregiudizievoli (es. iscrizione nel casellario) e ledere il diritto di difesa se compiuti senza un confronto processuale.

Quali sono le conseguenze di una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto emessa senza contraddittorio?
Tale sentenza è affetta da nullità di ordine generale. La Corte di Cassazione, come nel caso di specie, la annulla senza rinvio e dispone la trasmissione degli atti al GIP per l’ulteriore corso, ripristinando di fatto la fase precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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