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Particolare tenuità del fatto: no se le lesioni sono gravi

Un lavoratore, condannato per lesioni colpose gravi a seguito dell’uso improprio di un macchinario, ha richiesto l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la gravità delle lesioni e la pericolosità della condotta sono elementi decisivi che impediscono di qualificare il fatto come “tenuo”, anche in presenza del risarcimento del danno alla vittima.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Esclusa se le Lesioni sul Lavoro Sono Gravi

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131 bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la proporzionalità della risposta sanzionatoria dello Stato. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede un’attenta valutazione da parte del giudice. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: la non punibilità non può essere concessa quando, pur in un contesto di colpa, le conseguenze del reato, come lesioni gravi, ne dimostrano un’offensività tutt’altro che trascurabile.

I Fatti del Caso: Un Infortunio sul Lavoro

La vicenda trae origine da un infortunio sul lavoro. Un dipendente veniva condannato in primo grado per il reato di lesioni personali colpose gravi (art. 590 c.p.) ai danni di un collega. L’incidente era stato causato dall’utilizzo di un macchinario in modo non conforme alle prescrizioni di sicurezza, sebbene tale modalità operativa fosse una prassi diffusa tra i lavoratori.

In sede di appello, la Corte territoriale riformava parzialmente la sentenza, concedendo all’imputato la circostanza attenuante dell’avvenuto risarcimento del danno (art. 62, n. 6, c.p.) e rideterminando la pena in una multa di modesto importo. Nonostante ciò, i giudici di secondo grado negavano l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

L’imputato decideva quindi di ricorrere in Cassazione, basando la sua difesa sull’unico motivo dell’ingiustificato diniego dell’art. 131 bis c.p.

La Questione Giuridica: Quando un Reato è “Particolarmente Tenuo”?

Il nucleo della questione giuridica ruota attorno ai criteri per definire un fatto “particolarmente tenuo”. L’art. 131 bis c.p. consente al giudice di non procedere alla punizione quando l’offesa è minima, tenuto conto delle modalità della condotta e dell’esiguità del danno o del pericolo. La difesa dell’imputato sosteneva che il risarcimento del danno, già riconosciuto come attenuante, dovesse essere un elemento decisivo per qualificare l’intero episodio come di lieve entità.

La Corte di Cassazione era quindi chiamata a stabilire se la gravità dell’esito della condotta (le lesioni gravi) potesse da sola giustificare l’esclusione della non punibilità, anche a fronte di altri elementi a favore dell’imputato.

Le Motivazioni della Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione chiara e in linea con il suo orientamento consolidato. I giudici hanno sottolineato che la valutazione sulla tenuità del fatto è un giudizio complesso che rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e che non può basarsi su automatismi.

Due sono stati gli elementi ritenuti decisivi per escludere la non punibilità:

1. Le modalità della condotta: L’aver utilizzato un macchinario in modo difforme dalle prescrizioni, seguendo una prassi lavorativa pericolosa, è stato considerato un comportamento gravemente negligente.
2. L’entità del danno: Il fatto che la condotta avesse cagionato “gravi lesioni” alla persona offesa è stato l’elemento centrale. La gravità del danno, secondo la Corte, è un indice inequivocabile dell’offensività del comportamento, incompatibile con il concetto di “tenuità”.

La Corte ha inoltre precisato che il riconoscimento di una circostanza attenuante, come l’avvenuto risarcimento del danno, opera su un piano diverso. Sebbene possa ridurre la pena, non cancella la gravità oggettiva del fatto e non obbliga il giudice a considerarlo “tenuo”. La valutazione ai fini dell’art. 131 bis c.p. deve essere globale e autonoma.

Le Conclusioni: La Sicurezza Prevale sulla Tenuita

La decisione della Cassazione rafforza un principio fondamentale, specialmente in materia di sicurezza sul lavoro: la gravità delle conseguenze di un comportamento negligente è un fattore primario nella valutazione della sua rilevanza penale. La non punibilità per particolare tenuità del fatto non può diventare un pretesto per minimizzare condotte che, sebbene non dolose, mettono a serio rischio l’incolumità delle persone.

L’implicazione pratica di questa ordinanza è chiara: il risarcimento del danno è un atto dovuto e apprezzabile, ma non sufficiente a rendere “tenuo” un reato che ha provocato lesioni gravi. La valutazione dell’offensività rimane centrale e l’esito dannoso della condotta ne è uno degli indicatori più significativi.

La non punibilità per particolare tenuità del fatto può applicarsi ai reati di lesioni colpose?
Sì, in linea di principio è possibile, ma la sua applicazione è esclusa, come chiarito dalla Corte, quando la condotta che ha causato le lesioni è connotata da particolare pericolosità e l’esito dannoso, ovvero le lesioni stesse, è di grave entità.

Aver risarcito il danno alla vittima comporta automaticamente il riconoscimento della particolare tenuità del fatto?
No. Secondo la sentenza, il risarcimento del danno è una circostanza attenuante che può portare a una riduzione della pena, ma non obbliga il giudice a considerare il fatto come “particolarmente tenuo”. La valutazione della tenuità è autonoma e deve considerare la gravità complessiva del reato.

Quali sono stati gli elementi decisivi per escludere l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. in questo caso?
Gli elementi decisivi sono stati due: le modalità della condotta, ovvero l’utilizzo di un macchinario in modo non conforme alle norme di sicurezza, e l’entità del danno, consistente nelle “gravi lesioni” subite dalla vittima. Questi due fattori hanno dimostrato un grado di offensività incompatibile con la nozione di “tenuità”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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