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Particolare tenuità del fatto: no se la guida è grave

Un individuo, guidando uno scooter in stato di ebbrezza e senza patente, ha causato un incidente autonomo riportando gravi lesioni. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando l’impossibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa della manifesta pericolosità e intenzionalità della condotta, nonostante l’assenza di danni a terzi.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: no se la guida è grave

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, consentendo di non punire condotte che, pur integrando un reato, risultano di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede un’attenta valutazione da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questo beneficio, specialmente in relazione a reati stradali caratterizzati da una significativa pericolosità.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato riguarda un uomo che, dopo aver assunto bevande alcoliche in misura rilevante (con un tasso alcolemico di 1,88 g/l), si metteva alla guida di uno scooter di grosse dimensioni, pur essendo privo di patente perché revocatagli in precedenza. Durante la guida, perdeva il controllo del veicolo, andando a scontrarsi contro un muro. A seguito dell’incidente, riportava gravi fratture vertebrali, con una prognosi di guarigione superiore ai tre mesi.

Condannato nei primi due gradi di giudizio, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato basava il proprio ricorso su tre motivi principali:
1. Il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto, sostenendo che la condotta successiva al reato dovesse essere valutata positivamente.
2. L’omesso riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, in virtù del corretto comportamento processuale e del modesto disvalore sociale del fatto.
3. La mancata concessione di una pena sostitutiva, in particolare quella del lavoro di pubblica utilità.

La Valutazione sulla particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Il punto centrale della motivazione riguarda proprio l’inapplicabilità dell’art. 131-bis c.p. al caso di specie.

I giudici hanno sottolineato come la valutazione sulla tenuità del fatto non possa limitarsi a considerare l’assenza di danni a terzi. Al contrario, è necessaria un’analisi complessiva che tenga conto di tutti gli elementi concreti del comportamento, secondo i criteri indicati dall’art. 133 del codice penale. Nel caso specifico, sono emersi diversi elementi di gravità:

* L’intenzionalità della condotta: L’imputato si era messo alla guida volontariamente dopo aver bevuto e sapendo di non avere la patente.
* Le modalità del fatto: La guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico quasi quattro volte superiore al limite, su un veicolo di grandi dimensioni e senza abilitazione, denota una particolare pericolosità.
* Le conseguenze: Sebbene le lesioni fossero state riportate solo dal conducente, la loro gravità (fratture alla spina dorsale) testimonia la violenza dell’impatto e il rischio creato.

La Corte ha ribadito il principio, già affermato dalle Sezioni Unite, secondo cui il giudizio sulla tenuità non riguarda il fatto-reato in astratto, ma il “fatto storico” in tutte le sue concrete manifestazioni.

Diniego delle Attenuanti e delle Pene Sostitutive

Anche gli altri motivi di ricorso sono stati respinti. La Corte ha ritenuto che la stessa pericolosità della condotta, che ha escluso la tenuità del fatto, fosse incompatibile con il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. I giudici non sono tenuti a esaminare ogni singolo elemento favorevole all’imputato, ma possono concentrarsi su quelli ritenuti decisivi, e in questo caso la gravità del comportamento è stata considerata prevalente.

Analogamente, la richiesta di pene sostitutive è stata negata perché la loro concessione presuppone un giudizio prognostico positivo sulla futura condotta dell’imputato, giudizio che i giudici di merito, con motivazione logica, hanno ritenuto di non poter formulare.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su un’interpretazione rigorosa dei presupposti per l’applicazione di benefici come la particolare tenuità del fatto e le attenuanti generiche. La Corte ha chiarito che il giudice deve condurre una valutazione globale e concreta della vicenda, analizzando le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del pericolo creato. Non è sufficiente l’assenza di danni a terze persone per qualificare un fatto come “tenue” quando la condotta stessa è intrinsecamente e gravemente pericolosa. L’intenzionalità di porsi in una situazione di illegalità e rischio (guida in stato di ebbrezza e senza patente) è un fattore determinante che osta al riconoscimento di qualsiasi forma di clemenza. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché riproponeva censure già adeguatamente respinte nei gradi di merito, senza una critica puntuale alla motivazione della sentenza d’appello.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione: la valutazione della gravità di un reato non può essere parziale. La particolare tenuità del fatto non è un beneficio accessibile quando la condotta dell’agente dimostra un disprezzo significativo per le regole e per la sicurezza propria e altrui. La guida in stato di ebbrezza, aggravata dalla mancanza di patente, costituisce un comportamento di tale pericolosità da rendere irrilevante, ai fini della non punibilità, la circostanza fortuita che non siano stati coinvolti altri utenti della strada. La decisione rafforza un approccio severo verso condotte che, pur non causando danni a terzi, creano un allarme sociale e un pericolo concreto.

È possibile ottenere l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto se non si sono causati danni a terzi?
No, la sentenza chiarisce che l’assenza di coinvolgimento di terzi non è di per sé sufficiente. La valutazione deve considerare la pericolosità complessiva della condotta, l’intenzionalità e il grado di colpevolezza dell’agente.

Perché sono state negate le circostanze attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti sono state negate perché i giudici hanno ritenuto che la pluralità di elementi negativi e la pericolosità della condotta (guida in stato di ebbrezza, senza patente, con conseguente incidente) fossero prevalenti e incompatibili con una richiesta di clemenza.

Quali criteri utilizza il giudice per valutare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve effettuare una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, basandosi sui criteri dell’art. 133, comma 1, del codice penale. Questi includono le modalità della condotta, il grado di colpevolezza desumibile e l’entità del danno o del pericolo causato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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