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Particolare tenuità del fatto: no se la guida è grave

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver causato un incidente. La richiesta di applicare la non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta, poiché la Corte ha ritenuto che l’elevato tasso alcolemico, le modalità della condotta e la pericolosità concreta del fatto escludessero la lieve entità del reato.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: quando la particolare tenuità del fatto non si applica?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di reati stradali: l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di guida in stato di ebbrezza. Con una decisione netta, la Suprema Corte ha ribadito che la valutazione della gravità del reato non può fermarsi al solo titolo, ma deve considerare tutte le circostanze concrete del caso. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto affermati.

I Fatti di Causa

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado alla pena di 6 mesi di arresto e 2000 euro di ammenda per il reato di guida in stato di ebbrezza. Gli esami avevano rivelato un tasso alcolemico molto elevato (1,84 e 1,81 g/l), ben al di sopra della soglia più grave prevista dal Codice della Strada.

A rendere la situazione più seria, concorrevano due aggravanti: l’aver commesso il fatto in orario notturno e, soprattutto, l’aver provocato un incidente stradale autonomo, perdendo il controllo del proprio veicolo. Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, chiedendo il riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131 bis del codice penale.

La particolare tenuità del fatto e la decisione della Cassazione

Il ricorso dell’imputato viene giudicato inammissibile dalla Corte di Cassazione. I giudici hanno osservato che le censure mosse alla sentenza d’appello non erano nuove, ma si limitavano a riproporre questioni già correttamente esaminate e respinte nei gradi di merito.

La Corte d’Appello aveva negato la concessione del beneficio della non punibilità basandosi su una valutazione approfondita della gravità concreta del fatto. Questa valutazione è stata pienamente condivisa dalla Cassazione, che ha sottolineato come la condotta dell’imputato fosse tutt’altro che di lieve entità.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su elementi specifici che escludono la particolare tenuità del fatto. In primo luogo, il tasso alcolemico riscontrato superava di molto il limite minimo della soglia più alta di punibilità. Questo dato, da solo, indica un elevato grado di colpa e una significativa alterazione delle capacità psicofisiche del conducente.

In secondo luogo, le modalità della condotta sono state decisive. L’aver perso la padronanza del mezzo fino a causare un incidente stradale dimostra una pericolosità concreta non solo per sé stessi, ma per tutti gli utenti della strada. La Corte ha ribadito un principio consolidato, anche dalle Sezioni Unite (sentenza Tushaj, 2016), secondo cui per negare l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. è necessario guardare alla gravità complessiva del reato, includendo le modalità dell’azione e l’entità del danno o del pericolo.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale rigoroso: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un automatismo, ma richiede una valutazione attenta di tutte le circostanze del caso. Nel contesto della guida in stato di ebbrezza, la presenza di un tasso alcolemico particolarmente elevato, unita alla causazione di un incidente, costituisce un indicatore di gravità tale da precludere l’accesso a questo beneficio. La decisione sottolinea l’importanza della sicurezza stradale e riafferma che condotte gravemente pericolose non possono essere considerate di lieve entità, anche quando non si verificano conseguenze tragiche.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto nella guida in stato di ebbrezza?
Secondo questa ordinanza, la non punibilità è esclusa quando la gravità concreta del fatto è significativa. Tale gravità viene desunta da elementi come un tasso alcolemico molto superiore alla soglia massima, le modalità della condotta che portano alla perdita di controllo del veicolo e l’aver causato un incidente, creando un pericolo per gli altri utenti della strada.

Quali elementi ha considerato la Corte per valutare la gravità del fatto nel caso specifico?
La Corte ha valorizzato la combinazione di tre elementi: l’elevato tasso alcolemico (1,84 e 1,81 g/l), la modalità della condotta (perdita di padronanza del mezzo) e la conseguenza diretta di tale condotta (la causazione di un incidente), che ha generato una concreta situazione di pericolo.

Cosa accade se un ricorso in Cassazione si limita a ripetere motivi già respinti in appello?
Se il ricorso non formula critiche specifiche e nuove contro la decisione della Corte d’Appello, ma si limita a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e correttamente respinte nel grado precedente, il ricorso viene dichiarato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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