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Particolare tenuità del fatto: no se la condotta è abituale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per truffa. È stata esclusa l’applicazione della particolare tenuità del fatto a causa della condotta non occasionale e prolungata nel tempo, che dimostra una maggiore offensività del reato, rendendo il comportamento non meritevole del beneficio.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la condotta abituale esclude il beneficio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7501 del 2024, torna a pronunciarsi sui confini applicativi della particolare tenuità del fatto. Il caso in esame offre un’importante lezione: quando un comportamento illecito, seppur di modesto valore economico, diventa un’abitudine, non può essere considerato di lieve offensività. La pronuncia chiarisce che la durata e la sistematicità di una condotta fraudolenta sono elementi decisivi per negare l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale.

I Fatti del Caso: Una Truffa Continuata

Il ricorrente era stato condannato in appello per il reato di truffa ai sensi dell’art. 640 c.p. La condotta contestata consisteva nell’aver percepito, tramite un “prolungato costume frodatorio”, una retribuzione non dovuta. Sebbene l’importo fosse minimo e successivamente restituito, la Corte territoriale aveva evidenziato la natura non occasionale del comportamento. L’illecito si era protratto nel tempo, basandosi su un meccanismo fraudolento ben articolato, fondato sulla discordanza tra la registrazione della presenza e l’effettiva assenza dal luogo di lavoro. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, chiedendo il riconoscimento della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto.

La particolare tenuità del fatto e i suoi limiti

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis c.p., permette al giudice di non punire chi ha commesso un reato quando l’offesa è di minima entità e il comportamento non risulta abituale. La valutazione deve tenere conto delle modalità della condotta e dell’esiguità del danno o del pericolo. Tuttavia, la norma stessa pone un paletto fondamentale: il comportamento non deve essere seriale. È proprio su questo punto che si è concentrata l’analisi della Suprema Corte.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Genericità e Abitualità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per due ragioni principali.
In primo luogo, ha riscontrato un’assoluta genericità dei motivi proposti. Il ricorrente si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi specificamente con le puntuali motivazioni della sentenza impugnata. Questo modo di agire viola il principio di specificità dei motivi di ricorso, rendendolo inammissibile.

Le Motivazioni

Nel merito, la Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di secondo grado. La non occasionalità della condotta è stata l’elemento chiave per escludere la particolare tenuità del fatto. La Corte ha sottolineato come l’imputato avesse messo in atto un vero e proprio “costume frodatorio” prolungato nel tempo. La durata dell’illecita locupletazione e la “articolata morfologia dell’inganno” dimostrano una gravità e un’offensività che vanno oltre la soglia della tenuità. La decisione non è una violazione di legge, ma una corretta valutazione della dimensione ontologica del fatto illecito, apprezzato nella sua interezza e non come un singolo episodio isolato.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio consolidato: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un’esenzione automatica per i reati di modesto valore. La valutazione del giudice deve estendersi all’intera condotta dell’agente. Un comportamento fraudolento, anche se produce un danno economico esiguo in ogni singolo episodio, perde il carattere della tenuità quando diventa sistematico e prolungato. Questa pronuncia serve da monito: la ripetizione di un illecito, anche se piccolo, ne aumenta la gravità complessiva, precludendo l’accesso a benefici pensati per offese veramente minime e occasionali.

Quando non si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Non si può applicare quando il comportamento non è occasionale, ma deriva da un “prolungato costume frodatorio”. La durata della condotta illecita e la sua morfologia articolata dimostrano un’offensività che supera la soglia della minima lesività richiesta dalla norma.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per assoluta genericità e difetto di specifico confronto con le motivazioni della sentenza impugnata. Il ricorrente si è limitato a riproporre argomentazioni già respinte nel merito, senza contestare in modo puntuale le ragioni della decisione della Corte d’Appello.

Quali criteri ha usato la Corte per valutare la gravità dell’offesa ai fini dell’art. 131-bis c.p.?
La Corte ha fatto leva principalmente sulla “non occasionalità della condotta” e sulla sua “durata prolungata nel tempo”. Ha considerato il fatto non come un singolo episodio, ma come un reato “formato” nel contesto di un contratto a prestazioni corrispettive, apprezzando la gravità dell’offesa nella sua dimensione ontologica e nella complessa morfologia dell’inganno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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