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Particolare tenuità del fatto: no se il reato è grave

Un soggetto viene assolto per l’uso continuato di patenti di guida false, in base alla particolare tenuità del fatto. La Procura ricorre in Cassazione, sostenendo che la condotta ripetuta e pericolosa è incompatibile con tale causa di non punibilità. La Suprema Corte accoglie il ricorso, annulla la sentenza di assoluzione e rinvia per un nuovo processo, stabilendo che la valutazione della tenuità deve considerare la gravità complessiva, la pervicacia criminale e il pericolo creato.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la ripetizione del reato la esclude

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta per deflazionare il sistema penale, rappresenta spesso un terreno di scontro interpretativo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 25176/2025) offre un importante chiarimento sui limiti di applicazione di questo istituto, specialmente in presenza di reati continuati che, sebbene singolarmente di modesta entità, nel loro complesso rivelano una significativa pericolosità e una chiara inclinazione a delinquere. Il caso in esame riguarda la falsificazione e l’uso ripetuto di patenti di guida, un illecito che mette a repentaglio la sicurezza stradale.

I Fatti di Causa

Il Tribunale di Ancona aveva assolto un imputato dall’accusa di falsità materiale per aver utilizzato in due diverse e ravvicinate occasioni dei documenti di guida contraffatti, apparentemente rilasciati da autorità finlandesi. La decisione di primo grado si fondava proprio sulla riconosciuta particolare tenuità del fatto, ritenendo che l’offesa complessiva fosse minima.

Contro questa sentenza, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha proposto ricorso per cassazione. Secondo l’accusa, il ragionamento del Tribunale era illogico e non teneva conto della gravità intrinseca della condotta. L’uso ripetuto di patenti false non era un episodio isolato, ma una condotta protratta volta a eludere la legge e a circolare senza averne titolo, generando un serio pericolo per la sicurezza pubblica.

La valutazione della particolare tenuità del fatto nel reato continuato

Il cuore della questione giuridica risiede nella compatibilità tra il reato continuato e l’istituto della particolare tenuità del fatto. La difesa dell’imputato si basava sull’idea che, essendo le azioni ravvicinate e della stessa natura, l’offesa complessiva rimanesse tenue. La Procura, invece, ha evidenziato come la reiterazione della condotta fosse sintomo di una “pervicacia nel delinquere” e di una specifica “attitudine alla programmazione criminosa”, elementi che per loro natura contrastano con il concetto di tenuità.

La Cassazione ha dato ragione alla Procura, richiamando un fondamentale principio di diritto enunciato dalle Sezioni Unite (sentenza n. 18891/2022). Secondo tale principio, la pluralità di reati unificati dal vincolo della continuazione non esclude a priori l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Tuttavia, il giudice deve compiere una valutazione complessiva e non atomistica della fattispecie.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto la motivazione del Tribunale “intrinsecamente irrazionale”. Il giudice di merito si era limitato a considerare la vicinanza temporale dei due episodi, senza approfondire gli indicatori cruciali richiesti dalle Sezioni Unite. In particolare, la valutazione avrebbe dovuto tener conto:

* La natura e la gravità degli illeciti: La falsificazione di un documento che abilita alla guida ha un peso specifico notevole.
* La tipologia dei beni giuridici protetti: In gioco non c’è solo la fede pubblica, ma anche e soprattutto la sicurezza della circolazione stradale.
* Le modalità esecutive e le finalità: La condotta era finalizzata a dissimulare la mancanza di un’abilitazione alla guida, esponendo a rischio gli altri utenti della strada.
* L’intensità del dolo e la pervicacia: La ripetizione del comportamento in due distinti controlli di polizia dimostra una chiara volontà di persistere nell’illecito.

Secondo la Cassazione, questi elementi, nel loro insieme, delineano un quadro di gravità incompatibile con la particolare tenuità del fatto. La condotta dell’imputato non poteva essere derubricata a un’infrazione minore, ma andava considerata come espressione di una precisa scelta criminale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione con rinvio al Tribunale di Ancona per un nuovo giudizio, che dovrà essere tenuto da un altro magistrato. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: la particolare tenuità del fatto non è un salvacondotto applicabile in modo automatico. È necessario un esame rigoroso e completo di tutte le circostanze del caso concreto. Quando una condotta, seppur composta da atti singolarmente non gravissimi, manifesta una persistenza nel crimine e crea un pericolo concreto per la collettività, la soglia della tenuità deve considerarsi superata.

Un reato continuato può essere considerato di ‘particolare tenuità’?
Sì, la pluralità di reati unificati dalla continuazione non esclude di per sé la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Tuttavia, è necessaria una valutazione complessiva della fattispecie concreta che tenga conto di specifici indicatori come la gravità degli illeciti, le finalità, le conseguenze e l’intensità del dolo.

Perché in questo caso l’uso ripetuto di patenti false non è stato giudicato di particolare tenuità?
Perché, secondo la Corte di Cassazione, la condotta reiterata di esibire documenti falsi per guidare senza licenza rappresenta un serio pericolo per la sicurezza stradale e dimostra una specifica attitudine dell’imputato alla programmazione criminosa e una pervicacia nel delinquere, elementi incompatibili con la particolare tenuità del fatto.

Cosa significa ‘annullamento con rinvio in diversa persona fisica’?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato la sentenza precedente e ha ordinato che si tenga un nuovo processo presso lo stesso tribunale (il Tribunale di Ancona). La precisazione ‘in diversa persona fisica’ impone che il nuovo giudizio sia affidato a un giudice diverso da quello che ha emesso la sentenza annullata, per garantire la massima imparzialità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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