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Particolare tenuità del fatto: no se guidi drogato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista che chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto dopo essere risultato positivo ai cannabinoidi durante un controllo. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che i precedenti specifici dell’imputato e la concreta probabilità che stesse guidando in stato di alterazione sono elementi sufficienti per escludere il beneficio, rendendo l’offesa non trascurabile.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Niente Sconti per Chi Guida Sotto Stupefacenti

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’articolo 131-bis del codice penale, continua a essere un tema centrale nel dibattito giurisprudenziale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, negando il beneficio a un automobilista trovato positivo ai cannabinoidi, anche in considerazione dei suoi precedenti. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Guida in Stato di Alterazione

Il caso riguarda un automobilista che, a seguito di un controllo, è stato sottoposto a un test preliminare risultando positivo ai cannabinoidi. Di fronte a una condanna per guida in stato di alterazione, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p., ovvero la non punibilità per la particolare tenuità del fatto.

La tesi difensiva mirava a sostenere che la condotta, nel suo complesso, fosse di minima offensività e meritasse quindi di rientrare nel campo di applicazione di tale istituto.

La Valutazione sulla particolare tenuità del fatto

Il punto focale del ricorso era la presunta violazione di legge e il vizio di motivazione da parte della Corte d’Appello, che aveva negato l’applicazione del beneficio. Secondo il ricorrente, i giudici non avrebbero adeguatamente valutato la lieve entità del reato commesso. La difesa chiedeva, quindi, l’annullamento della sentenza impugnata e il riconoscimento della non punibilità.

La Decisione della Cassazione: Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto la doglianza manifestamente infondata, confermando la correttezza della decisione della Corte territoriale.

La Cassazione ha evidenziato come i giudici di merito avessero fornito una motivazione logica e argomentata per il diniego. La valutazione non si è limitata al singolo episodio, ma ha abbracciato un quadro più ampio, in linea con i principi stabiliti dalle Sezioni Unite.

Le Motivazioni: La Valutazione Complessiva della Condotta

La Corte ha ribadito che il giudizio sulla particolare tenuità del fatto richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta. In questo caso, due elementi sono stati decisivi:

1. I Precedenti Specifici: L’automobilista era già gravato da plurimi precedenti legati alle sostanze stupefacenti. Questo elemento è stato considerato un indicatore rilevante della sua condotta e della sua propensione a commettere reati della stessa indole.
2. La Concreta Pericolosità: La positività al test per i cannabinoidi ha reso “molto probabile” che l’individuo stesse guidando in uno stato di alterazione psico-fisica. Questa circostanza ha aumentato la gravità del fatto, non tanto per il danno prodotto, quanto per il pericolo creato per la sicurezza stradale.

La Corte ha inoltre precisato che, per escludere l’applicabilità dell’art. 131-bis, non è necessario che il giudice analizzi meticolosamente tutti i criteri dell’art. 133 del codice penale (gravità del reato, capacità a delinquere). È sufficiente che indichi gli elementi ritenuti più rilevanti per giustificare la decisione, come è avvenuto nel caso di specie.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso: la particolare tenuità del fatto non è un beneficio automatico. La sua concessione dipende da un’analisi globale che include non solo le modalità della condotta, ma anche la personalità dell’autore e il contesto in cui il reato si inserisce. Per reati come la guida sotto l’effetto di stupefacenti, la presenza di precedenti specifici e la concreta situazione di pericolo diventano ostacoli difficilmente superabili per ottenere la non punibilità.

Avere precedenti penali impedisce sempre di ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No, non automaticamente, ma la presenza di precedenti, specialmente se specifici e legati alla stessa indole del reato contestato, è un elemento molto rilevante che il giudice considera per negare il beneficio, in quanto indice di una non occasionale devianza.

Per negare la particolare tenuità del fatto, il giudice deve esaminare tutti i criteri dell’art. 133 c.p.?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è necessaria una disamina di tutti gli elementi previsti dall’art. 133 del codice penale. È sufficiente che il giudice fornisca una motivazione basata sugli elementi che ritiene più significativi per escludere la lieve entità del fatto.

Cosa valuta il giudice per concedere o negare la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Il giudice compie una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto. Considera le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo, tenendo conto anche della storia personale dell’imputato, come i suoi precedenti penali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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