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Particolare tenuità del fatto: no se condotta reiterata

La Corte di Cassazione ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non può essere applicata in caso di reati caratterizzati dalla reiterazione della condotta. Nel caso specifico, il ricorso di un imputato è stato parzialmente accolto: la Corte ha annullato la condanna per un singolo episodio, poiché il fatto non sussiste, ma ha dichiarato inammissibile il resto del ricorso, negando l’applicazione del beneficio della tenuità a causa della natura ripetuta del comportamento illecito.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando la Ripetizione del Reato Esclude il Beneficio

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 29276 del 2025, offre un importante chiarimento sui limiti di applicazione della particolare tenuità del fatto. Questo istituto, disciplinato dall’art. 131-bis del codice penale, permette di escludere la punibilità per reati di lieve entità. Tuttavia, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: il beneficio non è concesso quando il reato è frutto di una condotta reiterata. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria. L’imputato, condannato in secondo grado, chiedeva alla Suprema Corte di riconoscere la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che la sua condotta rientrasse nei parametri previsti dalla legge per tale beneficio. La difesa, inoltre, contestava la sussistenza stessa di uno degli episodi criminosi addebitati, avvenuto in data 11 luglio 2019.

La Decisione della Corte di Cassazione e il principio della particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso con un esito duplice. Da un lato, ha respinto la richiesta di applicare l’art. 131-bis cod. pen., dichiarando il motivo manifestamente infondato. Dall’altro lato, ha accolto la doglianza relativa al singolo episodio del luglio 2019.

La Corte ha quindi annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente a tale episodio, perché “il fatto non sussiste”, eliminando la relativa pena di un mese di reclusione. Per tutto il resto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un’interpretazione rigorosa dell’art. 131-bis del codice penale. I giudici hanno sottolineato che la particolare tenuità del fatto non può essere invocata per reati che si manifestano attraverso la “reiterazione della condotta tipica”. Il comportamento dell’imputato, nel caso di specie, non era isolato ma si inseriva in un quadro di ripetizione dell’illecito. Questa caratteristica è ostativa al riconoscimento del beneficio, che presuppone un’offesa minima e un comportamento non abituale.

La Corte ha spiegato che la ratio della norma è quella di escludere la punibilità per fatti marginali e occasionali, non per condotte che, sebbene singolarmente di lieve entità, dimostrano una certa persistenza nel violare la legge. La reiterazione, infatti, è un indice di maggiore pericolosità sociale e di una volontà criminosa non estemporanea.

Diversamente, per l’episodio specifico dell’11 luglio 2019, la Corte ha ritenuto che mancasse la prova stessa della sua commissione, arrivando a una pronuncia di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può limitarsi al singolo episodio, ma deve considerare il contesto complessivo della condotta dell’agente. La reiterazione di un comportamento illecito, anche se di modesta gravità, preclude l’accesso a questa causa di non punibilità. La decisione rappresenta un importante monito: la ripetizione seriale di piccoli illeciti non gode di alcuna indulgenza da parte dell’ordinamento, poiché la persistenza nel reato è di per sé un fattore che ne aggrava il disvalore complessivo.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la sentenza, non si applica ai reati posti in essere mediante la reiterazione della condotta tipica, ovvero quando il comportamento illecito viene ripetuto nel tempo.

Cosa significa che la Corte di Cassazione ‘annulla senza rinvio perché il fatto non sussiste’?
Significa che la Corte Suprema ha cancellato in via definitiva una parte della condanna, stabilendo che l’episodio specifico per cui l’imputato era stato accusato non è mai avvenuto o non è stato provato. Non è necessario un nuovo processo per quella specifica accusa.

Un ricorso in Cassazione può essere accolto solo in parte?
Sì, come dimostra questo caso. La Corte può accogliere il ricorso per alcuni motivi (annullando una parte della sentenza) e dichiararlo inammissibile per altri, confermando così il resto della decisione impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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