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Particolare tenuità del fatto: no se c’è recidiva

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. La Corte ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non può essere applicata a causa della personalità negativa dell’imputato, evidenziata da due precedenti specifici per lo stesso reato, ritenuti sintomatici di una spiccata capacità a delinquere e indifferenza verso le regole.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce i limiti in caso di evasione

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del Codice Penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, escludendo la punibilità per reati considerati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede un’attenta valutazione da parte del giudice. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i confini di questo istituto, specialmente in presenza di precedenti penali specifici. Il caso in esame riguarda un ricorso contro una condanna per il reato di evasione, dove l’imputato chiedeva proprio il riconoscimento di tale causa di non punibilità.

I Fatti del Caso

Un soggetto, ristretto agli arresti domiciliari, si allontanava dalla propria abitazione per un periodo di circa sette ore, venendo per questo condannato in primo grado e in appello per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 c.p. In sede di ricorso per Cassazione, la difesa sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la presunta lieve entità della condotta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno ritenuto il motivo di ricorso aspecifico e manifestamente infondato. La Cassazione ha sottolineato come il suo ruolo non sia quello di riesaminare i fatti, competenza esclusiva dei giudici di merito, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, la motivazione è stata giudicata adeguata e priva di vizi logici.

Le Motivazioni: la personalità dell’imputato e la valutazione della tenuità del fatto

Il fulcro della decisione risiede nelle motivazioni che hanno portato al diniego del beneficio. La Corte d’Appello, con ragionamento condiviso dalla Cassazione, ha evidenziato due elementi ostativi al riconoscimento della particolare tenuità del fatto:

1. Le modalità della condotta: L’allontanamento dal domicilio per ben sette ore non è stato ritenuto un comportamento di minima entità.
2. La personalità negativa dell’imputato: Questo è l’aspetto decisivo. L’imputato era gravato da due precedenti condanne specifiche per il medesimo reato di evasione, commesse in un periodo di tempo ravvicinato. Tali precedenti sono stati interpretati come “sintomatici di una significativa capacità a delinquere e di una totale indifferenza al rispetto delle regole prescritte dall’Autorità giudiziaria”.

Inoltre, la Corte ha chiarito un punto giuridico cruciale: non vi è alcuna contraddizione tra la concessione delle attenuanti generiche e il diniego della particolare tenuità del fatto. I parametri di valutazione sono infatti diversi. Mentre l’art. 131-bis c.p. si basa su criteri prevalentemente oggettivi (pena edittale, modalità della condotta, esiguità del danno), le attenuanti generiche sono collegate principalmente a profili soggettivi del reo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: la valutazione della particolare tenuità del fatto non può prescindere da un’analisi complessiva che include la personalità dell’autore del reato. La presenza di precedenti penali specifici e ravvicinati, indicativi di una tendenza a violare la legge, può essere un elemento determinante per escludere il beneficio, anche a fronte di una condotta che, isolatamente considerata, potrebbe apparire di modesta gravità. La decisione ribadisce che la non punibilità per tenuità non è un automatismo, ma il risultato di un giudizio bilanciato che tiene conto sia dell’aspetto oggettivo del reato sia della pericolosità sociale del suo autore.

Perché è stata negata la particolare tenuità del fatto in questo caso di evasione?
La causa di non punibilità è stata negata a causa della personalità negativa dell’imputato, dimostrata da due precedenti condanne specifiche per lo stesso reato commesse in epoca ravvicinata. Questi elementi sono stati ritenuti sintomatici di una significativa capacità a delinquere e di totale indifferenza alle regole giudiziarie.

È contraddittorio concedere le attenuanti generiche e negare la particolare tenuità del fatto?
No, secondo la Corte non c’è contraddizione. La valutazione per la particolare tenuità del fatto si basa su parametri oggettivi (modalità della condotta, entità del danno), mentre le attenuanti generiche sono prevalentemente collegate a profili soggettivi del reo.

Qual era la condotta specifica contestata all’imputato?
L’imputato, che si trovava agli arresti domiciliari, si era allontanato dalla sua abitazione per un periodo di circa sette ore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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