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Particolare tenuità del fatto: no se c’è professionalità

Un soggetto condannato per la detenzione di 2 grammi di crack ha presentato ricorso in Cassazione, chiedendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. Secondo la Corte, l’esclusione del beneficio è legittima quando emerge una professionalità nell’attività illecita, desunta dalla sua natura non occasionale e dal fatto che costituisca una fonte di sostentamento, elementi che sono incompatibili con la particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la ‘professionalità’ esclude il beneficio

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 18846/2025, offre un importante chiarimento sui limiti di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La pronuncia stabilisce che, anche in presenza di una quantità minima di sostanza stupefacente, l’esclusione di tale beneficio è giustificata se emerge una ‘professionalità’ nell’attività criminale, intesa come condotta non occasionale e finalizzata al proprio sostentamento.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un individuo condannato in primo grado e in appello per il reato di detenzione illecita di 2 grammi lordi di crack, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, basandolo su un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione per il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale. Secondo il ricorrente, la modesta quantità di sostanza detenuta avrebbe dovuto portare a una valutazione di minima offensività del fatto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. I giudici supremi hanno confermato la validità della sentenza impugnata, la quale aveva escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha condiviso l’impostazione dei giudici di merito, che avevano dato peso non solo alla quantità della sostanza, ma anche ad altri elementi indicativi della condotta dell’imputato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali.

Particolare tenuità del fatto: Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha giustificato il rigetto. La sentenza impugnata aveva legittimamente e adeguatamente motivato l’esclusione del beneficio valorizzando la professionalità dimostrata dall’imputato. Tale professionalità è stata desunta dalla natura non occasionale dell’attività illecita, considerata come una fonte di sostentamento per l’individuo. Questo aspetto, secondo la Corte, è indicativo di una condotta che va oltre un episodio sporadico e di minima gravità.

La Cassazione ha ribadito che, per valutare la particolare tenuità del fatto, è necessario e corretto considerare tutti gli indici di gravità del reato previsti dall’art. 133 del codice penale, inclusi quelli relativi al grado di colpevolezza dell’imputato. L’apparato argomentativo della Corte d’Appello è stato ritenuto in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità, che richiede un’analisi complessiva della condotta e del contesto.

Conclusioni: L’impatto sulla valutazione della professionalità

Questa pronuncia rafforza un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può limitarsi a un mero dato quantitativo, come il peso della sostanza stupefacente. È invece un’analisi complessa che deve tenere conto del comportamento complessivo dell’autore del reato. La ‘professionalità’, intesa come sistematicità e finalizzazione al profitto, anche solo per il proprio sostentamento, è un elemento che contrasta con la ratio della norma, la quale mira a escludere la punibilità per fatti genuinamente marginali e sporadici. Di conseguenza, la dimostrazione che l’attività illecita non è un episodio isolato, ma una scelta di vita o una fonte di reddito, diventa un ostacolo insormontabile per l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto per la detenzione di una piccola quantità di droga?
In teoria sì, ma la sentenza chiarisce che la sola piccola quantità non è sufficiente. Se emergono altri elementi, come la professionalità o la natura non occasionale dell’attività illecita, il beneficio può essere escluso.

Cosa intende la Corte per ‘professionalità’ nel reato che esclude la particolare tenuità del fatto?
La Corte intende una condotta che non è occasionale, ma è posta in essere in modo organizzato o sistematico, tanto da essere considerata una fonte di sostentamento per chi la compie. Questa caratteristica indica una maggiore gravità e colpevolezza.

Quali elementi vengono considerati per valutare se un fatto è di ‘particolare tenuità’?
Oltre alla modesta entità dell’offesa (es. la quantità di droga), la sentenza sottolinea che devono essere considerati tutti gli indici di gravità oggettiva del reato e il grado di colpevolezza dell’imputato, come previsto dall’art. 133 del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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