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Particolare tenuità del fatto: no se c’è pericolo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La difesa invocava l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che dalla condotta non fossero derivati danni. La Corte ha stabilito che l’elevato tasso alcolemico e la positività alla cocaina configurano una situazione di grave pericolo per la pubblica incolumità, sufficiente a escludere la tenuità del fatto, a prescindere dalla causazione di un danno concreto.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Inapplicabile in Caso di Guida Sotto Effetto di Alcol e Droga

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento di deflazione processuale volto a escludere la punibilità per reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione complessa da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questo beneficio, specialmente in relazione a reati che, pur non causando danni immediati, generano un elevato pericolo per la collettività, come la guida in stato di grave alterazione psicofisica.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un automobilista condannato nei gradi di merito per essersi messo alla guida di un veicolo in condizioni di grave alterazione. Gli esami avevano rilevato un tasso alcolemico di 1,48 g/l e una positività alla cocaina pari a 930 ng/ml. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e delle circostanze attenuanti generiche. La tesi difensiva si fondava principalmente sulla circostanza che dalla condotta non erano derivati danni a persone o cose.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato in ogni sua parte. I giudici di legittimità hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, considerandola immune da vizi logici e giuridici. La Corte ha ribadito che il ricorso si limitava a riproporre censure già adeguatamente esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza una critica puntuale delle motivazioni della sentenza impugnata.

Le Motivazioni sulla Particolare Tenuità del Fatto

Il cuore della decisione risiede nella valutazione del pericolo. La Corte ha stabilito che la gravità del pericolo per la pubblica incolumità, creato dall’essersi posto alla guida in un grave stato di ebbrezza alcolica e di alterazione dovuta all’assunzione di stupefacenti, è un elemento decisivo che osta alla qualificazione del fatto come di particolare tenuità. I giudici hanno sottolineato che la valutazione del pericolo deve essere condotta in astratto. L’assenza di un danno concreto (incidenti, feriti, ecc.) non è sufficiente a declassare la gravità di una condotta che ha esposto a un rischio elevatissimo la sicurezza propria e altrui. Lo stato di grave alterazione, infatti, non consente di avere il pieno controllo del veicolo, creando una situazione di pericolo intrinseco che il legislatore intende reprimere severamente.

Le Motivazioni sul Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è stato giudicato infondato. La Cassazione ha ricordato il suo orientamento consolidato secondo cui, per negare tali circostanze, è sufficiente che il giudice motivi sull’assenza di elementi positivi meritevoli di considerazione. Non è necessario un’analisi dettagliata di ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. Nel caso di specie, la Corte territoriale aveva legittimamente ritenuto assenti elementi che potessero giustificare una riduzione di pena. Inoltre, viene ribadito un principio importante: dopo le recenti modifiche legislative, la sola incensuratezza dell’imputato non è più un fattore idoneo, da solo, a giustificare la concessione delle attenuanti generiche.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, consolida l’interpretazione secondo cui la valutazione della particolare tenuità del fatto non può prescindere dalla gravità del pericolo generato. Per i reati di pericolo, come la guida in stato di ebbrezza, la mancata concretizzazione di un danno non rende automaticamente il fatto “tenue”. La soglia di rischio per la collettività è un parametro fondamentale. In secondo luogo, la decisione riafferma la discrezionalità del giudice di merito nella concessione delle attenuanti generiche e nella determinazione della pena, poteri sindacabili in sede di legittimità solo in caso di motivazione manifestamente illogica o contraddittoria.

La particolare tenuità del fatto può essere applicata a chi guida sotto effetto di alcol e droga se non provoca incidenti?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la valutazione va fatta sulla base del pericolo creato. Guidare con un elevato tasso alcolemico e sotto l’effetto di stupefacenti genera un pericolo per la pubblica incolumità così grave da escludere l’applicazione di questo beneficio, anche in assenza di danni concreti a persone o cose.

Perché sono state negate le circostanze attenuanti generiche?
Sono state negate perché i giudici di merito non hanno individuato elementi positivi a favore dell’imputato che potessero giustificare una riduzione della pena. La Corte ha ritenuto sufficiente motivare tale assenza, senza dover analizzare ogni singolo aspetto del caso.

Avere la fedina penale pulita è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che, a seguito delle modifiche legislative, la sola incensuratezza (l’assenza di precedenti penali) non è più un elemento da solo sufficiente a giustificare la concessione delle attenuanti generiche. È necessaria la presenza di altri elementi positivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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