LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: no se c’è microspaccio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per spaccio. La difesa chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che l’offerta di marijuana agli amici fosse gratuita e occasionale. La Corte ha stabilito che l’offerta regolare di sostanze stupefacenti, anche a titolo gratuito in un contesto domestico, integra un’attività di microspaccio incompatibile con la minima offensività richiesta dalla particolare tenuità del fatto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Esclusa se Offri Droga agli Amici

Offrire regolarmente uno spinello agli amici a casa propria può sembrare un gesto innocuo, ma per la legge può configurare un’attività di spaccio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini tra un gesto amichevole e un reato, escludendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto quando la condotta, seppur gratuita, assume carattere di abitualità.

I Fatti: Offerta di Marijuana in un Contesto Amichevole

Il caso riguarda un giovane condannato nei primi due gradi di giudizio per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Secondo le testimonianze, l’imputato era solito offrire marijuana agli amici che frequentavano la sua abitazione. Durante le visite, metteva a disposizione la sostanza per confezionare e consumare spinelli in compagnia.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali: la mancata analisi della sostanza per provarne l’effetto drogante, il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e il diniego dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità.

La Distinzione tra Fatto di Lieve Entità e Particolare Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il punto centrale della decisione riguarda l’impossibilità di applicare l’art. 131-bis c.p. La difesa sosteneva che la modesta quantità di sostanza e la gratuità delle cessioni dovessero condurre a un giudizio di minima offensività.

I giudici hanno però ribadito un principio fondamentale: la valutazione per la particolare tenuità del fatto non si limita alla quantità di droga, ma deve considerare tutte le circostanze della condotta. Nel caso specifico, l’abitudine dell’imputato a offrire regolarmente spinelli ai suoi ospiti è stata interpretata come un’attività di “microspaccio”, incompatibile con il requisito della non abitualità del comportamento richiesto dall’art. 131-bis c.p.

La Corte ha sottolineato che la fattispecie di lieve entità (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90) e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non sono la stessa cosa. Mentre la prima valuta mezzi, modalità e quantità della sostanza, la seconda richiede un’analisi più ampia che include il grado di colpevolezza e, soprattutto, il carattere non abituale della condotta.

Consumo di Gruppo vs. Cessione

La difesa aveva anche tentato di inquadrare la situazione come “consumo di gruppo”, che avrebbe potuto escludere il reato di spaccio. Tuttavia, la Corte ha respinto questa tesi. Il consumo di gruppo si configura solo quando più persone acquistano congiuntamente la sostanza per consumarla insieme. In questo caso, invece, la droga era già nella disponibilità dell’imputato, che la offriva ai suoi amici. Questa dinamica configura una cessione, sebbene a titolo gratuito, e non un acquisto comune.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si basano su un’interpretazione rigorosa della normativa e della giurisprudenza consolidata. I giudici hanno ritenuto che l’attività dell’imputato, per quanto svolta in un contesto amichevole e senza scopo di lucro, costituisse una forma di diffusione della sostanza stupefacente. La regolarità di tale comportamento impedisce di considerarlo un fatto isolato e di minima offensività.

La sentenza si allinea all’orientamento delle Sezioni Unite, secondo cui il giudizio sulla tenuità del fatto richiede una valutazione complessa di tutte le peculiarità del caso concreto. L’offerta ripetuta, anche di piccole quantità, crea un pericolo per la salute pubblica che la legge intende reprimere, rendendo inapplicabile la causa di non punibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito: la legge non fa distinzioni basate sul contesto amichevole o sulla gratuità della cessione quando si tratta di stupefacenti. L’abitudine di offrire droga, anche in piccole dosi, può essere qualificata come spaccio e impedisce l’applicazione di istituti di favore come la particolare tenuità del fatto. La decisione ribadisce che la lotta alla diffusione delle sostanze stupefacenti si attua anche sanzionando condotte che, a un’analisi superficiale, potrebbero apparire come semplici gesti di condivisione tra amici.

Offrire gratuitamente uno spinello a un amico è reato di spaccio?
Sì. Secondo l’ordinanza, la cessione di sostanze stupefacenti, anche se a titolo gratuito e in un contesto amichevole, costituisce reato. Se tale condotta è regolare e abituale, viene qualificata come attività di microspaccio.

Quando si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto in casi di droga?
Può essere applicata solo quando l’offesa al bene giuridico è minima e, soprattutto, il comportamento non è abituale. L’ordinanza chiarisce che una condotta regolare di cessione, anche gratuita, è considerata abituale e quindi incompatibile con l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale.

Il consumo di gruppo esclude sempre lo spaccio?
No. Per aversi consumo di gruppo, è necessario dimostrare che tutti i partecipanti abbiano contribuito economicamente all’acquisto della sostanza per un consumo comune e immediato. Se una persona detiene la droga e la offre ad altri, anche gratuitamente, si configura il reato di cessione (spaccio), non di consumo di gruppo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati