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Particolare tenuità del fatto: no se c’è danno grave

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in un caso di ricettazione, negando l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte sottolinea che la valutazione del danno non si limita al solo valore economico del bene, ma include anche il pregiudizio derivante dall’appropriazione di dati sensibili. La richiesta di sanzioni sostitutive è stata parimenti respinta a causa di una valutazione negativa sulla capacità a delinquere dell’imputato.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Particolare Tenuità del Fatto: Quando il Danno Va Oltre il Valore Economico

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, consentendo di escludere la punibilità per reati di minima gravità. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’opportunità di approfondire i criteri che guidano questa valutazione, specialmente in relazione a reati come la ricettazione.

Il Caso in Esame

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello per il reato di ricettazione. La difesa lamentava vizi di motivazione della sentenza impugnata su due punti principali:

1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
2. La mancata sostituzione della pena detentiva breve con sanzioni alternative.

L’imputato sosteneva che l’offesa fosse di lieve entità, ma i giudici di merito avevano rigettato tale tesi. La questione è quindi giunta all’attenzione della Suprema Corte per una decisione finale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ritenuto entrambi i motivi di ricorso manifestamente infondati, fornendo chiarimenti cruciali sui limiti applicativi sia dell’art. 131-bis c.p. sia delle sanzioni sostitutive.

Le Motivazioni: Analisi della particolare tenuità del fatto

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: per applicare la causa di non punibilità è necessaria la compresenza di due requisiti: la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento. La mancanza di uno solo di questi presupposti è sufficiente a escludere il beneficio.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano correttamente evidenziato che il danno non poteva essere considerato esiguo. Sebbene il valore puramente economico del bene ricettato potesse essere modesto, l’offesa si era aggravata a causa dell’appropriazione di dati sensibili contenuti nel bene stesso. Questo “danno ulteriore” ha spostato l’ago della bilancia, rendendo l’offesa non più qualificabile come di particolare tenuità. La Corte ha precisato che, in tema di ricettazione, il valore del bene è un elemento concorrente, ma non esclusivo, per la valutazione. Se il valore non è esiguo, la tenuità è sempre esclusa; se invece è lieve, il giudice deve comunque valutare gli altri parametri dell’art. 133 c.p., come la capacità a delinquere dell’agente e le modalità del fatto.

Le Motivazioni: Il diniego delle sanzioni sostitutive

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ricordato che la valutazione sulla concessione delle sanzioni sostitutive è un accertamento di fatto, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato. La Corte d’Appello aveva esplicitato le ragioni del diniego, facendo riferimento a elementi negativi desumibili dall’art. 133 c.p., in particolare alla “capacità a delinquere” dell’imputato, emersa dal suo comportamento successivo al reato. Questa valutazione discrezionale, essendo stata supportata da una motivazione logica e coerente, è stata ritenuta insindacabile dalla Cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza due importanti principi. In primo luogo, la valutazione della particolare tenuità del fatto non è un mero calcolo matematico basato sul valore economico, ma un’analisi complessiva della lesività della condotta. In un’epoca in cui i dati personali hanno un valore immenso, il loro furto o la loro illecita appropriazione possono costituire un danno significativo che impedisce l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. In secondo luogo, la decisione conferma l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutare la personalità dell’imputato ai fini della concessione di benefici come le sanzioni sostitutive. Una valutazione negativa della capacità a delinquere, se ben motivata, è sufficiente a giustificare il mantenimento della pena detentiva.

Quando può essere esclusa l’applicazione della particolare tenuità del fatto in un reato di ricettazione?
Può essere esclusa quando, nonostante il bene ricettato abbia un valore economico esiguo, il danno complessivo non è di lieve entità. Nel caso di specie, l’appropriazione di dati sensibili contenuti nel bene ha costituito un danno ulteriore e significativo che ha impedito il riconoscimento del beneficio.

Perché la Corte ha negato la sostituzione della pena detentiva breve?
La Corte ha ritenuto il motivo inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Essi avevano adeguatamente motivato il diniego basandosi su elementi negativi previsti dall’art. 133 del codice penale, in particolare sulla capacità a delinquere dell’imputato, desunta dal suo comportamento successivo al fatto.

Quali sono i presupposti per applicare l’art. 131-bis del codice penale (particolare tenuità del fatto)?
L’applicazione richiede la sussistenza di entrambi i presupposti legali: la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento. La mancanza anche di uno solo di questi elementi è sufficiente a escludere la causa di non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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