Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 11888 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 11888 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a ORISTANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 17/11/2022 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Presidente NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Bologna ha confermato la sentenza del Tribunale di Bologna del 21 giugno 2021, con cui COGNOME NOME era stato condanNOME alla pena di mesi due di arresto ed euro milleseicento di ammenda in relazione al reato di cui all’art. 116, comma 15, C.d.S. (con la recidiva nel biennio).
Il COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello, proponendo un unico motivo di impugnazione.
2.1. Violazione di legge in relazione al diniego della causa di non punibilità prevista dall’art. 131 bis cod. pen.
Con riferimento all’unico motivo di ricorso, va osservato che il giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta, che tenga conto, ai sensi dell’art. 133, comrna primo, cod. pen., delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse clesumibile e dell’entità del danno o del pericolo (Sez. U, n. 13681 del 25/02/2016, Tushaj, Rv. 266590). A tal fine, non è necessaria la disamina di tutti gli elementi di valutazione previsti, ma è sufficiente l’indicazione di quelli ritenuti rilevanti (Sez. 6, n. 55107 de 08/11/2018, COGNOME, Rv. 274647), dovendo comunque il giudice motivare sulle forme di estrinsecazione del comportamento incrimiNOME, per valutarne la gravità, l’entità del contrasto rispetto alla legge e, conseguentemente, il bisogno di pena, non potendo far ricorso a mere clausole di stile (Sez. 6, n. 18180 del 20/12/2018, Venezia, Rv. 275940).
Trattandosi, quindi, di una valutazione da compiersi sulla base dei criteri di cui all’art. 133, cod. pen., essa rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito e, d conseguenza, non può essere sindacata dalla Corte di legittimità, se non nei limiti della mancanza o della manifesta illogicità della motivazione postavi a sostegno.
La decisione impugnata ha fatto corretta applicazione di quei principi e la relativa motivazione non presenta evidenti discrasie di ordine logico.
La Corte distrettuale, infatti, ha reputato decisivi, ai fini della valutazione de grado di offensività della condotta, l’abitualità della condotta tenuta dall’imputato, i plurimi precedenti penali e dell’insofferenza dimostrata nei confronti delle prescrizioni dell’autorità, come evincibili anche dal precedente per il reato di sottrazione di cose pignorate.
Si tratta di circostanze indiscutibilmente significative, rientranti tra i parametr espressamente considerati dall’art. 133 cod. peli..
Per le ragioni che precedono, il ricorso va dichiarato inammissibile con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – non sussistendo ragioni di esonero – al versamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condannai il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila alla Cassa delle ammende. Così deciso in Roma il 14 marzo 2024.