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Particolare tenuità del fatto: no se causi un incidente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. L’imputato chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha stabilito che le circostanze concrete, quali la guida notturna su strada extraurbana e l’aver provocato un incidente, dimostrano una gravità del fatto tale da escludere il beneficio della non punibilità, confermando la valutazione discrezionale del giudice di merito.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: l’incidente notturno esclude la particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 38388/2024, è tornata a pronunciarsi sui confini applicativi della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ex art. 131-bis del codice penale. La decisione sottolinea come la valutazione sulla gravità del reato debba tenere conto di tutte le circostanze concrete, escludendo il beneficio in presenza di condotte che, seppur rientranti in una soglia di pena edittale compatibile, manifestano un disvalore significativo. Il caso in esame riguardava un reato di guida in stato di ebbrezza aggravato dall’aver provocato un incidente stradale in orario notturno.

I fatti del processo

Un automobilista veniva condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello per il reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. Le accuse erano aggravate dalla guida in orario notturno e dall’aver causato un sinistro stradale, il tutto mentre si trovava su una strada extraurbana e in assenza di catarifrangenti. La difesa dell’imputato, non contestando la materialità del fatto, basava la sua strategia sulla richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Il ricorso per Cassazione e la valutazione della particolare tenuità del fatto

La difesa proponeva ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di legge per il mancato riconoscimento dell’art. 131-bis c.p. Secondo il ricorrente, il fatto, nel suo complesso, avrebbe dovuto essere considerato di lieve entità. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo una mera riproposizione di censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello.

Le motivazioni

I giudici di legittimità hanno ribadito che la valutazione sulla tenuità del fatto è un giudizio complesso e discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione deve fondarsi su un’analisi congiunta di tutti gli indicatori previsti dall’art. 133 del codice penale: le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo. La Corte ha specificato che, sebbene non sia necessario esaminare analiticamente ogni singolo elemento, è fondamentale che la motivazione si concentri su quelli ritenuti più rilevanti per giudicare la gravità del comportamento.
Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato come le modalità concrete della condotta – la guida in orario notturno, su una strada extraurbana, senza dispositivi di sicurezza e, soprattutto, la causazione di un incidente – fossero elementi decisivi. Questi fattori, nel loro insieme, delineano una condotta di significativa pericolosità, incompatibile con il concetto di “tenuità”. Pertanto, la motivazione della corte territoriale non era né mancante né manifestamente illogica, e come tale non poteva essere sindacata in sede di legittimità.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione conferma un principio fondamentale: l’applicabilità dell’istituto della particolare tenuità del fatto non dipende solo dalla soglia edittale del reato, ma da una valutazione sostanziale della sua gravità complessiva. Per i reati stradali, e in particolare per la guida in stato di ebbrezza, la presenza di aggravanti specifiche come l’aver provocato un incidente o aver guidato in condizioni di scarsa visibilità assume un peso determinante. Tali circostanze manifestano un pericolo concreto per la sicurezza pubblica che va oltre la soglia della “tenuità”, rendendo necessaria una risposta sanzionatoria. La sentenza ribadisce quindi che il giudizio del giudice di merito sulle modalità della condotta è centrale e difficilmente censurabile in Cassazione se adeguatamente motivato.

È possibile ottenere l’assoluzione per particolare tenuità del fatto in caso di guida in stato di ebbrezza?
In teoria sì, ma questa ordinanza chiarisce che la presenza di circostanze aggravanti concrete, come l’aver causato un incidente in orario notturno, rende la condotta sufficientemente grave da escludere l’applicazione di tale beneficio.

Quali elementi valuta il giudice per decidere sulla particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa basata sui criteri dell’art. 133 del codice penale. In particolare, analizza le modalità della condotta (come, dove e quando è avvenuto il fatto), il grado di colpevolezza dell’agente e l’entità del danno o del pericolo che ne è derivato.

La decisione sulla tenuità del fatto può essere contestata in Cassazione?
Sì, ma solo entro limiti molto stretti. La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare che la motivazione del giudice di merito sia presente e non manifestamente illogica. Se la motivazione è coerente e basata su elementi concreti, la decisione non può essere modificata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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