LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: no se causi un incidente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza e per aver causato un sinistro stradale. La difesa chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), ma la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito. Secondo i giudici, un tasso alcolemico significativamente superiore al limite (1,12 g/l) e il pericolo concreto creato alla sicurezza stradale, manifestato dall’incidente, sono elementi sufficienti a escludere il beneficio, rendendo l’offesa non ‘tenue’.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Niente Beneficio per Chi Guida Ubriaco e Fa un Incidente

L’applicazione della particolare tenuità del fatto, introdotta dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta una delle questioni più dibattute nelle aule di giustizia, specialmente in relazione ai reati stradali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: chi si mette alla guida con un tasso alcolemico elevato e provoca un incidente stradale non può sperare nel beneficio della non punibilità. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un automobilista condannato sia in primo grado che in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver causato un sinistro stradale. La condanna prevedeva una pena di due mesi di arresto, 600 euro di ammenda e la sospensione della patente per sei mesi.

Il conducente, risultato positivo all’alcol test con un valore di 1,12 g/l (ben al di sopra del limite di 0,8 g/l che fa scattare la sanzione penale più grave), aveva proposto ricorso per cassazione. La sua unica doglianza si basava sul mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La Difesa dell’Imputato

Secondo la tesi difensiva, la sentenza d’appello sarebbe stata errata nel negare il beneficio. Il ricorrente sosteneva che il sinistro fosse stato causato dall’impatto con un cinghiale e che le sue condizioni psicofisiche, a parte lo shock per l’incidente, fossero normali. In sostanza, si chiedeva di considerare l’offesa come ‘tenue’ e, di conseguenza, di non applicare la pena.

La Valutazione della Particolare Tenuità del Fatto secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato. I giudici hanno colto l’occasione per ribadire i criteri che devono guidare la valutazione sulla tenuità del fatto. Per poter applicare l’art. 131-bis c.p., il giudice di merito deve compiere un’analisi completa e congiunta di tutti gli aspetti della vicenda, basandosi sui parametri dell’art. 133 del codice penale. Questi includono:

1. Le modalità della condotta: come è stato commesso il reato.
2. Il grado di colpevolezza: l’intensità del dolo o il livello della colpa.
3. L’entità del danno o del pericolo: le conseguenze concrete della condotta.

La valutazione di questi elementi rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e può essere contestata in Cassazione solo se la motivazione è assente o manifestamente illogica, cosa che non è avvenuta nel caso di specie.

Le Motivazioni

La Corte di Appello, secondo la Cassazione, aveva correttamente motivato il diniego del beneficio, valorizzando tre elementi chiave:

* Le modalità della condotta: l’imputato si era messo alla guida in uno stato di alterazione alcolica significativo, con un tasso alcolemico notevolmente superiore ai limiti di legge.
* L’entità del pericolo: la condotta ha messo a repentaglio la sicurezza stradale in modo concreto, tanto da provocare un sinistro stradale. L’aggravante specifica prevista dal Codice della Strada per chi causa un incidente in stato di ebbrezza è un chiaro indice di una maggiore gravità del fatto.
* Il grado di colpevolezza: desumibile dalle circostanze, ovvero dalla scelta consapevole di guidare dopo aver bevuto in misura tale da superare ampiamente la soglia di rilevanza penale.

Questi fattori, considerati nel loro insieme, delineano un quadro di gravità che è incompatibile con la nozione di ‘particolare tenuità’. L’offesa al bene giuridico protetto (la sicurezza della circolazione stradale) non può essere considerata minima.

Le Conclusioni

La decisione della Suprema Corte consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: la particolare tenuità del fatto non è un beneficio applicabile automaticamente. Nel contesto della guida in stato di ebbrezza, la presenza di un’aggravante come l’aver provocato un incidente stradale costituisce un forte indicatore di un’offesa non lieve. La valutazione non si limita al solo tasso alcolemico, ma considera il pericolo complessivo creato. Guidare in stato di alterazione e causare un incidente sono comportamenti che, per la loro intrinseca pericolosità, difficilmente possono essere qualificati come di ‘particolare tenuità’.

È possibile ottenere il beneficio della particolare tenuità del fatto per guida in stato di ebbrezza se si provoca un incidente?
No, secondo questa ordinanza, l’aver provocato un sinistro stradale, unito a un tasso alcolemico notevolmente superiore al limite, sono elementi che giustificano l’esclusione del beneficio, poiché indicano un’offesa di non lieve entità.

Quali criteri usa il giudice per valutare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice compie una valutazione complessa basata sui criteri dell’art. 133 del codice penale, considerando le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo causato, al fine di determinare se l’offesa al bene giuridico sia minima.

L’impatto con un animale selvatico può giustificare la concessione del beneficio?
Nel caso specifico, la Corte non ha ritenuto rilevante questa circostanza. L’attenzione è stata posta sulla scelta dell’imputato di guidare in stato di alterazione, mettendo a repentaglio la sicurezza stradale e provocando un sinistro, fattori ritenuti decisivi per negare la tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati