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Particolare tenuità del fatto: no se causi incidente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, poiché l’imputato aveva causato un incidente stradale coinvolgendo più veicoli, dimostrando così una pericolosità della condotta non compatibile con il beneficio.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Guida in Ebbrezza: l’Incidente Stradale Esclude il Beneficio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ribadito un principio fondamentale in materia di guida in stato di ebbrezza: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale, non è applicabile se la condotta dell’imputato ha generato un pericolo concreto e significativo, come la provocazione di un sinistro stradale. Questa decisione chiarisce i confini applicativi del beneficio, legandolo non solo all’entità formale del reato, ma anche alle sue concrete modalità di estrinsecazione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un automobilista condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver causato un incidente stradale. La Corte d’Appello di Roma aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, rideterminando la pena in un anno di arresto e 3.000 euro di ammenda, con sospensione condizionale, confermando però la sanzione accessoria della revoca della patente di guida.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due vizi principali:
1. La mancata concessione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
2. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.).

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi presentati manifestamente infondati. I giudici hanno sottolineato come il ricorrente non si sia confrontato adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre le stesse richieste già respinte nel merito. La Corte d’Appello, infatti, aveva fornito una motivazione logica e coerente, basata su elementi probatori concreti.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto in Caso di Incidente

Il punto centrale della decisione riguarda il primo motivo di ricorso. La Cassazione ha confermato la correttezza della valutazione della Corte territoriale, la quale aveva negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. a causa della specifica pericolosità della condotta dell’imputato.

La Pericolosità Concreta della Condotta

L’imputato, guidando in stato di ebbrezza, aveva provocato un sinistro stradale che aveva coinvolto diverse altre autovetture. Questo elemento è stato considerato decisivo. Secondo la giurisprudenza consolidata, la valutazione sulla tenuità del fatto non può prescindere dalle concrete modalità della condotta e dal pericolo che ne è derivato. Un incidente stradale, specialmente se coinvolge più veicoli, è la prova tangibile di un pericolo significativo per la circolazione e per l’incolumità altrui, che va ben oltre la soglia della “tenuità”.

Il Principio Affermato dalla Corte

La Corte ha ribadito che, in tema di guida in stato di ebbrezza, l’assenza dei presupposti per l’applicabilità della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis c.p. deve essere motivata con riferimento a modalità concrete del fatto che generino un pericolo non esiguo. L’aver causato un incidente stradale è una di queste modalità, in quanto manifesta un’offesa rilevante al bene giuridico tutelato dalla norma, ovvero la sicurezza della circolazione stradale.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano sull’analisi della ratio dell’art. 131-bis c.p. e della sua applicazione al reato di guida in ebbrezza. Il beneficio della non punibilità è riservato a quelle condotte che, pur integrando formalmente un reato, risultano avere un’offensività minima. La Corte territoriale aveva correttamente evidenziato che la condotta dell’imputato era stata caratterizzata da “particolare pericolosità”, come dimostrato dal sinistro che aveva coinvolto diverse autovetture. Questo accertamento di fatto, secondo la Cassazione, è sufficiente a escludere la tenuità dell’offesa. Il ricorso dell’imputato, invece, si limitava a insistere sulla propria incensuratezza e sull’occasionalità del fatto, senza contestare l’elemento cruciale della pericolosità concreta accertata dai giudici di merito. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato assertivo e non idoneo a scalfire la logicità della sentenza impugnata, risultando quindi inammissibile.

le conclusioni

In conclusione, questa ordinanza rafforza un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato: chi guida in stato di ebbrezza e provoca un incidente stradale non può sperare di beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte di Cassazione mette in chiaro che la valutazione non si ferma al dato del tasso alcolemico, ma deve tenere conto delle conseguenze pratiche e del pericolo effettivo creato dalla condotta. L’incidente stradale rappresenta l’evidenza di un’offesa non lieve alla sicurezza pubblica, rendendo la condotta incompatibile con il presupposto della tenuità richiesto dalla legge per l’applicazione del beneficio.

Quando è esclusa la non punibilità per particolare tenuità del fatto nel reato di guida in ebbrezza?
È esclusa quando la condotta dell’agente ha manifestato una particolare pericolosità, ad esempio provocando un incidente stradale che ha coinvolto più veicoli. Tale circostanza dimostra che l’offesa al bene giuridico della sicurezza stradale non è di minima entità.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non si confrontava criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. L’imputato si è limitato a ribadire le proprie richieste senza contestare l’accertamento fondamentale della Corte d’Appello sulla concreta pericolosità della sua condotta, rendendo il ricorso meramente assertivo.

Cosa deve valutare il giudice per concedere la particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve valutare non solo la gravità del reato in astratto, ma soprattutto le concrete modalità di estrinsecazione del fatto, il grado di colpevolezza e il pericolo o danno cagionato. Se da queste valutazioni emerge un pericolo significativo e non esiguo, il beneficio non può essere concesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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