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Particolare tenuità del fatto: No con precedenti

Un soggetto condannato per porto di coltello a serramanico ricorre in Cassazione chiedendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La presenza di precedenti penali e la pericolosità dell’arma sono stati ritenuti elementi sufficienti a escludere il beneficio, rendendo la valutazione incensurabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Precedenti Penali e Porto d’Armi: Quando Non si Applica la Particolare Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31733 del 2024, torna a pronunciarsi sui confini applicativi della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione chiarisce come la presenza di precedenti penali e la natura dell’arma portata illegalmente possano costituire ostacoli insormontabili al riconoscimento di tale beneficio. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la valutazione che i giudici compiono nel bilanciare la gravità del reato con la storia personale dell’imputato.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un giovane per il reato di cui all’art. 4 della legge n. 110/1975, per aver portato fuori dalla propria abitazione un coltello a serramanico in acciaio di notevoli dimensioni (20,3 cm di lunghezza totale, con una lama a punta di 8,2 cm). La condanna, emessa in primo grado e confermata in appello, prevedeva una pena di quattro mesi di arresto e seicento euro di ammenda, oltre alla confisca dell’arma. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, contestando la decisione.

I Motivi del Ricorso e la Particolare Tenuità del Fatto

Il ricorso si fondava su due motivi principali. In primo luogo, la difesa lamentava vizi di motivazione della sentenza d’appello. In secondo luogo, e questo è il punto centrale, si contestava la mancata applicazione dell’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale. Questo istituto permette di escludere la punibilità per reati per i quali è prevista una pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni, quando l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento non è abituale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le censure proposte infondate. Secondo i giudici, il primo motivo di ricorso non era altro che un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. Il secondo motivo, relativo alla mancata applicazione dell’art. 131-bis, è stato giudicato come una semplice riproposizione di argomenti già adeguatamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni: Perché i Precedenti Penali Sono Decisivi

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Cassazione ha avallato il ragionamento dei giudici di merito. La Corte d’Appello aveva negato il beneficio della particolare tenuità del fatto sulla base di due elementi decisivi: la presenza di diversi pregiudizi penali a carico del ricorrente e la sicura pericolosità del coltello.
La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: per escludere l’applicazione dell’art. 131-bis, è sufficiente una motivazione che dia conto dell’assenza anche di uno solo dei presupposti richiesti dalla norma. Nel caso specifico, i precedenti penali dell’imputato indicavano una non occasionalità del comportamento illecito, mentre le caratteristiche dell’arma (un serramanico di dimensioni rilevanti) confermavano la pericolosità oggettiva della condotta. Di fronte a tale quadro, la valutazione della Corte d’Appello è stata ritenuta logica, congruente e priva di contraddizioni, e pertanto non sindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma che l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un automatismo, ma il risultato di un’attenta analisi complessiva. La ‘fedina penale’ dell’imputato assume un ruolo cruciale: la presenza di precedenti condanne è un forte indicatore negativo, che può precludere l’accesso al beneficio, specialmente in contesti, come il porto abusivo di armi, dove la pericolosità sociale è un elemento centrale. La decisione sottolinea che la valutazione del giudice di merito, se ben motivata, è difficilmente superabile in Cassazione, consolidando un approccio rigoroso nella concessione di questo istituto.

Avere precedenti penali impedisce sempre l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
Sulla base di questa ordinanza, la presenza di pregiudizi penali è un elemento decisivo che, specialmente se unito ad altri fattori come la pericolosità dell’azione, porta la Corte a escludere il beneficio, in quanto può indicare una non occasionalità del comportamento.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché le censure sollevate erano un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sui fatti (non consentito in Cassazione) e una semplice reiterazione di motivi già correttamente valutati e respinti dal giudice d’appello.

Quali elementi ha considerato la Corte per negare la non punibilità?
La Corte ha confermato la valutazione basata su due elementi chiave: la presenza di diversi precedenti penali a carico del ricorrente e la sicura pericolosità del coltello detenuto, un serramanico di oltre 20 cm.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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