LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: no con precedenti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per un reato minore di droga. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta a causa dei numerosi precedenti penali dell’imputato, indicativi di abitualità nel reato e di una personalità incline a delinquere, rendendo così impossibile il riconoscimento del beneficio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando i Precedenti Penali la Escludono

L’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, consentendo di non punire condotte che, pur costituendo reato, risultano di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la presenza di precedenti penali, soprattutto se specifici, possa essere decisiva per escludere questo beneficio, delineando i confini tra un episodio isolato e una vera e propria tendenza a delinquere.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo da parte della Corte di Appello per un reato legato agli stupefacenti, sebbene qualificato come di lieve entità ai sensi dell’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione nella sentenza di secondo grado. Il fulcro della doglianza era la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ritenuta invece applicabile dalla difesa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione si fonda su due pilastri: uno di carattere procedurale e l’altro di merito. In primo luogo, il ricorso è stato giudicato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte di Appello, senza confrontarsi criticamente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata. In secondo luogo, e più sostanzialmente, la Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito nel negare il beneficio.

Le Motivazioni: la valutazione della particolare tenuità del fatto e l’abitualità

La Corte di Cassazione ha ritenuto logica e corretta la motivazione della Corte di Appello. Il rigetto della richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. non è stato arbitrario, ma basato su elementi concreti presenti nel fascicolo dell’imputato.

I giudici di merito avevano evidenziato la presenza di ben tre precedenti specifici per reati analoghi, un fattore che di per sé configura l'”abitualità del fatto”, una delle condizioni ostative previste dalla norma. Ma l’analisi non si è fermata qui. La Corte ha considerato anche altri precedenti penali a carico dell’imputato per reati di diversa natura, tra cui rapina, lesioni personali, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Questo quadro complessivo, secondo i giudici, non poteva essere ignorato.

L’insieme di questi precedenti è stato interpretato come sintomatico di una “capacità a delinquere apprezzabile” e di una “personalità turbolenta”. In altre parole, il reato per cui si procedeva non poteva essere considerato un episodio isolato e di scarsa importanza, ma si inseriva in un contesto di ripetuta violazione della legge penale. Di conseguenza, la condotta non poteva essere qualificata come di “particolare tenuità”, venendo meno i presupposti per l’applicazione della causa di non punibilità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non è un esame circoscritto al singolo episodio criminoso, ma implica un giudizio complessivo sulla personalità dell’autore del reato. La presenza di precedenti penali, soprattutto se numerosi, specifici e indicativi di una generale inclinazione a infrangere la legge, assume un peso determinante. Per i professionisti del diritto, ciò significa che l’invocazione dell’art. 131-bis c.p. richiede un’analisi approfondita della storia criminale del proprio assistito, poiché l’abitualità e la propensione a delinquere rappresentano ostacoli difficilmente superabili per ottenere il beneficio della non punibilità.

È possibile ottenere l’assoluzione per particolare tenuità del fatto se si hanno precedenti penali?
No, secondo questa ordinanza è molto difficile. La presenza di precedenti, specialmente se specifici per reati simili, configura una “abitualità” che è una causa ostativa all’applicazione del beneficio. Inoltre, anche precedenti per reati diversi possono essere valutati per delineare una generale “capacità a delinquere” che esclude la tenuità del fatto.

Cosa significa che un ricorso per Cassazione è “inammissibile” per la genericità dei motivi?
Significa che la Corte non esamina la questione nel merito perché il ricorso non è formulato correttamente. Come in questo caso, un ricorso è inammissibile se si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte nel grado precedente, senza criticare specificamente e logicamente le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

Quali elementi considera il giudice per negare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice non valuta solo la gravità oggettiva del reato (modalità della condotta e danno causato), ma anche il comportamento dell’imputato. Questa decisione dimostra che elementi come la presenza di tre precedenti specifici e altri reati contro la persona e i pubblici ufficiali sono decisivi per delineare una “personalità turbolenta” e una propensione al crimine incompatibili con il beneficio della non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati