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Particolare tenuità del fatto: no con mezzo chilo droga

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che invocava la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il possesso di quasi mezzo chilo di marijuana, suddivisa in dosi e occultata, è stato ritenuto un fatto non trascurabile, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: Quando la quantità di droga esclude il beneficio

L’istituto della particolare tenuità del fatto rappresenta una valvola di sfogo del sistema penale, volta a escludere la punibilità per reati che, pur essendo formalmente illeciti, risultano concretamente inoffensivi. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione attenta del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questo beneficio, specialmente in materia di stupefacenti.

I fatti di causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte nasce dal ricorso di un soggetto condannato in appello per detenzione di sostanze stupefacenti. Il ricorrente aveva chiesto l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che la sua condotta non avesse arrecato un danno significativo. Le forze dell’ordine avevano rinvenuto in suo possesso un quantitativo di marijuana di quasi mezzo chilogrammo. La sostanza non era in un unico blocco, ma era stata suddivisa in diversi involucri di peso simile e accuratamente occultata in più punti, rendendone più complesso il ritrovamento.

L’interpretazione della particolare tenuità del fatto

La Corte d’Appello aveva già respinto la richiesta, ritenendo che le circostanze del caso concreto fossero incompatibili con il concetto di “tenuità”. La motivazione si basava su elementi oggettivi: l’ingente quantitativo di droga e le modalità di confezionamento e occultamento, considerate indicative di un’attività non occasionale o trascurabile. Il ricorso in Cassazione si basava sulla presunta erronea valutazione di questi elementi da parte dei giudici di merito.

le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: la valutazione sulla configurabilità della particolare tenuità del fatto è una questione di merito, che non può essere riesaminata in sede di legittimità se la motivazione della sentenza impugnata è logica, coerente e priva di vizi giuridici.
Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello pienamente adeguata. La decisione di negare il beneficio si fondava su elementi concreti e non illogici:
1. Il peso complessivo: Quasi mezzo chilo di marijuana è una quantità che, di per sé, difficilmente può essere considerata “tenue”.
2. Le modalità di confezionamento: La suddivisione in involucri di peso simile suggerisce una potenziale destinazione allo spaccio, allontanando l’ipotesi di un mero uso personale di lieve entità.
3. L’occultamento: La scelta di nascondere la sostanza in diversi luoghi indica una premeditazione e un’astuzia che mal si conciliano con un fatto di minima importanza.
Questi fattori, letti congiuntamente, delineano un quadro di gravità che giustifica pienamente l’esclusione della causa di non punibilità.

le conclusioni e Implicazioni Pratiche

La pronuncia conferma che, per beneficiare della particolare tenuità del fatto, non basta che il reato sia di modesta entità in astratto. Il giudice deve compiere una valutazione complessiva che tenga conto sia della gravità del danno o del pericolo (in questo caso, il quantitativo) sia delle modalità della condotta.
Per gli operatori del diritto e per i cittadini, questa ordinanza è un monito: la quantità della sostanza stupefacente e le modalità con cui viene detenuta sono indicatori cruciali. Un quantitativo significativo, unito a indizi di una possibile attività di spaccio come il confezionamento in dosi, rende estremamente improbabile l’applicazione di questo istituto. La decisione del giudice di merito, se ben motivata, è difficilmente attaccabile in Cassazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Risposta 1: Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la valutazione sulla particolare tenuità del fatto spetta al giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della decisione è illogica o viziata, cosa che in questo caso non è stata riscontrata.

Quali elementi hanno escluso l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
Risposta 2: Tre elementi principali sono stati considerati decisivi: il peso complessivo della sostanza (quasi mezzo chilo), la sua suddivisione in involucri di peso simile e l’occultamento in diversi luoghi. Questi fattori indicavano una gravità del fatto non compatibile con la “tenuità”.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Risposta 3: A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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