LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: no con incidente grave

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con incidente stradale. L’imputato chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che l’elevato tasso alcolemico e la gravità dei danni causati (abbattimento di una recinzione e scontro con un manufatto) sono elementi che escludono la lieve entità del reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Incidente Stradale: Quando il Reato Non è Lieve

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8403/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di circolazione stradale: la non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale, non può essere invocata quando la guida in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale con conseguenze materiali significative. Questa decisione chiarisce i limiti di applicazione di un istituto pensato per reati di minima offensività, escludendolo in contesti dove la condotta ha generato un pericolo concreto e un danno effettivo.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato trae origine dalla condanna di un automobilista da parte del Tribunale di Ferrara per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dalla causazione di un incidente stradale. La sentenza era stata confermata dalla Corte d’Appello di Bologna. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione di legge per la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Sostanzialmente, la difesa riteneva che, nonostante l’incidente, il fatto nel suo complesso dovesse essere considerato di lieve entità.

La Decisione della Corte e la Non Applicabilità della Particolare Tenuità del Fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su due ragioni principali. In primo luogo, il ricorso è stato giudicato meramente riproduttivo di censure già esaminate e respinte dalla Corte territoriale, senza un confronto specifico e critico con le motivazioni della sentenza d’appello. In secondo luogo, e più nel merito, la Cassazione ha ritenuto che il motivo d’appello sollevasse questioni di merito, non ammissibili in sede di legittimità, a fronte di una motivazione adeguata e logica da parte dei giudici dei gradi precedenti.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha giustificato il diniego della causa di non punibilità. I giudici di legittimità hanno avallato la valutazione della Corte d’Appello, che aveva evidenziato due elementi cruciali per escludere la tenuità del fatto:

1. L’elevato tasso alcolemico: Un alto livello di alcol nel sangue indica una significativa compromissione delle capacità di guida e, di conseguenza, una maggiore pericolosità della condotta.
2. La gravità dell’incidente: L’incidente non è stato un evento banale. L’imputato ha abbattuto otto metri di recinzione e arbusti, terminando la sua corsa contro un manufatto in pietra. La Corte ha sottolineato che, senza questo ostacolo finale, la corsa pericolosa del veicolo sarebbe proseguita, con potenziali conseguenze ancora più gravi.

Questi elementi, considerati congiuntamente, delineano un quadro di offensività che supera ampiamente la soglia della “particolare tenuità”. La condotta dell’imputato non solo ha violato una norma del codice della strada, ma ha anche causato un danno concreto e messo a repentaglio la sicurezza pubblica in modo non trascurabile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: chi guida in stato di ebbrezza e causa un incidente con danni materiali di una certa entità non può sperare di beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto. La valutazione richiesta dall’art. 131-bis c.p. non è astratta, ma deve tenere conto di tutte le circostanze concrete del reato, incluse le sue conseguenze. Un incidente stradale significativo è la prova manifesta che la condotta non è stata lieve, né nelle modalità né negli esiti. Questa decisione serve da monito, ribadendo che la soglia di tolleranza per comportamenti pericolosi alla guida è, giustamente, molto bassa, e le conseguenze dannose di tali condotte pesano in modo determinante nella valutazione della loro gravità complessiva.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto per guida in stato di ebbrezza se si causa un incidente?
Secondo questa ordinanza, è molto difficile. La Corte ha ritenuto che la causazione di un incidente con danni materiali significativi (come l’abbattimento di una recinzione e l’impatto con un manufatto) sia incompatibile con il requisito della “particolare tenuità” dell’offesa.

Quali elementi ha considerato la Corte per escludere la particolare tenuità del fatto?
La Corte ha valorizzato due elementi principali: l’elevato tasso alcolemico del conducente e la gravità delle conseguenze dell’incidente stradale, ovvero l’abbattimento di otto metri di recinzione e arbusti e l’impatto finale contro una struttura in pietra.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era “meramente riproduttivo”, cioè si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza contestare specificamente la motivazione di quella sentenza. Inoltre, sollevava questioni di merito, che non possono essere riesaminate dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati