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Particolare tenuità del fatto: no allo spaccio reiterato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta a causa della reiterazione delle condotte e della dimestichezza dell’imputato con l’attività illecita. La Corte ha sottolineato che spetta all’imputato fornire elementi specifici per dimostrare la tenuità, non potendosi limitare a una generica critica della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Limiti e Onere della Prova nello Spaccio di Droga

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la sanzione penale in casi di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e incontra limiti precisi, specialmente in reati come lo spaccio di stupefacenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questi confini, chiarendo che la reiterazione delle condotte illecite osta al riconoscimento del beneficio.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato trae origine dalla condanna di un individuo, sia in primo grado che in appello, per il reato di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, si trattava di circa 44 grammi di hashish e poco meno di 4 grammi di marijuana. La pena inflitta era stata di sei mesi di reclusione (con sospensione condizionale) e 800 euro di multa.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, lamentando principalmente due aspetti: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità.

La Valutazione sulla Particolare Tenuità del Fatto

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla richiesta di applicare l’art. 131-bis c.p. La difesa sosteneva che la condotta contestata rientrasse in questa fattispecie. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito.

La Corte ha spiegato che la valutazione sulla tenuità del fatto deve tenere conto di tutti gli aspetti della condotta. Nel caso di specie, erano emersi elementi ostativi al riconoscimento del beneficio:

* Reiterazione delle condotte: L’attività di spaccio non era un episodio isolato, ma si caratterizzava per la ripetizione delle cessioni.
* Dimestichezza con l’attività illecita: L’imputato mostrava familiarità con i luoghi utilizzati come nascondiglio per la droga e con le modalità di offerta ai passanti.

Questi elementi, secondo la Corte, indicavano un’intensità del dolo e una gravità complessiva del fatto che superavano la soglia della “particolare tenuità”.

L’Onere della Prova a Carico dell’Imputato

Un punto cruciale evidenziato dalla Cassazione riguarda l’onere della prova. Citando un precedente orientamento giurisprudenziale (Sez. 3, n. 13657/2024), la Corte ha ribadito che è compito dell’imputato che invoca l’applicazione dell’art. 131-bis allegare elementi specifici a sostegno della sua richiesta. Non è sufficiente una critica generica alla decisione del giudice, ma occorre indicare concretamente i presupposti che giustificherebbero la non punibilità. Nel caso in esame, il ricorso si era limitato a contestare la decisione senza fornire nuove e specifiche argomentazioni.

Il Mancato Riconoscimento dell’Attenuante

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla mancata concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), è stato dichiarato inammissibile. La Corte lo ha qualificato come meramente reiterativo di quanto già esposto e respinto in appello.

I giudici hanno chiarito che, per l’applicazione di questa attenuante, non basta che il profitto conseguito sia modesto. È necessario che anche l’evento dannoso o pericoloso del reato sia di speciale tenuità. Nel caso dello spaccio, le plurime cessioni di marijuana e la detenzione di hashish, a prescindere dal lucro, costituiscono un evento non trascurabile. La modesta entità del guadagno non era quindi sufficiente, da sola, a rendere l’intera condotta di lieve entità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile. La motivazione di fondo risiede nel fatto che i motivi proposti non si confrontavano adeguatamente con le ragioni, logiche e giuridicamente corrette, esposte nella sentenza della Corte d’Appello. Il ricorso era, in sostanza, una ripetizione di argomenti già vagliati e respinti, senza introdurre critiche specifiche e pertinenti al ragionamento dei giudici di merito. La Corte ha quindi ravvisato una carenza di specificità nei motivi di ricorso, che ne ha determinato l’inammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti insegnamenti. In primo luogo, conferma che la particolare tenuità del fatto non è applicabile a condotte che, sebbene relative a quantità non ingenti di stupefacenti, manifestano una certa continuità o abitualità, come lo spaccio reiterato. In secondo luogo, sottolinea un principio processuale fondamentale: chi ricorre in Cassazione deve formulare censure specifiche e puntuali contro la sentenza impugnata, dimostrando perché il ragionamento del giudice di secondo grado sarebbe errato. Una mera riproposizione delle proprie tesi, senza un confronto critico con la decisione contestata, è destinata all’inammissibilità.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di spaccio?
Secondo la sentenza, la particolare tenuità del fatto non si applica quando emergono elementi come la reiterazione delle condotte di spaccio e la dimestichezza dell’imputato con l’attività illecita, poiché tali fattori indicano un’intensità del dolo e una gravità complessiva che superano la soglia della minima offensività.

A chi spetta l’onere di provare la sussistenza della particolare tenuità del fatto?
L’onere di provare la ricorrenza dei presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale è demandato all’imputato. Egli deve allegare e indicare elementi specifici a sostegno della sua richiesta, non potendosi limitare a una critica generica della decisione del giudice.

Perché il motivo relativo all’attenuante del danno di speciale tenuità è stato respinto?
È stato respinto perché, secondo la Corte, per la sua applicazione è necessario che non solo il profitto (lucro conseguito) ma anche l’evento (dannoso o pericoloso) sia di speciale tenuità. Nel caso di specie, a fronte di un modesto lucro, le plurime cessioni di stupefacenti non sono state considerate un evento di lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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