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Particolare tenuità del fatto: no alla non punibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per resistenza a pubblico ufficiale, il quale lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha chiarito che, al momento del reato (maggio 2021), la norma che esclude tale beneficio per i reati contro agenti di pubblica sicurezza era già in vigore, escludendo quindi qualsiasi applicazione retroattiva di una legge sfavorevole.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Resistenza: La Cassazione Fa Chiarezza

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto nell’ordinamento penale per escludere la punibilità di reati di minima entità, è spesso al centro di dibattiti giurisprudenziali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un’importante precisazione sulla sua inapplicabilità al reato di resistenza a pubblico ufficiale, confermando un orientamento legislativo consolidato. Analizziamo la decisione per comprendere la successione delle norme e le ragioni che hanno portato al rigetto del ricorso.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, ha presentato ricorso in Cassazione. La sua difesa si basava su un unico motivo: la Corte d’Appello avrebbe erroneamente negato l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Secondo il ricorrente, il giudice di secondo grado avrebbe applicato retroattivamente una norma penale più sfavorevole, entrata in vigore dopo la commissione del reato, che precludeva tale beneficio per la resistenza commessa contro un ufficiale o agente di pubblica sicurezza.

La Questione Giuridica: Successione di Leggi e Particolare Tenuità del Fatto

Il nucleo della questione ruotava attorno alla corretta individuazione della legge applicabile al momento del fatto. Il reato era stato commesso il 7 maggio 2021. Il ricorrente sosteneva che la norma preclusiva non fosse ancora in vigore a quella data, rendendo possibile l’applicazione dell’istituto di favore. L’analisi della Corte di Cassazione si è quindi concentrata sulla cronologia delle modifiche legislative che hanno interessato l’articolo 131-bis del codice penale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha giudicato il ricorso manifestamente infondato, ricostruendo con precisione l’evoluzione normativa.

1. Prima Modifica (D.L. 53/2019): Già con il decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53 (convertito con legge 8 agosto 2019, n. 77), in vigore dal 10 agosto 2019, il legislatore aveva escluso l’applicazione della particolare tenuità del fatto per i reati previsti dagli artt. 336, 337 e 341-bis c.p. (violenza o minaccia e resistenza a un pubblico ufficiale, oltraggio a pubblico ufficiale).

2. Seconda Modifica (D.L. 173/2020): Successivamente, il decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 173, ha ulteriormente specificato questa esclusione, delimitandola ai reati commessi nei confronti di un ufficiale o agente di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria.

3. Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022): La cosiddetta riforma Cartabia, entrata in vigore il 30 dicembre 2022, non ha introdotto alcuna modifica su questo specifico punto, lasciando invariata l’esclusione già prevista.

Poiché il reato era stato commesso nel maggio 2021, la normativa che escludeva l’applicabilità dell’art. 131-bis era pienamente in vigore. La Corte ha quindi concluso che non vi è stata alcuna applicazione retroattiva di una norma sfavorevole, ma la semplice applicazione della legge vigente al momento del fatto. L’argomentazione del ricorrente era, pertanto, priva di fondamento.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un punto fermo: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è applicabile ai reati di resistenza commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria, per fatti avvenuti dopo l’agosto 2019. La decisione della Cassazione non solo chiarisce la corretta sequenza temporale delle leggi, ma sottolinea anche la volontà del legislatore di mantenere un regime sanzionatorio rigoroso per condotte che minano l’autorità e la sicurezza degli operatori di polizia. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando è stata esclusa la non punibilità per particolare tenuità del fatto per la resistenza a pubblico ufficiale?
L’esclusione è stata introdotta con il d.l. 14 giugno 2019, n. 53, ed è in vigore dal 10 agosto 2019. Una successiva modifica del 2020 ha specificato che l’esclusione riguarda i reati commessi contro ufficiali o agenti di pubblica sicurezza o polizia giudiziaria.

La cosiddetta riforma Cartabia ha modificato questa esclusione?
No. La Corte chiarisce che la riforma Cartabia (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150) non ha innovato nulla riguardo all’esclusione della particolare tenuità del fatto per il reato di resistenza commesso nei confronti di un agente di pubblica sicurezza.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato. L’argomento principale del ricorrente, ovvero l’applicazione retroattiva di una norma sfavorevole, era errato, in quanto la norma che escludeva il beneficio era già in vigore al momento della commissione del reato (maggio 2021).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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