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Particolare tenuità del fatto: no alla guida pericolosa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per essersi rifiutato di sottoporsi al test alcolemico. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta a causa della gravità della condotta, caratterizzata da guida a forte velocità, evidenti sintomi di ebbrezza e la palese volontà di sottrarsi al controllo.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida Pericolosa e Rifiuto Alcoltest: Niente Sconto di Pena

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di circolazione stradale e sanzioni penali: la particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale, non è applicabile quando la condotta dell’automobilista risulta complessivamente grave e pericolosa per la sicurezza pubblica. Il caso analizzato offre uno spaccato chiaro di come i giudici valutino non solo il singolo reato, ma l’intero contesto comportamentale dell’imputato.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado alla pena di quattro mesi di arresto e 1.000 euro di ammenda per essersi rifiutato di sottoporsi all’accertamento alcolimetrico (il cosiddetto alcoltest). La sua difesa, giunta fino in Cassazione, puntava a ottenere il proscioglimento tramite l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che il reato commesso fosse, in fondo, di lieve entità. Tuttavia, il quadro descritto nei verbali e nelle sentenze precedenti era ben diverso: l’uomo era stato fermato mentre guidava l’auto della madre a forte velocità, manifestando chiari sintomi di ubriachezza come alito vinoso, eccessiva loquacità e un generale contegno euforico. Inoltre, aveva tentato attivamente di sottrarsi al controllo, soffiando in modo discontinuo nell’apparecchio, dimostrando una palese volontà di eludere la legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la linea dei giudici di merito. I magistrati hanno sottolineato che il ricorso era meramente reiterativo, ovvero riproponeva le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello con una motivazione logica e coerente. La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire i criteri che guidano l’applicazione o l’esclusione della particolare tenuità del fatto.

Le Motivazioni: la gravità complessiva della condotta esclude la particolare tenuità del fatto

Il cuore della decisione risiede nella valutazione complessiva della condotta dell’imputato. I giudici hanno spiegato che per escludere la punibilità non basta guardare alla pena prevista per il reato, ma è necessario un giudizio completo che tenga conto di tutte le peculiarità del caso concreto, come indicato dall’art. 133 del codice penale. In questa vicenda, gli elementi che hanno portato a negare il beneficio sono stati:

1. Le modalità della condotta: L’imputato non si è semplicemente rifiutato di sottoporsi al test, ma ha tenuto un comportamento che ha generato un concreto e significativo pericolo per la pubblica incolumità. La guida a velocità elevata è stata un fattore determinante.
2. L’intensità del dolo: La volontà di sottrarsi al controllo, manifestata soffiando in modo errato nell’etilometro, ha dimostrato un’intenzione elusiva che aggrava la posizione del soggetto.
3. Il pericolo generato: La guida in stato di manifesta ebbrezza, unita all’alta velocità, ha creato un rischio tutt’altro che lieve per gli altri utenti della strada.

La Corte ha specificato che il giudizio sulla tenuità del fatto rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e può essere contestato in Cassazione solo se la motivazione è mancante o palesemente illogica. In questo caso, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato come il comportamento dell’imputato fosse troppo grave per essere considerato ‘tenue’.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato: il beneficio della non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un automatismo. Non può essere invocato da chi, pur commettendo un reato astrattamente compatibile, lo fa con modalità che dimostrano un significativo disprezzo per le regole e per la sicurezza altrui. Per gli automobilisti, il messaggio è chiaro: il rifiuto di sottoporsi all’alcoltest, se inserito in un contesto di guida pericolosa e manifesta alterazione, difficilmente potrà godere di clemenza, portando a una condanna penale piena con tutte le conseguenze del caso, incluse le pene accessorie.

Quando può essere esclusa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Può essere esclusa quando la valutazione complessiva del comportamento dell’imputato, incluse le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del pericolo causato, rivela una gravità tale da non poter considerare l’offesa come ‘tenue’.

Perché in questo caso specifico è stata negata la particolare tenuità del fatto?
È stata negata perché l’imputato non si è solo rifiutato di sottoporsi all’alcoltest, ma guidava a forte velocità, mostrava chiari sintomi di ebbrezza alcolica e ha deliberatamente tentato di eludere il controllo, creando così un pericolo significativo per la pubblica incolumità.

Il giudice deve analizzare tutti gli elementi dell’art. 133 c.p. per escludere la tenuità del fatto?
No, secondo la Corte non è necessaria la disamina di tutti gli elementi previsti, ma è sufficiente che il giudice indichi quelli ritenuti più rilevanti per motivare la decisione sulla gravità del comportamento e, di conseguenza, escludere il beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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