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Particolare tenuità del fatto: no al reato abituale

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La Corte ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis c.p., non può essere concessa in presenza di un comportamento abituale, desunto da una serie di reati contro il patrimonio che indicano una chiara serialità nella condotta.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce i limiti

La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 12010/2024 offre un’importante delucidazione sui confini applicativi della particolare tenuità del fatto. Questo istituto, disciplinato dall’art. 131-bis del codice penale, consente di escludere la punibilità per reati di lieve entità. Tuttavia, la sua concessione non è automatica e dipende da precise condizioni, come l’occasionalità del comportamento. Il caso in esame riguarda un ricorso contro una condanna per furto aggravato, in cui l’imputato chiedeva l’applicazione di tale beneficio, ma si è scontrato con il diniego motivato dalla sua condotta seriale.

Il Contesto del Caso: Dal Furto Aggravato al Ricorso

Un individuo, già condannato in primo grado e in appello per furto aggravato, ha presentato ricorso in Cassazione. Il motivo principale del ricorso era la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, la motivazione dei giudici di merito nel negare il beneficio era illogica e contraddittoria. La Corte d’Appello di Firenze aveva confermato la condanna, ritenendo che le circostanze del caso non consentissero di qualificare il fatto come di particolare tenuità.

I Limiti alla Particolare Tenuità del Fatto: Il Comportamento Abituale

Il nucleo della questione giuridica ruota attorno ai presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La norma richiede una valutazione complessa che non si ferma alla sola entità del danno o del pericolo, ma si estende alla condotta complessiva dell’autore del reato. Uno dei principali ostacoli alla concessione del beneficio è proprio il ‘comportamento abituale’. Se l’autore del reato ha commesso una serie di illeciti, anche se ciascuno di modesta entità, la sua condotta non può essere considerata occasionale, e di conseguenza il beneficio della non punibilità viene meno.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per due ragioni fondamentali. In primo luogo, ha qualificato il ricorso come una mera ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già presentati e respinti in appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese.

In secondo luogo, e nel merito della questione, la Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici d’appello. Questi ultimi avevano giustamente negato l’applicazione della particolare tenuità del fatto sulla base di elementi concreti. Era emersa infatti una ‘sequenza di delitti contro il patrimonio’ che dimostrava una serialità nel comportamento dell’imputato, incompatibile con l’occasionalità richiesta dalla norma. Inoltre, anche il valore della refurtiva è stato considerato un indicatore della gravità del reato, ulteriore elemento a sfavore della concessione del beneficio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza ribadisce un principio consolidato nella giurisprudenza: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un meccanismo per garantire l’impunità a chi delinque serialmente, anche se per fatti di modesta entità. La valutazione del giudice deve essere complessiva e tenere conto di tutti gli indicatori della condotta, passata e presente. La presenza di una ‘serialità’ nei comportamenti illeciti è un chiaro segnale di non occasionalità che preclude l’accesso al beneficio. Questa decisione conferma che, ai fini della non punibilità, non basta che il singolo reato sia di lieve entità, ma è necessario che l’intera condotta dell’agente non riveli una propensione a delinquere.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la sentenza, non si applica quando il comportamento dell’autore del reato è abituale e non occasionale. Tale abitualità può essere dimostrata da una sequenza di reati della stessa indole che indicano una serialità nella condotta.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché non conteneva una critica specifica alla sentenza d’appello, ma si limitava a ripetere gli stessi argomenti già esaminati e respinti nel grado di giudizio precedente.

Quali elementi ha considerato la Corte per escludere la particolare tenuità del fatto?
La Corte ha considerato due elementi principali: la non occasionalità del comportamento, provata da una serie di delitti contro il patrimonio commessi dall’imputato, e la gravità del reato, desunta anche dal valore della refurtiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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