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Particolare tenuità del fatto: no al rave party

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’imputata condannata per un reato di lieve entità in materia di stupefacenti. La difesa chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma la Corte ha ritenuto che, nonostante la modesta quantità di sostanza, la suddivisione in 11 involucri, la detenzione di bustine vuote e il contesto di un rave party indicassero un’offensività superiore al minimo. Sono state respinte anche le eccezioni procedurali sulla notifica dell’atto di citazione.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: il contesto del reato è decisivo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7101/2025, torna a pronunciarsi sui criteri per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis c.p. In questo caso, i giudici hanno stabilito che la detenzione di stupefacenti, sebbene in quantità modesta, non può essere considerata di lieve entità se avviene in un contesto, come quello di un rave party, che ne facilita la cessione a terzi, e se le modalità di conservazione della sostanza (suddivisione in dosi) suggeriscono un’attività di spaccio.

I fatti di causa

Il caso riguarda una giovane donna condannata in primo grado e in appello per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti di lieve entità, ai sensi dell’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/90. La Corte d’appello di Firenze aveva confermato la condanna a quattro mesi di reclusione e 700 euro di multa, emessa dal Tribunale di Pistoia all’esito di un giudizio abbreviato. La difesa dell’imputata ha quindi proposto ricorso per Cassazione, basandosi su due motivi principali: uno di carattere procedurale e uno relativo alla mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p.

I motivi del ricorso: notifica e particolare tenuità del fatto

Il primo motivo di ricorso verteva su una presunta violazione delle norme sulla notificazione della citazione a giudizio. La difesa sosteneva che la notifica fosse irregolare, in quanto eseguita a una persona (la cognata) non convivente, e che ciò avrebbe dovuto comportare una nullità assoluta del procedimento per omessa citazione dell’imputata.

Il secondo e più sostanziale motivo riguardava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo il ricorrente, la Corte d’appello aveva errato nel considerare l’offesa non tenue, travisando le prove. Si sottolineava come il principio attivo delle sostanze sequestrate (marijuana e ketamina) fosse minimale e che il contesto del rave party fosse stato valutato negativamente in modo ingiustificato.

La decisione della Corte sul vizio procedurale

La Cassazione ha respinto il primo motivo, chiarendo la distinzione tra nullità assoluta e nullità a regime intermedio. I giudici hanno specificato che la notifica in un luogo diverso dal domicilio eletto non integra una nullità assoluta (prevista dall’art. 179 c.p.p.), ma una nullità di ordine generale a regime intermedio. Questo tipo di nullità deve essere eccepita dalla parte interessata entro precisi termini decadenziali. Nel caso di specie, la difesa non aveva sollevato l’eccezione tempestivamente, sanando così l’irregolarità. Inoltre, la Corte ha osservato che l’imputata aveva comunque avuto conoscenza del processo, escludendo così una reale lesione del diritto di difesa.

Le motivazioni

Il cuore della pronuncia risiede nell’analisi del secondo motivo. La Corte Suprema ha ritenuto infondata la censura relativa alla mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p., giudicando completa e logica la motivazione della Corte d’appello. I giudici di merito non si sono limitati a considerare la quantità di principio attivo, ma hanno condotto una valutazione complessiva del fatto. Hanno dato rilievo a elementi concreti che, letti insieme, delineavano un quadro di offensività non trascurabile. In particolare, sono state considerate decisive le seguenti circostanze:

1. Le modalità della condotta: La sostanza era suddivisa in 11 involucri, una modalità tipica dello spaccio piuttosto che del consumo personale.
2. Gli strumenti: La detenzione di bustine di cellophane vuote è stata interpretata come un ulteriore indizio della preparazione delle dosi per la vendita.
3. Il contesto: Il fatto è avvenuto durante un rave party. Questo elemento è stato ritenuto significativo perché, secondo la Corte, si tratta di una “circostanza di tempo e luogo in cui è più agevole la cessione a terzi”.

La valutazione complessiva di questi elementi ha portato i giudici a concludere che il fatto non potesse essere qualificato come di “particolare tenuità”, escludendo così l’applicazione della causa di non punibilità.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale nell’applicazione dell’art. 131-bis c.p.: la valutazione della tenuità del fatto non è un mero calcolo quantitativo, ma un’analisi globale che deve tenere conto di tutte le circostanze del caso concreto. La modalità della condotta e il contesto spazio-temporale assumono un ruolo centrale. Per gli operatori del diritto, ciò significa che, anche in presenza di quantitativi modesti di stupefacente, la richiesta di applicazione della non punibilità deve essere supportata da argomenti che escludano indicatori di un’attività di spaccio, anche potenziale. La sentenza conferma che un contesto come quello di un rave party, noto per essere un luogo di diffusione di stupefacenti, può essere un fattore decisivo per negare il beneficio.

Quando un’irregolarità nella notifica della citazione in appello causa la nullità della sentenza?
Secondo la Corte, una notifica in un luogo diverso dal domicilio eletto costituisce una nullità a regime intermedio, che deve essere eccepita tempestivamente. Diventa una nullità assoluta solo se si dimostra che l’irregolarità ha concretamente impedito all’imputato di avere conoscenza dell’atto, circostanza che nel caso di specie è stata esclusa.

La piccola quantità di droga è sufficiente per ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No. La Corte ha stabilito che la valutazione non si limita alla quantità. È necessario considerare tutte le circostanze del fatto, come la suddivisione della sostanza in dosi, la detenzione di materiale per il confezionamento e il contesto, che possono indicare un’offensività complessiva non “minima”.

Il contesto di un “rave party” può influenzare la valutazione sulla tenuità del fatto?
Sì. La sentenza chiarisce che il contesto è un elemento rilevante. Un “rave party” è considerato una circostanza di tempo e luogo che facilita la cessione di stupefacenti a terzi e, pertanto, incide negativamente sulla valutazione della tenuità dell’offesa, rendendo più difficile l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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