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Particolare tenuità del fatto: no al cacciatore notturno

La Corte di Cassazione conferma la condanna di un cacciatore, negando l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La caccia notturna, l’uso di munizioni vietate e l’elevato numero di cartucce sono stati ritenuti elementi ostativi per la valutazione della condotta come di lieve entità, delineando un quadro di significativa gravità.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Niente Sconti per la Caccia Notturna

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito la sua posizione rigorosa sull’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), specialmente in contesti che rivelano una gravità intrinseca della condotta. Il caso in esame riguarda un cacciatore che, appellandosi a tale norma, sperava di evitare una condanna per aver praticato la caccia di frodo di notte. La decisione della Suprema Corte offre spunti fondamentali per comprendere i limiti di questo istituto e i criteri che guidano la valutazione del giudice.

I Fatti del Caso: Caccia Notturna e Munizioni Vietate

Un cacciatore veniva sorpreso a praticare la caccia al cinghiale durante le ore notturne, un’attività espressamente vietata dalla legge sulla caccia (L. 157/1992) a causa della sua elevata pericolosità per la sicurezza pubblica e per la tutela della fauna selvatica.

Le irregolarità non si fermavano qui. Durante il controllo, emergeva che l’imputato stava utilizzando munizioni spezzate (i cosiddetti ‘pallettoni’), vietate per la caccia agli ungulati, per i quali la legge prescrive l’uso di munizioni a palla singola. Inoltre, l’uomo possedeva un numero considerevole di cartucce (59), un elemento che suggeriva l’intenzione di un’attività venatoria prolungata e potenzialmente estesa a più animali. Infine, la condotta configurava un abuso del titolo di polizia (porto d’armi) di cui era titolare, utilizzato per scopi illeciti.

La Decisione della Corte e la Particolare Tenuità del Fatto

L’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione dopo che il Tribunale, in sede di rinvio, aveva negato il riconoscimento della particolare tenuità del fatto. La difesa sosteneva che la motivazione della sentenza fosse carente.

La Suprema Corte ha respinto categoricamente il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato. Secondo gli Ermellini, la decisione del giudice di merito era logica, coerente e giuridicamente corretta. Il Tribunale aveva infatti compiuto una valutazione completa e approfondita di tutti gli elementi concreti, concludendo che la condotta dell’imputato non potesse in alcun modo essere considerata di lieve entità.

Le Motivazioni: Perché la Condotta Non È Stata Ritenuta Lieve?

La Corte ha chiarito che, per valutare la particolare tenuità del fatto, non basta guardare all’evento isolato, ma è necessario un giudizio complessivo sulla condotta storica, come stabilito dal dictum delle Sezioni Unite (sent. Tushaj, 2016). In questo caso, diversi elementi sono stati considerati ostativi al riconoscimento del beneficio:

1. La Caccia Notturna: Praticare la caccia di notte è di per sé un’attività estremamente pericolosa, sia per l’incolumità dello stesso cacciatore che per quella di terzi. Questa modalità, vietata dalla legge, aumenta in modo esponenziale la gravità della condotta.
2. L’Uso di Munizioni Illegali: L’utilizzo di ‘pallettoni’ al posto della munizione a palla singola non è una mera infrazione tecnica, ma una violazione che aumenta la sofferenza dell’animale e la pericolosità dell’azione venatoria.
3. L’Elevato Numero di Cartucce: Il possesso di 59 cartucce è stato interpretato come un indicatore dell’intenzione di abbattere più animali, aumentando così l’entità del danno potenziale al patrimonio faunistico dello Stato.
4. L’Abuso del Titolo di Polizia: L’imputato ha utilizzato un’arma legalmente detenuta per fini illeciti, dimostrando una personalità incline alla violazione delle regole che presidiano il corretto uso delle armi.

La combinazione di queste circostanze, secondo la Corte, dipinge un quadro di una condotta grave e di una personalità con una certa propensione a delinquere, incompatibile con la finalità dell’art. 131-bis c.p.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: la particolare tenuità del fatto non è un automatismo applicabile a reati formalmente meno gravi. La valutazione richiede un’analisi attenta e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, seguendo i criteri dell’art. 133 del codice penale (modalità della condotta, grado di colpevolezza, entità del danno o del pericolo). La presenza di elementi come la pericolosità intrinseca delle azioni, l’abuso di autorizzazioni e l’utilizzo di mezzi vietati può trasformare un fatto, altrimenti considerato minore, in una condotta meritevole della sanzione penale. Per i cittadini e gli operatori del diritto, ciò significa che la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis deve essere supportata da un’assenza totale di indicatori di gravità.

Quando si può escludere la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Si esclude quando un’analisi complessiva della condotta, basata sui criteri dell’art. 133 c.p., rivela elementi di gravità. Questi possono includere modalità pericolose dell’azione, l’entità del danno o del pericolo, e indicatori di una maggiore colpevolezza dell’agente, come l’abuso di autorizzazioni legali.

La caccia di notte è un elemento sufficiente a negare la particolare tenuità del fatto?
Da sola potrebbe non esserlo, ma nel caso di specie è stato ritenuto un elemento di valutazione negativo molto rilevante. La sua gravità aumenta esponenzialmente se, come in questo caso, è accompagnata da altre violazioni significative, quali l’uso di munizioni vietate e il possesso di un elevato numero di cartucce, che insieme delineano una condotta complessivamente grave.

Quali criteri usa il giudice per valutare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve effettuare una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta. Deve tenere conto, ai sensi dell’art. 133, comma 1, del codice penale, delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza desumibile da essa e dell’entità del danno o del pericolo che ne sono derivati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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