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Particolare tenuità del fatto: no al beneficio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un autista professionale condannato per guida in stato di ebbrezza. L’imputato richiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito. La negazione del beneficio si fonda sui precedenti specifici dell’imputato, anche se estinti, e sulla maggiore pericolosità della sua condotta in quanto conducente qualificato di mezzi pesanti, ritenendo questi elementi ostativi al riconoscimento della speciale tenuità del reato.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: Niente Sconto di Pena per l’Autista Professionista

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20619 del 2024, ha affrontato un caso significativo in materia di guida in stato di ebbrezza, chiarendo i limiti di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La pronuncia sottolinea come la qualifica professionale del conducente e i suoi precedenti penali, anche se estinti, possano essere decisivi nell’escludere tale beneficio, specialmente quando la sicurezza pubblica è messa a maggior repentaglio.

Il Caso in Esame

Un conducente di mezzi pesanti, condannato in primo e secondo grado per guida in stato di ebbrezza ai sensi dell’art. 186, comma 2, lett. b) del Codice della Strada, ha presentato ricorso in Cassazione. L’imputato lamentava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale, sostenendo che la sua condotta rientrasse in tale fattispecie.

La Valutazione sulla Particolare Tenuità del Fatto

L’esclusione del beneficio da parte della Corte d’Appello, e successivamente confermata dalla Cassazione, si è basata su una valutazione complessiva della condotta e della personalità dell’imputato. Nonostante il tasso alcolemico fosse vicino alla soglia inferiore della fascia di reato contestata, i giudici hanno considerato altri elementi come prevalenti e ostativi al riconoscimento della tenuità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, con una motivazione logica e coerente. I giudici hanno evidenziato due ragioni principali per negare il beneficio:

1. I precedenti penali: L’imputato aveva già riportato due condanne per reati della stessa specie. Sebbene una di queste fosse formalmente estinta, la Corte ha specificato che tale circostanza non ne cancella il valore storico come elemento di valutazione. I precedenti specifici indicano una tendenza a delinquere che contrasta con la ratio dell’istituto della particolare tenuità, il quale presuppone un comportamento occasionale.

2. La qualifica professionale: L’essere un conducente qualificato, alla guida di mezzi articolati per il trasporto di merci, è stato considerato un fattore aggravante di fatto. La professionalità nella circolazione stradale impone un dovere di diligenza e prudenza maggiore. La condotta dell’imputato, pertanto, è stata giudicata idonea a porre a “maggiore repentaglio” il bene giuridico della sicurezza pubblica, rendendo l’offesa tutt’altro che tenue.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la valutazione della particolare tenuità del fatto non è un mero calcolo matematico basato sull’entità della pena o sul grado dell’offesa, ma un giudizio complesso che tiene conto della condotta nel suo insieme e della personalità dell’autore del reato. Per gli autisti professionali, questo significa che la loro qualifica non è neutra, ma comporta un onere di responsabilità aggravato. I precedenti, anche se remoti o estinti, mantengono una loro rilevanza nel delineare il profilo di un comportamento non occasionale, chiudendo così la porta a benefici pensati per illeciti sporadici e di minima entità.

Perché è stata negata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha negato il beneficio perché l’imputato aveva due precedenti condanne per reati simili e, in quanto autista professionale di mezzi pesanti, la sua condotta ha creato un pericolo maggiore per la sicurezza pubblica, rendendo il fatto non di speciale tenuità.

I precedenti penali, anche se estinti, possono impedire l’applicazione del beneficio?
Sì. Secondo la Corte, anche una condanna precedente estinta costituisce un elemento di valutazione che, insieme ad altri, può essere preclusivo al riconoscimento del beneficio, in quanto dimostra una non occasionalità del comportamento illecito.

Lo status di autista professionale ha influenzato la decisione?
Sì, in modo decisivo. La Corte ha sottolineato che la professionalità nella guida e l’utilizzo di mezzi articolati comportano una maggiore responsabilità. La condotta di un professionista in stato di ebbrezza è considerata più grave perché mette a maggior repentaglio la sicurezza stradale, escludendo la tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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