LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: no a 34 paia di scarpe

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di 34 paia di scarpe contraffatte. La difesa chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma i giudici hanno ritenuto che la quantità di merce e la diversità dei marchi escludessero la lieve entità del reato, confermando la valutazione discrezionale del giudice di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Ricettazione: Quando la Quantità Conta

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto rappresenta una delle questioni più dibattute nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su come i criteri quantitativi influenzino questa valutazione, in particolare nel contesto del reato di ricettazione di beni con marchi contraffatti. La decisione sottolinea che un numero non esiguo di prodotti esclude a priori la possibilità di considerare il fatto come lieve.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione, previsto dall’art. 648 del codice penale. L’imputato era stato trovato in possesso di 34 paia di scarpe con marchi contraffatti, detenute con il chiaro scopo di venderle. Il reato presupposto, ovvero la commercializzazione di prodotti con marchi falsi (art. 474 c.p.), era stato dichiarato estinto per prescrizione.

La Corte d’Appello, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato per la ricettazione.

Il Ricorso in Cassazione e la Particolare Tenuità del Fatto

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, lamentando la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione al mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale. Secondo il ricorrente, i giudici di merito non avevano adeguatamente considerato:

* Le complessive modalità del fatto;
* Lo stato di incensuratezza dell’imputato;
* La non provata abitualità della condotta.

L’obiettivo della difesa era dimostrare che, nel loro insieme, questi elementi rendevano l’offesa particolarmente tenue e, quindi, non meritevole di sanzione penale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, e quindi inammissibile. I giudici hanno ritenuto che la motivazione della Corte territoriale fosse congrua, logica e insindacabile in sede di legittimità.

La Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato che la detenzione di ’34 paia di scarpe recanti marche contraffatte’ costituisce un ‘numero certamente non esiguo’. Da tale quantità sarebbe derivato un guadagno ‘che non può considerarsi scarso’. Queste circostanze, unite alla presenza di diversi marchi contraffatti, sono state giudicate sufficienti per ritenere ‘non esigua neanche la lesione del bene protetto dalla norma incriminatrice’.

La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto richiede un’analisi complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta. Tale giudizio, basato sui criteri dell’art. 133 del codice penale (gravità del reato), rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. L’intervento della Corte di legittimità è ammesso solo in caso di mancanza o manifesta illogicità della motivazione, vizi che nel caso di specie non sono stati riscontrati.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato: nella valutazione della particolare tenuità del fatto, il dato quantitativo della merce assume un’importanza decisiva. Sebbene l’art. 131-bis richieda una valutazione complessiva, la detenzione di un numero significativo di beni illeciti può essere di per sé sufficiente a escludere il beneficio.

La decisione chiarisce che la ‘lieve entità’ non può essere invocata quando le circostanze oggettive, come la quantità di merce e il potenziale profitto, indicano un’offesa concreta al bene giuridico tutelato. Per gli operatori del diritto e i cittadini, il messaggio è chiaro: anche in assenza di precedenti penali, la ricettazione di un quantitativo non trascurabile di merce contraffatta difficilmente potrà essere considerata un fatto di lieve entità.

Perché la detenzione di 34 paia di scarpe contraffatte non è stata considerata un fatto di particolare tenuità?
La Corte ha stabilito che 34 paia rappresentano un numero ‘certamente non esiguo’, dal quale sarebbe derivato un guadagno non scarso. Questa quantità, unita alla presenza di diversi marchi falsificati, è stata ritenuta sufficiente a causare una lesione non esigua del bene giuridico protetto, escludendo così l’applicazione del beneficio.

Lo stato di incensuratezza dell’imputato è sufficiente per ottenere l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No. La sentenza chiarisce che la valutazione deve essere complessiva e considerare tutte le peculiarità del caso concreto, come le modalità della condotta e l’entità del danno. Lo stato di incensuratezza è solo uno degli elementi da valutare e non è decisivo se altri fattori, come la quantità della merce, indicano una gravità non trascurabile del reato.

La Corte di Cassazione può riesaminare nel merito se un reato è di particolare tenuità?
No, la Corte di Cassazione non può entrare nel merito di questa valutazione. Il giudizio sulla particolare tenuità del fatto rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione può intervenire solo se la motivazione della decisione è assente o manifestamente illogica, ma non per sostituire la propria valutazione a quella dei giudici precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati