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Particolare tenuità del fatto: la legge non retroagisce

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per resistenza a pubblico ufficiale, stabilendo un principio fondamentale: una legge più sfavorevole, che esclude la possibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, non può essere applicata retroattivamente a un reato commesso prima della sua entrata in vigore. La Corte ha ribadito la vigenza del principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione ribadisce il divieto di retroattività

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10488/2025, riafferma un caposaldo del nostro ordinamento penale: il principio di irretroattività della legge più sfavorevole. Il caso verteva sull’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a un reato di resistenza a pubblico ufficiale, commesso prima che una legge ne limitasse l’operatività. La decisione chiarisce che le modifiche legislative che restringono le cause di non punibilità hanno natura sostanziale e non possono essere applicate a fatti precedenti.

I Fatti di Causa

Il ricorrente era stato condannato in primo e secondo grado per il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.). La Corte di appello di Messina, nel confermare la responsabilità penale, aveva rigettato la richiesta della difesa di applicare l’art. 131-bis del codice penale, ovvero la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto.

La motivazione della Corte territoriale si basava su una modifica legislativa intervenuta nel 2019 (legge n. 77), che ha espressamente escluso alcuni reati contro la pubblica amministrazione, tra cui la resistenza a pubblico ufficiale, dall’ambito di applicazione di tale istituto. Il problema, sollevato dal ricorrente, era che il fatto contestato risaliva al luglio 2018, ossia a un’epoca in cui tale preclusione normativa non esisteva ancora.

L’Applicazione Retroattiva e la Violazione del Principio di Irretroattività

Il nucleo del ricorso si è concentrato sulla violazione dell’art. 2, comma 4, del codice penale, che sancisce il principio del favor rei e il divieto di applicazione retroattiva di una legge penale più sfavorevole. Questo principio, tutelato anche a livello costituzionale (art. 25 Cost.) e convenzionale (art. 7 CEDU), non riguarda solo le pene, ma si estende a tutte le disposizioni penali di natura sostanziale che comportano un trattamento peggiorativo per l’imputato.

Le norme che disciplinano le cause di non punibilità, come quella sulla particolare tenuità del fatto, rientrano a pieno titolo in questa categoria. Esse incidono direttamente sull’an e sul quomodo della punibilità. Di conseguenza, una loro modifica restrittiva (in peius) non può essere applicata a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

La Decisione della Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo in pieno la tesi difensiva. Ha chiarito che la Corte di appello ha commesso un errore di diritto applicando retroattivamente la norma preclusiva introdotta nel 2019 a un fatto avvenuto nel 2018.

Al momento della condotta criminis, la legge non prevedeva alcun ostacolo all’applicazione dell’art. 131-bis per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Applicare la successiva e più severa normativa ha significato violare il principio di irretroattività della legge penale sfavorevole.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione richiamando la natura sostanziale e non meramente processuale dell’istituto della particolare tenuità del fatto. L’obiettivo di questa norma, come ricordato dalle Sezioni Unite, è quello di “espungere dal circuito penale fatti marginali, che non mostrano bisogno di pena”. Una modifica legislativa che limita la portata di tale istituto, escludendo determinate fattispecie di reato, rappresenta una scelta di politica criminale che inasprisce il trattamento sanzionatorio. In quanto tale, non può che valere per il futuro. Applicarla al passato sarebbe una palese violazione dei principi fondamentali che governano la successione delle leggi penali nel tempo.

Le conclusioni

Con questa sentenza, la Cassazione ha annullato la decisione impugnata, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte di appello di Messina. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il punto, valutando se, nel caso concreto, sussistano i presupposti per riconoscere la particolare tenuità del fatto sulla base della normativa in vigore al momento della commissione del reato (luglio 2018). Questa pronuncia è un importante promemoria per gli operatori del diritto: i diritti di garanzia dell’imputato, come il principio di irretroattività, devono essere rigorosamente tutelati, specialmente quando il legislatore interviene per modificare in senso peggiorativo il trattamento penale.

Una nuova legge più severa può essere applicata a un reato commesso prima della sua entrata in vigore?
No, la sentenza conferma il principio fondamentale di irretroattività della legge penale più sfavorevole. Una norma che peggiora il trattamento dell’imputato, come quella che esclude una causa di non punibilità, non può essere applicata a fatti avvenuti prima della sua approvazione.

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è sempre esclusa per il reato di resistenza a pubblico ufficiale?
No, dipende da quando è stato commesso il reato. Per i fatti avvenuti prima dell’entrata in vigore della legge n. 77 del 2019, i giudici possono valutare l’applicazione dell’art. 131-bis. Per i fatti successivi, la legge ha introdotto una specifica esclusione.

Cosa significa che la Corte di Cassazione annulla una sentenza con rinvio?
Significa che la sentenza di secondo grado viene cancellata limitatamente al punto contestato (in questo caso, l’applicazione dell’art. 131-bis). Il processo viene rimandato a un’altra sezione dello stesso giudice (la Corte di Appello) che dovrà emettere una nuova decisione su quel punto, attenendosi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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